La triangolazione del narcisista patologico e dello psicopatico

Lo psicopatico ed il narcisista perverso adottano molteplici modalità di manipolazione, asservimento e distruzione psichica ed emotiva della preda, sia essa un partner, un figlio o un genitore.

E’ bene comprendere che anche la prima fase di  idealizzazione ed apparente amorevolezza dello psicopatico o narcisista perverso, chiamata love bombing, è una modalità pre-fissata in modo strategico e,pertanto, assolutamente falsa e recitata.

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Fu una giostra senza luci senza fate cavalli e re e tu, guardiano del nulla, creavi incantesimi per far brillare il mortale marchingegno.

M.M.

 

Lo psicopatico ed il narcisista perverso adottano molteplici modalità di manipolazione, asservimento e distruzione psichica ed emotiva della preda, sia essa un partner, un figlio o un genitore.

E’ bene comprendere che anche la prima fase di  idealizzazione ed apparente amorevolezza dello psicopatico o narcisista perverso, chiamata love bombing, è una modalità pre-fissata in modo strategico e,pertanto, assolutamente falsa e recitata.

Uno dei sistemi utilizzati e’ la triangolazione. Cos’è la triangolazione?
È un sistema di manipolazione molto potente. È un metodo sadico e perverso utilizzato dal narcisista patologico per manipolare due soggetti che lui osserva compiaciuto. Qual’e’ lo scopo che soddisfa attraverso questo strumento infernale? Il rifornimento narcisistico  ed il divertimento, ovvero le due finalità che si propone di raggiungere sempre e che muovono ogni sua decisione.

Si da’ poca importanza a questa forma di manipolazione la quale, invece, provoca molto spesso un dolore intenso nella preda e ne mina, nel profondo, la struttura emotiva e la saldezza psichica. Una volta prodotto l’innamoramento, una volta stabilito l’aggancio, scatta la TRIANGOLAZIONE. Lo psicopatico la utilizza in modo da generare la gelosia, suggerendo, facendo intravedere altri interessi. Da una parte c’è il partner, dall’altra lo psicopatico con una terza persona, che può essere davvero esistente o fittizia. Si faccia attenzione tuttavia al fatto che ex prede, nuove prede e potenziali prede erano presenti anche durante la prima fase di idealizzazione ma lo psicopatico o il narcisista perverso ritenevano importante  e funzionale nasconderle. Nelle fasi successive, quelle  di svalutazione violenza e scarto indotto, al contrario, diviene necessario far intravedere alla partner cosa stia accadendo, al fine di generare angoscia, ansia, paura, attaccamento,  dominazione ed anche ( forse questo è l’aspetto più orrendo) al fine perverso di trasformare la vittima in un essere teso, geloso, isterico, iper controllante, nervoso o addirittura, indurlo al tradimento, operando in tal modo la ” corruzione” della sua identità onde farla divenire, a parere del manipolatore, simile alla sua. Il narcisista patologico e lo psicopatico adottano la triangolazione in modo indiretto e la vittima non comprende che ciò che si produce è appunto una manipolazione.
Questa attitudine a flirtare del manipolatore (tenendo sempre vive le ombre delle ex, presentando o suggerendo persone che potrebbero essere future candidate) produce nella vittima una maggiore dipendenza, una sensazione che si confonde con la gelosia patologica ma non lo è perchè e’ COMPLETAMENTE INDOTTA, e’ un artificio creato ad arte. Come lo psicopatico ed il narcisista maligno usano il sistema dello SCARTO INDOTTO (vedi articolo sullo scarto in questo blog ) così determinano, attraverso la triangolazione, una gelosia ed un controllo INDOTTI. La vittima assume atteggiamenti ossessivi, patologici e si percepisce come malata, strana; il suo capo le parla e lei non accolta, i figli la chiamano e lei non ascolta, la sua amica le racconta un problema e lei, ancora, non riesce ad ascoltare giacche’ nella sua mente c’è solo lui e quell’altra o il timore dell’altra. Il perverso, di contro, a tratti finge di tollerare i suoi controlli dall’altro accusa il partner di sfiducia, si lagna di esser messo sotto pressione, si erge a vittima soffocata ed incompresa sia di fronte a lei sia di fronte ad amici, parenti e nuove o vecchie fiamme. Queste ultime, convinte di essere migliori della vittima e di rivestire un ruolo di comprensione e sostegno, dei quali il narcisista e lo psicopatico non possono fare a meno, rimangono agganciate. Esse non sanno che lo psicopatico stesso a volte consegna le password di mail o profili alla vittima per indurla a rimanere ” amore non ho fatto nulla ” oppure ” ho sbagliato ma tu sei così diversa sempre arrabbiata ed io ero esausto e… Ho sbagliato ma ti amo non posso perderti. Ecco tieni le password, controlla il cellulare così tornerai a fidarti di me “… In realtà, il perverso, che non cambia ed anzi rinforza la dose di triangolazione, crea ancor più confusione e spinge la vittima a spendere il suo tempo in minuziosi ed estenuanti controlli. Ecco, il piano è’ perfetto, la strategia vincente: il predatore ottiene una vittima sempre più dipendente, destrutturata, corrotta, angosciata che compie gesti esagerati, crea falsi profili per spiarlo, chiama incessantemente, e’ tormentata dai sensi di colpa e disposta a sopportare qualunque nefandezza pur di tornare alla sensazione di sicurezza mentre egli si assicura altre creature adoranti che, inconsapevoli di essere bambole o bambolotti dell’harem, si elevano a protettrici  e protettori; inoltre, tutto ciò genera situazioni esplosive, ricche di dramma, pathos e colpi di scena e tanta adrenalina che lo aiutano a vincere la noia (temutissima emozione), e ad ottenere un elevato rinforzo narcisistico. In più, quando gli servirà indurre lo scarto e liberarsi della vittima, basterà aumentare  la messinscena della triangolazione perché ella, sfinita e disgustata, chiuda il rapporto o aumenti l’ossessivo controllo producendo la chiusura della relazione da parte di lui che si fingerà esausto e maltrattato anche dinanzi agli altri, resi spettatori e marionette. 

Il burattinaio e’ soddisfatto : per questo lui adora la triangolazione.
Nell’epoca dei social, delle chat, dei profili artatamente costruiti sui siti di incontro, nell’epoca consacrata a whatsapp, a Facebook, ove ogni apparizione e sparizione  di se’ può essere preordinata a tavolino, il narcisista perverso o lo psicopatico  (che tendono sempre ad ottenere molto con lo sforzo minimo) possono fare triangolazione muovendo un solo dito ( un like al posto giusto può catturare una nuova preda e far impazzire la vecchia, una foto accanto ad una donna può essere pubblicata e scatenare mesi di rabbia e paura)  per avere il controllo. In questa fase, che può durare anni,  ritroviamo una caratteristica centrale di questo tipo di relazioni con psicopatico: la vittima si trasforma in un detective o in una spia, controlla ovunque, in ogni rete sociale che lo psicopatico sta utilizzando per organizzare la triangolazione, crea al pari di lui, ma per ragioni tristemente diverse, falsi profili al fine di capire COSA SUCCEDA REALMENTE. Questo non accadrebbe in una relazione normale, non accadrebbe nemmeno se il partner normale stesse tradendo. Perché ? Perché un partner non psicopatico o narcisista patologico, ancorché scorretto, non userebbe la triangolazione. Un soggetto normale tradirebbe nascondendo bene il tradimento per non essere scoperto e per non ferire oppure, se  fosse un playboy senza scrupoli non si preoccuperebbe di nasconderlo ma, appunto, tutto apparirebbe chiaro, lineare e la vittima avrebbe modo di avere un quadro preciso davanti agli occhi, non scatterebbero i controlli ossessivi, l’ansia, la paranoia, non trascorrerebbe le ore spiando il perverso, trascurando tutto il resto, figli, casa, lavoro, amici e se stessa ma vedrebbe la realtà e si allontanerebbe.   Lo psicopatico invece vuole indurre la vittima a sentire sempre in pericolo la relazione senza essere sicura di nulla, vuole portare la vittima a dubitare delle sue percezioni anche perché il perverso giura amore e fedeltà ( mentre si fa vedere perennemente on line) : è terribile perchè la vittima non sa che questo è un gioco perverso esclusivamente costruito per manipolarla e distruggerla. La vittima si trasforma,  da persona fiduciosa, tranquilla, in una persona che sta costantemente in stato di allerta ed accumula un livello di stress che, spesso, la fa ammalare. Tutto questo e’  il prodotto del lavoro meticoloso dello psicopatico.”

Il narcisista perverso e lo psicopatico usano la triangolazione anche in altri rapporti. Sovente, il narcisista manipola uno o tutti i figli contro il partner per evitare che divorzi da lui. Dira’ che una separazione sarà devastante per i figli ed a loro però dirà che l’altro genitore e’ responsabile della crisi e della separazione. Molti a questo punto si sentono in colpa e non si separano. Al narcisista non importa di fare soffrire i figli con questa tattica, lui vuole solo ottenere i suoi risultati e vincere su di te. Se il perverso e’ tuo genitore manipolerà tuo fratello o sorella contro di te e tra voi si scatenerà una lotta per avere l’attenzione e quella accettazione sospirata che non avrete mai.

La triangolazione con alcuni membri della tua famiglia avviene o lamentandosi di esser trattato male dai tuoi parenti o facendo la vittima davanti ai suoi. Se è separato, il manipolatore dirà che i suoi figli non accetterebbero una nuova figura, relegandoli al ruolo di eterno amante.

La triangolazione nell’ambiente di lavoro è molto comune. Può essere che il narcisista o lo psicopatico manipolino la storia col tuo capo per guadagnarsi una promozione, prendersi il valore di quello che hai fatto tu, oppure svalorizzando, disprezzando, o incolpandoti degli errori in un lavoro di gruppo. Lo farà in un modo molto sottile per fare in modo che il capo creda a questa cosa

Molti narcisisti maligni o psicopatici, se gli conviene per raggiungere un obiettivo che gli sta a cuore ( riconquistare una preda, ottenere uno sconto di pena ad esempio) vanno in terapia, qualcuno si sottopone anche alla terapia di coppia. Se il tuo partner è un narcisista maligno non fare terapia di coppia perché non servirà a nulla ed anzi manipolerà entrambi . Devi andare a fare terapia da sola e da chi ha esperienza di manipolazione relazionale. Il narcisista maligno o lo psicopatico col suo incanto superficiale può triangolare e ammaliare il terapeuta.

La triangolazione rende le vittime caricature di se stesse, le immerge in pensieri ossessivi, timori angoscianti, le trasforma in pessime madri, pessime lavoratrici, pessime amiche. La triangolazione rende le vittime ridicole, inducendole a creare profili falsi, a pubblicare immagini o post sui social colmi di messaggi subliminali che ostentano una falsa e poco credibile felicità o che mostrano apertamente la rabbia ed il dolore. La triangolazione accende lo stress e pone in uno di iper vigilanza perenne, costringe a vivere settimane, mesi, anni nello stato di allerta.

La triangolazione infine insegnerà alle vittime la sfiducia e la paura che porteranno anche nelle future relazioni.

Questa forma di violenza, come tutti gli altri strumenti di tortura psichica, e’ una delle armi  del  burattinaio perverso,  cioè di colui o colei che, sin dal principio, ha deciso di distruggervi, recitando l’amore.

 

 

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata qualsiasi riproduzione, utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente blog, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, diffusione e distribuzione dei contenuti stessi mediante qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’autore Avv. Marina Marconato. I CONTENUTI DEL BLOG E DI OGNI ARTICOLO POSSONO ESSSERE CONDIVISI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE CITANDONE L’AUTRICE E LINKANDO LA FONTE.

Non guardate il profilo social dello psicopatico o del narcisista perverso

La vittima di una relazione con uno psicopatico o con un narcisista patologico sviluppa violenti sintomi della dipendenza affettiva e molto frequentemente un trauma generato dalla relazione con loro . Il tempo e’ fondamentale perché avvenga una riprogrammazione interiore

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                       PIOVE. IO STO QUI ALLA FINESTRA A GUARDARE UN RICORDO.

                                                                                                                                        M.M.

La vittima di una relazione con uno psicopatico o con un narcisista patologico sviluppa violenti sintomi della dipendenza affettiva e molto frequentemente un trauma generato dalla relazione con loro . Il tempo e’ fondamentale perché avvenga una riprogrammazione interiore e di vita . Il primo passo però è’ trovare la forza di attuare un no CONTACT totale che conduce lontano dal veleno e dalla manipolazione, altrimenti la vittima rimane agganciata e rischia di lottare contro i mulini a vento , rischia di agitare le ali come una farfalla che tenta di volare ma rimane impigliata nella stessa rete che l’ha catturata. Il dolore e gli attacchi di ansia insonnia incubi pensieri ossessivi sono crisi di astinenza veri e propri e non possono essere eliminati ma possono e devono essere attraversati e vissuti e si attenuano con passare delle settimane . In due o tre mesi circa c’è un abbassamento sensibile di questi sintomi purché il no CONTACT sia mantenuto .
State attenti però’ alle trappole. La tecnologia ed i social , utili come ogni forma di progresso, se ben utilizzata, nel caso di chiusura di una relazione e, soprattutto, di una relazione disfunzionale, sono pericolosi.  Quando una storia tra due persone che si sono scambiate qualcosa di autentico finisce, c’è condivisione, comunque, del lutto, c’è  lentezza nel salutarsi , c’è, anche da parte di chi non dovesse amare più, un affetto che si sostituisce all’amore, ci sono ricordi belli condivisi, esiste un passato autentico. E, quindi, c’è l ‘andar via graduale , sofferto e reale tristezza.
Con gli psicopatici o gli narcisisti perversi non avviene nulla di tutto questo, a parte una maschera che cade ed il castello di carte che crolla. Si verificano sparizioni improvvise, alibi insostenibili, colpevolizzazioni della vittima a dir poco fantasiosi, c’è una sostituzione simultanea, e soprattutto c’è l’indifferenza totale che il partner percepisce : si chiama annullamento. Soltanto chi è anaffettivo, come gli psicopatici ed i narcisisti maligni, può passare nel giro di pochi giorni, a volte di poche  ore, dal ” ti amo ” al ” non esisti più” ed è questo, più che la fine in sè della relazione, a devastare, semplicemente tale disumana modalità devasta.
Così, chi ha amato non vuole e non può accettare il disastro e si ostina ad inseguire il volto del manipolatore attraverso una foto, si ostina a studiare analizzare vivisezionare ogni post, accesso o non accesso al famigerato whatsapp o Facebook o altra diavoleria.Si incarta, si spreme, si tortura, osservando la vita altrui che prosegue.
Ai tempi dei nostri nonni, se accadeva che chi amavi ti aveva ingannato ed abbandonato, oltre che piangere capire e chiudere, non potevi fare.Ai tempi dei nonni  un addio durava un orribile istante, poi si viveva il lutto  con esso un nuovo ciclo .
Ora, un addio dura mesi , anni .
Tempo e vita regalata al nulla.

Staccate i contatti se volete iniziare a rinascere e combattete la pulsione malata e dannosa di spiare lo psicopatico e il narcisista perverso o le sue donne. Cessate di leggere i suoi post, vedendo in essi messaggi subliminali per voi.Potreste vedere ciò che non esiste o, a volte,leggere davvero messaggi nascosti per voi che tuttavia non significano amore pentimento rimpianto ma solo il continuum di quella modalità perversa di volervi tenere agganciati alla speranza di un sentimento che non è mai esistito ed una relazione sana ed appagante che non esisterà mai. A ben vedere, il partner abusato non riesce ad accettare che lo psicopatico sia felice altrove, non accetta che egli non paghi un prezzo e non vuole essere sostituito. E voi tornate al buio. Avviene così. La mente dice ” è lui , lui è così, non c’è speranza, e’ pericoloso,  mi fa del male “, ma gli occhi si aprono solo un attimo poi di nuovo si chiudono. La voglia di lui diventa insostenibile, quello delineato nei profili degli esperti e’ lontano, il vostro lui invece no, ne rammentate il sorriso, il tocco e sentite irrefrenabile il richiamo . E lui lo sa. In fondo, vi ha ipnotizzato, vi ha ” riprogrammato “, e vi ha scelto perché sapeva di poterci riuscire, siete una sua creatura, una sua creazione. Non ci sarà psichiatra al mondo, farmaco al mondo, amore per i figli ( se ne avete ) che potrà portarvi in salvo se non la decisione ferma, irremovibile, di dire basta. E di salvarvi . Perché lui tenderà ad uccidervi se non nel corpo, nella mente. Vi tiene in pugno da lontano, col silenzio , ostentando serenità , forza , nuovi amori , insomma recitando l’ultimo dei suoi ruoli . Voi non sapete vedere che lui è solo un misero meccanismo che recita un copione sempre identico. Voi non sapete che, se resistete e non chiamerete e non guarderete , presto sarete almeno fuori dal labirinto e dall’ipnosi. L’ultimo suo inganno e ‘ questo : farvi credere che non ce la farete . Farvi percepire un dolore immenso, una ansia immensa che ritenete di non poter superare . È’ solo uno dei suoi inganni .
Credeteci

Ci sono dei momenti terribili che la vittima di un narcisista maligno o di uno psicopatico vive in modo particolarmente difficile; uno dei questi è il week-end.

I WEEK END della vittima nella relazione disfunzionale rappresentano un momento molto spesso tremendo. C’è  più tempo per pensare, per rimuginare e non si e’ costretti a fare uno sforzo e fingere che tutto sia a posto. Così, che ci sia la pioggia o il sole, la vittima se ne sta seduta su una sedia, su una  panchina del portico o su un divano, le braccia abbandonate lungo il corpo stanco, lo sguardo fisso davanti al nulla. E le ore le passano addosso . Non la scuotono i raggi del sole o il fragore dei lampi ne’ il vociare dei bambini. Non vuole e non riesce a partecipare alla vita. Altre volte , invece , cammina su e giù per le stanze , pensieri ricorrenti si affollavano e si spingono fra loro , sono rumorosi , ognuno rivendica il diritto di parlare più degli altri e la testa rimbomba senza sosta .La vittima averte come un fiume incandescente attraversarla tutta , lo si può chiamare Ansia. Ansia arriva improvvisamente, non ha  rispetto per la notte o il giorno, non importa se si stia  mangiando o lavorando oppure facendo la fila in banca. Ma durante il week-end, Ansia e’ sempre vicino, segue la vittima dello psicopatico ovunque, e’ diventato la sua ombra ed il suo riflesso, tanto che evita sempre più spesso di guardarsi allo specchio per timore di vederlo la’, al posto della sua immagine. Eppure, ella ricorda seppur vagamente che, molto tempo prima, prima che lo psicopatico o il narcisista maligno entrassero nella sua vita, i fine settimana erano sereni, ricorda che le piaceva oziare, fare un lungo bagno profumato o andare a passeggiare, ricorda che la sua mente era stata libera, i pensieri lineari e distesi e che il suo corpo, prima di allora, non si era mai buttato su quella panchina. Passano  mesi e mesi e mesi, ed ella osserva la v,ita passarle  davanti agli occhi come fosse una pellicola di un film che non ha più  interesse a guardare .
Poi, scatta qualcosa. Poi, un pensiero alza la voce, fa ammutolire tutti gli altri pensieri scoordinati ed urlanti e dice “basta così “.
Non è  cambiato nulla all’esterno, ma tutto invece, sta iniziando a cambiare all’interno.
I week-end non la trovano più impreparata e non teme la tentazione di tornare sulla panchina o l’assalto sgradito di Ansia, individua cosa sia necessario fare. Sceglie la vita. Opta all’inizio per cose che hanno a che fare con la manualità e che distraggano la mente stanca.  Si inventa giardiniera ( può non sopravvivere una pianta, ma si accetta la sconfitta ), e pittrice , inizia a decorare bottiglie e programma passeggiate, commissioni, letture, film. Insomma non un’ora viene più lasciata al caso .
Funziona. Oggi non ha più bisogno di fare alcun programma e davanti ai suoi occhi non passa più quella pellicola. Oggi lei e’ una dei protagonisti di quel film che proietta la sua vita, coprotagonista anzi , unitamente a tutti coloro che ama  e che la amano .
Non spaventatevi delle ore in cui sarete soli, ma trovate il vostro sistema perché questo tempo non vi inghiotta.
Aprite quegli occhi, svegliatevi, resistete, cercate aiuto. E sarete in salvo in meno tempo di quanto potete ora immaginare. E sarete una ex vittima .
Sarete di nuovo persone libere .

E non  vergognatevi mai dell’amore che avete dato e non vergognatevi delle sciocchezze che avete fatto.
Cominciate a ristabilire un ordine vero : vada la vergogna da chi dovrebbe averne e la gentilezza a chi ha diritto di riceverne : voi .

 

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Un narcisista perverso si confessa:”sono un buco nero”

Il narcisista perverso o lo psicopatico e’ cosciente delle proprie azioni ? sa di fare del male a chi lo ama ? E’ consapevole di operare una distruzione sistematica della emotività dell’altro ? Lo psicopatico o il narcisista patologico adottano sistemi di cattura, indebolimento, imprigionamento ed, infine, distruzione della vita altrui…

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e poi al re sfuggi la nera parola
e lei vide il volto di un’ombra senza confine
                                                                                       M.M.

Il narcisista perverso o lo psicopatico é cosciente delle proprie azioni? Sa di fare del male a chi lo ama? E’ consapevole di operare una distruzione sistematica della emotività dell’altro? Lo psicopatico o il narcisista patologico adottano sistemi di cattura, indebolimento, imprigionamento ed, infine, distruzione della vita altrui, dell’altrui fiducia, dell’altrui autostima. Spezzano i sogni e la capacità di difesa, deprogrammano la facoltà cognitiva, estraggono dalle ossa la linfa vitale e la creatività dell’altro, rinnegandone la nascita, bloccandone la vitalità.
Uno degli interrogativi più frequenti della vittima, una volta che si sia resa conto della situazione, una volta che, con l’animo a brandelli e la psiche frammentata, abbia ricomposto il puzzle, è: ma ne era consapevole ? Sapeva ciò che mi stava facendo ?
Una delle vittime ha deciso di raccontare cosa le è stato detto dal suo partner. Questo dialogo è realmente avvenuto, non è una invenzione e questo blog ringrazia la vittima, che lo ha vissuto e che ha subito durante questa relazione gravi abusi psicologici, per aver deciso di condividerlo e di aiutare chi oggi vive relazioni simili.

“Al tempo in cui avvenne il dialogo” racconta C. “ ero totalmente incastrata nella relazione, stavo male ma non riuscivo a capire cosa stesse accadendo. Intuivo che c’era qualcosa di diverso e di terribile ma non sapevo dargli un nome e brancolavo in una fitta nebbia”.
C. era profondamente innamorata di lui ma, come avviene in tutti i casi, non riusciva a dare un senso a quanto accadesse.
Una sera, C. ricevette una sua telefonata, l’ora era insolita. La conversazione iniziò come di consueto, con un miscuglio di parole. Una sorta di linguaggio in codice, in cui ogni frase aveva sempre un sotto testo ed un diverso e, spesso, inafferrabile senso. In realtà, quando C. si trovava a voler raccontare ad un’amica cosa si fossero detti, non riusciva a farlo perché quei discorsi erano vuoti e pieni insieme, travestiti. Era quasi un linguaggio in una lingua diversa, un linguaggio in cui il non detto era il vero dialogo ed il pronunciato la sua maschera.
Ma diversamente da tutte le altre volte, quella sera C. ascoltò’ qualcosa che le avrebbe fatto orrore.

Lui le disse con una voce strana, quasi metallica, una voce dal timbro sconosciuto: “tu non lo sai ma sei luce“. Lei sorridendo gli rispose “ luce ? In che senso sarei luce ?” lui continuò “ascolta, non ridere, ascolta bene perché non lo ripeterò più: attenta ai buchi neri C. lo interruppe “i buchi neri? Perché dovrei stare attenta ai buchi neri? Che stai dicendo?” Lui allora le disse vedi tu sei luce, tu brilli e la tua luce si propaga ed i buchi neri allora ti individuano; non sto scherzando e tu devi cercare di capire“.
C. non capiva ma sentiva un tremore nelle ossa. Temette di dimenticare ciò che stava udendo, le capitava spesso ormai, si sentiva stanca, così prese un foglio ed una matita ed iniziò a trascrivere ciò che quell’uomo le stava dicendo.
Esistono i buchi neri e cercano la luce per sopravvivere, non ne possono fare a meno. Tu sei luce, ne hai molta e li attrai“. C. si sentiva sempre più inquieta e gli chiese “ma chi sono i buchi neri e cosa vogliono?
Lui le rispose: “i buchi neri sono esseri che hanno un vuoto incolmabile, senza fine e che non sopravvivono senza catturare la luce. Una volta che la hanno individuata, essi la attraggono e quando è vicina la inglobano. I buchi neri devono inglobarla e la inghiottono così sperano di trasformarsi loro stessi in luce. E più quella luce è grande e più fanno di tutto per poterla inghiottire e nutrirsene così ritengono di uscire dalla loro condizione di essere buchi neri“.

C. trascriveva tutto velocemente, non afferrava ancora il significato di quelle parole ma sapeva che un giorno le sarebbe stato utile poterle ricordare. “Ma i buchi neri amano la luce?”, gli chiese “no, un buco nero non sente nulla ma ha un irrefrenabile impulso: vuole quella luce, la vuole divorare e vuole diventare lei“. C. allora chiese “ma se il buco nero ingloba la luce, cosa sarà della luce?”. Lui le rispose “la luce non esisterà più. Stai attenta, devi imparare a riconoscerli e ad allontanarti perché se gli arrivi troppo vicino, ti attrarranno e ti ingloberanno. Tu sei luce, attrarrai sempre i buchi neri e sempre essi tenteranno di risucchiarti“.

A C. sembrava una conversazione surreale e tuttavia domandò: “se la luce fugge e si allontana cosa fa il buco nero?” Lui rispose subitoil buco nero farà di tutto pur di non perdere la luce e se non riuscirà a trattenerla nella sua orbita allora tenterà di distruggerla perché non può sopportare che essa graviti e splenda altrove. Devi stare attenta, perché i buchi neri sono molti“.
Quando la telefonata si concluse, C. rimase inginocchiata a terra con il foglio in mano e lo rilesse per tutta la notte; leggeva e rileggeva con gli occhi spalancati ed il cuore in tumulto. Non sapeva di essere luce ma soprattutto non sapeva nulla dei buchi neri e tuttavia sentiva che lui le aveva detto la verità, per la prima volta, sapeva cioè che, sebbene in apparenza la conversazione potesse essere sembrata farneticante ed assurda, era stata invece vera. Allora iniziò ad avere paura.
Lui non era un soggetto destabilizzato o dissociato, lui non era strano o isolato; al contrario, era una persona lucida, di grande intelligenza ed ottimamente inserita in società; rivestiva un alto livello professionale, godeva della incondizionata stima di colleghi e familiari, eccelleva in ogni cosa facesse, dal lavoro all’arte, allo sport: lui era un leader ed un punto di riferimento. Solo con C. aveva manifestato modalità malvagie e perverse, sottilmente perverse, inafferrabili e quasi inspiegabili.
A volte, C. aveva l’impressione di essere l’unica a conoscerlo davvero ed a vedere il suo vero volto, un volto sfigurato, un volto grigio e freddo, come quello dei morti; altre volte, C. credeva invece di stare impazzendo e di vedere cose inesistenti, frutto della sua immaginazione: iniziava a perdere la fiducia in se stessa, a rinnegare le sue sensazioni.
Quella notte però, lui le fece un regalo, l’unico: le confessò’ di essere un buco nero e quale fosse il suo obiettivo.
Ora C. sapeva di non essere pazza, sapeva di non essersi sbagliata e pur sentendosi prigioniera e debole, pur non avendo quelle informazioni che solo successivamente avrebbe appreso dai libri, ora sapeva chi aveva di fronte e cosa andava fatto: raccogliere le forze ed organizzare la fuga senza essere distrutta.

Uscire dal campo di attrazione del buco nero non fu semplice e richiese un’estrema lucidità, forza e strategia. Tuttavia, c’era in gioco qualcosa di molto serio: la propria sopravvivenza.

 

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La vittima:18 passi per dimenticare lo psicopatico o il narcisista perverso

Ora è finita.Questa sconvolgente relazione nella quale ti sei trovata e nella quale hai perso il tuo tempo, la tua gioia, la tua passione, i tuoi soldi ed, in parte, te stessa, adesso è finita.

Cala il sipario sulla storia più disumana, dolorosa, squallida ed incomprensibile che probabilmente tu abbia mai vissuto. Il quadro è desolante. Poco importa quanto sia durata la giostra montata ad arte dallo psicopatico

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Mi avvolga il fiore

mi sfiori l’onda

si aprano le danze.

Ascolto la musica del grande albero

sono acqua vento fuoco

M.M.

Ora è finita.Questa sconvolgente relazione nella quale ti  sei trovata e nella quale hai perso il tuo tempo, la tua gioia, la tua passione, i tuoi soldi ed, in parte, te stessa, adesso è finita.

Cala il sipario sulla storia più disumana, dolorosa, squallida ed incomprensibile che probabilmente tu abbia mai vissuto. Il quadro è desolante. Poco importa quanto sia durata la giostra montata ad arte dallo psicopatico che ti ha scelto, i danni sono sempre enormi, soprattutto da un punto di vista emotivo e psicologico.

I primi tempi, la vittima si sente in parte sollevata dalla chiusura della relazione e trova ristoro dall’interruzione dei meccanismi malati di tortura ed avverte un abbassamento dei livelli di ansia che, erano diventati altissimi, soprattutto nelle ultime fasi della storia, quando il narcisista perverso, senza comunicarlo apertamente, aveva già deciso di scartarla ed aveva quindi aumentato le dosi di violenza, insulti, silenzi, triangolazioni. Tuttavia, col trascorrere dei giorni, il silenzio dello psicopatico, il suo mancato ritorno, risuona e dilania. Lo psicopatico chiude la storia, o induce la preda a chiuderla, nella maniera peggiore, allo scopo di lasciare la vittima, per un periodo molto lungo e a volte per sempre, psicologicamente agganciata al suo ricordo ed in perenne ed incofessabile attesa. Ella ormai è costretta ad affrontare la verità, a muoversi tra le macerie, ma non riesce ad accettare che davvero tutto sia stato falso, creato sin dall’inizio dal carnefice solo allo scopo di ottenere il suo più totale sfruttamento e la sua distruzione. La vittima non riesce ad accettare di essere stata uno degli oggetti e che, per questo massacro, non vi sarà risarcimento alcuno e pentimento alcuno. La vittima non può accettare che la mente dello psicopatico si è resettata completamente ed ella è uscita dalla sua testa e dalla sua vita, senza lasciare rimpianti, ricordi, dolore o nostalgia.

Appare disumano ed, infatti, lo è.

Rabbia, dolore, crisi violente di astinenza derivanti dalla dipendenza affettiva che lo psicopatico ha creato nel partner, incredulità, autocolpevolizzazioni ed una autostima scesa quasi allo zero assoluto, rendono l’esistenza della ex preda un inferno.

La parte più faticosa sarà cancellare il manipolatore relazionale dalla propria emotività. Egli si è piantato la’, nella mente della vittima, vi si si è seduto come un re sul proprio trono e vive in lei come se fosse reale . A distanza di mesi, a volte di anni, le vittime, nei loro pensieri, continuano a parlargli, lo insultano, lo immaginano buono e felice con un’altra, lo odiano poi no… lo adorano, senza osare confessarlo a nessuno. Insomma, il cervello va in tilt, mentre lui, francamente, si gode la sua vita fatta di abusi e nullità.

La vittima, i suoi familiari o amici e, spesso anche i terapeuti a cui si affida, non si rendono conto della violenza che ella ha subito e non sanno individuare che molto frequentemente ha sviluppato un disturbo post-traumatico da stress (anche PTSD, acronimo dei termini inglesi Post-Traumatic Stress Disorder). Questo disturbo risulta connesso alla deprogrammazione psichica attuata dal carnefice ed è, senza ombra di dubbio, uno dei più importanti e caratteristici disturbi legati all’esperienza di eventi traumatici. Esso rientra nella categoria generale dei cosiddetti disturbi d’ansia.

In base a quanto riportato dal DSM-IV-TR, il disturbo post-traumatico da stress si manifesta quale conseguenza di un evento particolarmente stressante e traumatico che il soggetto ha vissuto direttamente oppure al quale ha assistito e che ha implicato morte, o minacce di morte, o gravi lesioni, oppure una minaccia all’integrità fisica propria o di altre persone (per esempio un’aggressione personale, uno stupro, un rapimento, una guerra, una tortura, una malattia particolarmente grave, un incidente ecc.).  La risposta della persona all’evento traumatico è estremamente variegata e comporta paura intensa, sentimento di impotenza e/o orrore; tale evento viene rivissuto frequentemente con ricordi particolarmente spiacevoli, invasivi e ricorrenti (pensieri, percezioni, incubi, sogni poco piacevoli, sonno disturbato, irritabilità, collera immotivata, ipervigilanza, difficoltà a concentrarsi, disagio psicologico intenso nel momento in cui si viene esposti a fattori scatenanti che ricordano anche in parte. Si rileva una

1) diminuzione dell’interesse o della partecipazione ad attività significative.

2) Sentimenti di distacco o di estraneità verso le altre persone.

3) Affettività ridotta (per esempio, incapacità di provare sentimenti di amore).

4) Sentimenti di riduzione delle prospettive future (per esempio, ritenere di non poter mai costruire una famiglia o di non poter avere una carriera lavorativa di una certa importanza ecc.).

D – Sintomi persistenti di aumentato arousal* (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi:

1) Difficoltà nell’addormentarsi oppure nel mantenere lo stato di sonno.

2) Irritabilità o scoppi di collera.

3) Difficoltà di concentrazione.

4) Ipervigilanza.

5) esagerate risposte di allarme.

E- La durata del disturbo (sintomi in B, C e D) è superiore ai 30 giorni.

F – Il disturbo provoca un disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, in quello lavorativo o di altre aree importanti.

Solo con il contattozero inizierai la tua riprogrammazione:  le vittime sono de-programmate hanno pensieri propri, tutto gira intorno a lui nel bene e nel male. Non lo convincerai ad ammettere il male che ti ha fatto e se lo ammettesse sarebbe solo per riportarti in trappola e ferirti ancora.

Il Dott. Marietan, psichiatra argentino esperto in psicopatia e nel recupero delle vittime – complementari dello psicopatico, dichiara “Per uno psicopatico che cosa sono complementari? Sono oggetti che gli appartengono al di là di qualsiasi norma sociale o  giuridica. Come convincere la paziente che desidera parlare con lui? In primo luogo abbiamo bisogno di aumentare l’io mortificato di questa persona. Perché lo psicopatico mina l’autostima dell’altro, e,quindi, l’altro crede che grazie allo psicopatico sia qualcuno, perché se non è accanto a lui si sente spazzatura. La prima cosa da fare è elevare l’autostima, rafforzare la persona complementare e in secondo luogo spiegare quale sia la personalità del suo partner. Sono situazioni particolari e straordinarie,fuori dal comune e forse le regole standard di come implementare tecniche psichiatriche sono inutili o servono poco.Una volta che si è rafforzata l’autostima e spiegato cosa sia uno psicopatico, allora sì, una volta che si è raggiunto questo obiettivo,  si dovrebbe cercare qualcuno nell’ambiente familiare della complementare che la possa aiutare, qualcuno che sia una persona significativa per lei e che si renda disponibile affinchè, qualora la complementare tenterà di contattare lo psicopatico o viceversa, questa terza persona fidata la sosterrà e fermerà. Una volta che abbiamo ottenuto una maggiore autostima, dato informazioni, risolti i problemi materiali o pratici, solo allora può implementare il salto, imponendo la distanza con il psicopatico. Questo dovrebbe essere fatto, secondo la mia esperienza, con durezza totale e assoluta. È necessario con la paziente essere estremamente duro, senza nessuna concessione, perché lo psicopatico non ha intenzione di averne con lei. Il tipo di contatto che si deve avere con lo psicopatico da quel punto in avanti è pari a zero. Guardate la durezza e la posizione estrema con cui  sto parlando. Perché? Proprio perché “B” se contatta “C”, il circuito viene riattivato e tutto ricomincia”.

TABELLA DI RIPROGRAMMAZIONE PSICHICA DELLA EX VITTIMA DELLO PSICOPATICO

Questa tabella rappresenta un sistema di uscita dal labirinto mentale e materiale generato dalla relazione disfunzionale con un narcisista perverso o con uno psicopatico ad opera di una ex vittima che da quel labirinto e’ uscita senza aver perduto la propria capacità di vivere, amare, gioire e credere in se stessa.

La tabella si riferisce ad una fase successiva la presa di consapevolezza del disturbo del partner abusante e, comunque, presuppone che il rapporto sia chiuso e che possa essere attuato il contatto zero.In caso si debbano avere necessariamente interazioni con il manipolatore, si consiglia di applicare, oltre alle indicazioni sotto elencate, anche le strategie di contromanipolazione ( v. articolo su questo blog “lo psicopatico:come contromanipolare”).

Il percorso di uscita ha una durata soggettiva ed è reso più o meno breve da una serie di fattori personali ,tuttavia , può essere misurato in linea di massima in 12-18 mesi almeno.

Il percorso si presenta molto complicato e doloroso soprattutto i primi tre mesi .

La tabella si compone di regole che devono essere adottate sempre. La mancata o parziale osservanza di una regola compromette la uscita dalla relazione e dalla dipendenza dal proprio aguzzino o ne aumenta la durata.

REGOLA N. 1

Questo percorso di liberazione deve essere vissuto come una battaglia con una parte di se stessi,

NON SEGUIRE E NON FARE CIO’ CHE TI SUGGERISCE LA PARTE MALATA DI TE STESSA

Dopo la relazione, a causa della distruzione dell’identità e della autostima c’è una parte di te che e’ rimasta asservita al narcisista perverso o psicopatico. La parte di se stessi resa dipendente e fragile si opporrà alla accettazione della fine definitiva della storia. Bisogna pertanto avere coscienza che in te avrai  una “te” da sostenere, da proteggere e da non seguire mai, giacchè, essendosi ammalata, tende a riportarti di nuovo dinanzi al soggetto abusante o a mantenere un intimo colloquio “muto” con lui, attraverso messaggi in codice o subliminali sui social , ad esempio.

REGOLA N. 2

Il contatto zero non deve essere mai interrotto. Il contatto zero include non guardare wa, facebook ed  alcun profilo o sito in cui ci sia lui o persone vicine a lui. Il contatto zero significa non poter frequentare luoghi o persone frequentate da lui. Il contattozero comprende il non rileggere vecchi sms, mail, lettere o guardare foto sue o tue scattate nel periodo della relazione.

Il contatto zero serve non solo per sottrarti al pericolo ed alla relazione ma soprattutto ad evitare la manipolazione che il soggetto abusante determina sia con le parole sia attraverso la comunicazione “muta” cioè attraverso messaggi tesi a fingere un interesse o a ferirti, mostrandosi felice con la nuova vittima, circostanza che porta dolore ansia rabbia e desiderio di riallacciare il rapporto per non vedersi sostituite.

Il contatto zero durerà per tutta la vita.

Il narcisista perverso o psicopatico e’ in grado di riattivare il circuito perverso con te anche a distanza di anni .

REGOLA N. 3

SAPPI CIO’ CHE TI ATTENDE

Bisogna essere consapevoli ed accettare il dolore e il senso di ansia. Sappi che non esiste un modo per non soffrire. Sappi che tutto questo ha un inizio ed ha una fine. Ricorda che per i sintomi sotto elencati non si muore ma, al contrario, in una relazione con un narcisista perverso o psicopatico SI MUORE emotivamente e spesso fisicamente.

Si deve avere coscienza che, soprattutto i primi tre mesi, soffrirai di

-attacchi di ansia

– angoscia

incapacità di concentrazione sul lavoro, disinteresse per attività quotidiane, incapacità di ascolto dei familiari

-insonnia,incubi

-pensieri ossesivi dell’abusante

-paura

-senso di solitudine e disperazione

-disturbi alimentari

-rabbia alternata a tristezza

senso di blocco

-dolore acuto

-pianto o blocco del pianto

-malesseri o disturbi fisici derivanti dalla somatizzazione del trauma.

Questi sintomi sono causati dalla astinenza provocata dall’assenza del soggetto nella nostra vita e dal trauma da stress .

Durante le prime settimane sono molto invasivi e mineranno la capacita di vivere e relazionarsi in modo normale.

REGOLA N. 4

Resisti ai sintomi. Non spaventarti e non dubitare di te stessa: ce la farai.

I sintomi indicati nella regola tre sono così intensi e dolorosi da indurre la vittima a credere che non può superarli o che non finiranno mai.

I SINTOMI hanno un andamento fisso e durano invece da pochi minuti a poche ore , come le doglie da parto.

I SINTOMI iniziano piano e crescono di intensità in pochi minuti ed hanno un picco quasi insostenibile. Raggiunto il picco, l’intensità scende entro breve termine sino a scomparire.

I SINTOMI si susseguono in fase : insorgenza-crescita-picco-discesa-scomparsa e danno un lasso di tempo di tregua di qualche minuto o ora o giorni.

REGOLA N. 5

Trova un hobby, un interesse che avevi abbandonato o cercatene uno o più di uno nuovo.

REGOLA N. 6

ricontatta le persone sane e positive cui vuoi bene o con cui stai bene e che hai trascurato durante la relazione. Movimenta la tua vita sociale, anche facendo piccole cose ( visite al museo, passeggiate, cinema, cene tra amici) almeno una-due volte alla settimana. Fallo anche se non ti va molto, fallo anche se sei triste o disperata.

REGOLA N. 7

Limita, ma senza forzare, il pensiero invasivo di lui. La mente non può avere due pensieri contemporaneamente ed il pensiero di lui sarà all’inizio un pensiero fisso. Ciò stanca, strema. Pertanto, senza arrabbiarti o spazientirti, ogni volta in cui arriverà il pensiero intrusivo, lo accetterai per pochi minuti e poi distoglierai la mente con pensieri precedentemente scelti da te, i pensieri-aiuto:essi sono pensieri positivi,anche frivoli (ad es. se avessi la bacchetta magica vorrei essere alta o mora…ecc. ed iniziate a fantasticare) o pensieri-aiuto su un periodo o episodio divertente della vostra vita. Ovviamente i pensieri-aiuto non devono riguardare il periodo della relazione.

REGOLA N. 8

Per i primi due o tre mesi conta i giorni. Puoi anche tenere un diario su cui annotare l’inizio del percorso e le giornate. Ogni giorno, bello o brutto, vissuto in no contact è un grandissimo successo: BRAVA.

REGOLA N. 9

NON Ti GIUDICARE. Avrai  la tendenza a giudicarti stupida, incapace, fallimentare, non amabile ed attraente. Avrai la tendenza a pensare ” in fondo aveva ragione a dirmi ” sei grassa o sciocca o pazza o puttana; ecco perché non mi amava, ora ama un’altra migliore di me “.

Queste emozioni sono frutto della violenza subita e della manipolazione nella fase di svalutazione e scarto attuata dal perverso proprio allo scopo di dominarti ed impedirti di scappare.

Pertanto, ogni forma di giudizio ed esame della tua condotta fino a oggi deve essere rinviata di alcuni mesi, non appena avrai recuperato la serenità e lucidità di capire e di darti le giuste responsabilità.

REGOLA N. 10

NON CERCARE ORA TUTTE LE RISPOSTE

Alcune  risposte non le avrai mai, ma molte si, le avrai in seguito. Arrovellarsi il cervello per trovare risposte è deleterio in questa fase. Sei troppo vicina alla relazione, troppo destabilizzata, troppo immersa nella nebbia. Recupera le forze, tutto apparirà chiaro e decodificherai ogni vissuto ed ogni gesto, tuo e dell’aguzzino.

REGOLA N. 11

SEGUI SEMPRE IL TUO ISTINTO

La parte sana di TE ed il tuo corpo ti parla, da ora in poi ascoltalo sempre.

REGOLA N. 12

Se riesci a vivere altre storie, importanti o frivole, bada a chi sia il nuovo lui. Se l’istinto ti dice che è sano, continua anche se il soggetto non ti fa battere il cuore o non ti dà l’adrenalina (malata) che dava lo psicopatico.

Le persone sane danno serenità e non botte adrenaliniche. A te serve poter essere sereni, passare ore piacevoli in cui ti senti bene.

REGOLA N. 13

NON TI SCORAGGIARE SE TUTTO ORA CADE A PEZZI.

I danni creati dal perverso sono enormi, sia emotivamente e psicologicamente, sia a livello professionale, familiare e sociale.

Sentirsi in colpa per non aver avuto la forza di evitare tutto il massacro è inutile. Ora sei “malata”, sei stata abusata e nessun abusato sottoposto ad un massacro riesce a fare le cose per bene. Ora stai curando la malattia. Concediti  tempo per guarire  (in fondo ne hai dato così tanto a lui da poterne dare anche a te stessa ) e poi riparerai tutto .

REGOLA N. 14

LA RABBIA. Prima o poi esploderà. E’ necessaria e durerà mesi. Non scrivergli e non chiamarlo. Se già lo hai fatto, ripetiti a mente cio’ che gli hai detto. Se non lo hai fatto, urlatelo da sola, scrivilo e metti la lettera nel cassetto, corri , sfoga la rabbia e poi superala.

pensa a te, al narcisista penserà la vita”

REGOLA N.15

LUI SARA’ COSI PER SEMPRE E CON CHIUNQUE

Se vieni assalita dalla gelosia rifletti su cio’ che ti ha fatto. Pensi davvero che  possa fare diversamente nel medio tempo? No, lui può solo peggiorare

REGOLA N. 16

NON DITE A LUI O A PERSONE  A LUI VICINE QUALE DISTURBO ABBIA: NON DITE DI AVERE SCOPERTO CHE E’ UNO PSICOPATICO.

Non solo non ti crederebbero ma penserebbero che sei pazza e rischi una denuncia. Solo tu lo sai cosa lui sia e questo basta.

REGOLA N. 17

NON SARAI CREDUTA DA AMICI. EBBENE :FREGATENE.

Molti non ti crederanno  e penseranno che sei immatura perchè non riesci a superare la fine di una storia. Non crederanno al trauma, all’abuso, a nulla. Fregatene. Tu lo sai, il tuo gruppo di auto aiuto ti crede,il terapeuta ti crede e se non ti crede cambialo.

REGOLA N. 18

TERAPIA .

Se puoi, vai in terapia da un esperto in psicopatia e dipendenza affettiva.

Stai combattendo una battaglia durissima. Stai combattendo per la tua incolumità. Stai combattendo per difenderti.

Se non risucirai a rispettare queste regole, non ti giudicare e ricomincia. Abbi affetto e dolcezza per te stessa, prenditi cura di te come ti sei  presa cura di lui. Datti tenerezza, regali, incentivi, comprensione e perdono.

Stai per uscire dal labirinto, impiegherai mesi, ma non importa. Starai sempre meglio.

All’uscita dal labirinto, ti aspetta una nuova fase del percorso, verso casa.

Coraggio pazienza, determinazione, lucidità.

Hai amato un mostro, seppellisci la persona che non esiste se non dentro di te, piangi e vai  avanti.

Ce la farai. 

Molte vittime  ce l’hanno fatta e non sono migliori di te.

Il tempo è un padre amorevole,  il contatto zero sarà tuo complice e tuo  fidato amante, pian piano tutto maturerà in te e nascerà un frutto: lo tradurrai  in pensiero :

“e’ finita, per me è finita”.
Ed un senso di pace che avevi dimenticato ti riempie mentre percepisci che sulla bocca  dopo tanto soffrire  sboccia un sorriso .
Click .
FINE.

 

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Addio finale al narcisista perverso

Eppure sei morto senza fare rumore.
Lo sai ? Avrei voluto invecchiare con te.
Avrei voluto salutarti guardandoti negli occhi.
Immaginavo le nostre mani intrecciate e le dita impazzite nello stringersi per l’ultima volta . Avrei voluto annegare il mio sguardo nel tuo ed accarezzare i confini del tuo volto e scoprire che il tuo volto non ha confini.

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Eppure sei morto senza fare rumore”   M.M.

Eppure sei morto senza fare rumore.
Lo sai ? Avrei voluto invecchiare con te.
Avrei voluto salutarti guardandoti negli occhi.
Immaginavo le nostre mani intrecciate e le dita impazzite nello stringersi per l’ultima volta. Avrei voluto annegare il mio sguardo nel tuo ed accarezzare i confini del tuo volto e scoprire che il tuo volto non ha confini.
Che piega avrà il tuo sorriso fra vent’anni ? Non lo saprò mai e tu non sentirai più il suono della mia voce .
Avevo immaginato che tutto questo sarebbe stato dilaniante anche per te.
Ma poi, ho dovuto arrendermi alla verità.
Tu non sei chi mi avevi fatto credere di essere, tu non hai un volto buono ne’ un cuore buono, tu non soffri se non per te stesso e per un tempo che vale un battito di ciglia.
A ben vedere, sei invece colui che ha sistematicamente infilato la lama proprio nel punto più sottile della mia anima. Ricordi ? Te lo avevo spiegato, poi gridato ed infine ti avevo supplicato :”non in quel punto, se devi colpire, colpisci un po’ più giù o un po’ più su, ma non sfiorare quel punto”.
Eri talmente bravo a scusarti ed a promettere che mai più avresti squarciato le fessure delle mie fragilità, che io ti ho creduto una, due, tre, mille e mille volte. Ma tu squarciavi e promettevi, promettevi e squarciavi sempre di più.
Ti volevo proteggere da qualcosa che ti rendeva nero, ti volevo insegnare ad amare.
Ed invece, tu mi distruggevi e tutto sommato era questo che ti dava forza.
Io mi ero fidata di te, mi ero fidata di te.
Io mi ero fidata quando sembrava avessi trovato in me la ricchezza ed il ristoro, la passione ed il tuo futuro.
Io mi ero fidata di te quando riempivi la mia testa di parole grandi pronunciate con una voce che tremava e gli occhi umidi.
Io mi ero fidata di te quando mi facevi credere che non potessi perdermi.
Io mi ero fidata di te anche quando nascondevi nel tuo abbraccio un coltello invisibile ed accoltellavi la mia schiena nuda , mi fidavo di te che rimanevi avvinghiato a me e mi fissavi, godendoti la scena dei miei occhi spalancati sulla tua pugnalata traditrice e mi osservavi vittorioso mentre ti scivolavo tra le braccia piegata dal dolore dello squarcio.
Mi sono fidata di te mentre quindi cadevo in ginocchio sulla mia nudità ed il tuo silenzio di fuggitivo crudele mi regalava l’ultimo atto della tua opera teatrale.
Adesso so che sei soltanto molto disturbato, quelli come te li chiamano psicopatici. Adesso lo so che sei maligno e perverso e che la tua vita e’ un castello di carta, e ‘ un insieme di violenza distruzione fallimenti e morte.
So che tutto ti attraversa senza lasciare traccia, non hai lacrime vere, non conosci il dolore, non hai ricordi, non hai sogni, non conosci la gioia, non comprendi l’amore.
Sei un bravo mimo, ma questo non basta per renderti un essere umano. E di sicuro non e’ sufficiente perché tu abbia il privilegio di avermi accanto.
Per questa ragione, salutarti, guardandoti, non ha più importanza: non c’è nulla da vedere nei tuoi occhi .
Nulla e’ autentico in te, sei come una immagine proiettata sulla tela : se sono distante e ti guardo, sembri vero ma se mi avvicino, se cerco la tua mano, io non ti afferro, tu svanisci, dissolto in mille frammenti, come fotoni multicolori privi di sostanza, di carne, di sangue e di calore.
Non ho più bisogno di dirti queste cose e neppure di dimostrati la mia indifferenza.
Io sono viva, io sono vera e tu non sei riuscito a mutilare le mie ali.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido, sei così insignificante ormai.
Alla fine sei morto, senza fare rumore.

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LO PSICOPATICO CHI E’?

Chi è lo psicopatico? Lo psicopatico è un soggetto affetto da un disturbo deviante dello sviluppo,caratterizzato da una condizione di aggressività e dall’incapacità di stringere una relazione basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni.

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Anima contratta rinneghi il tuo stesso esistere

vivi di altrui luce, predatrice spietata cacci chi splende.

Sei destinata ad eterno pianto.  

                                                                                                                                     M.M.

Chi è lo psicopatico? Lo psicopatico è un soggetto affetto da un disturbo deviante dello sviluppo, caratterizzato da una condizione di aggressività e dall’incapacità di stringere una relazione basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni. La psicopatia è un processo, una continua interazione di fattori emotivi e comportamentali che si evolvono nella direzione di un particolare punto di arrivo: la perdita definitiva del sentimento umano di essere nel mondo degli umani. (J.R. Meloy (2002), The Psychopathic Mind, Aronson, N.Y.)

Molti studiosi e ricercatori, avendo accertato che i soggetti che hanno tratti psicopatici presentano differenze cerebrali e modalità relazionali atipiche, avanzano l’ipotesi che essi rappresentino predatori intraspecie, presenti tra gli esseri umani “non psicopatici”, perché, in linea con la teoria di Darwin, potrebbero tornare utili alla collettività in casi straordinari. Essi, infatti, sarebbero idonei ad affrontare situazioni del tutto anomale, impreviste o strane. Così, in caso di guerra, una persona insensibile e crudele diventa l’eroe.

Il termine “psicopatia” attualmente non è più presente nel manuale diagnostico delle malattie mentali, il DSM-IV. Infatti, nel corso del tempo il costrutto di personalità antisociale, ha soppiantato l’uso del termine “psicopatia”, sebbene i concetti di psicopatia e personalità antisociale sono diversi pur essendo  connessi tra loro. Nello specifico, la psicopatia può essere considerata la forma maligna della personalità antisociale: i comportamenti posti in essere dallo psicopatico sono predatori, programmati, distruttivi, indifferenti alle conseguenze, privi di rimorso; si tratta di soggetti tendenti ad avere il controllo sulle altre persone e ad ottenere quanto desiderato.

Accanto alla figura sicura di se’, esiste un’altra tipologia di psicopatico: lo psicopatico depresso.

Si tratta di un pessimista anedonico (che non gode del piacere), piagnone, che non riesce a trovare un senso, un valore nella vita. E’ una persona che, non trovando uno scopo, un perché della sua esistenza, non avendo un obiettivo da seguire, si annoia. Per questo predatore gli incentivi comuni non sono sufficienti per generare piacere o gioia. Per lui è sempre stato così: sono gli psicopatici che potremmo chiamare melancoloides.

Lo psicopatico depressivo vive per ruminare nel negativo, nella mancanza di purezza, nel corrotto, nel vuoto del passato e del futuro angosciante. Protestano sempre, covando rancore e ogni cosa negativa che accade, serve per confermare la loro tesi iniziale: “Questa è una vita di merda” (Hugo Marietan).

Lo psicopatico non è visibilmente al 100% psicopatico nelle sue azioni. Non ha una caratteristica fisica che lo distingue. Solo quando pone in essere atti psicopatici si svela e siamo in grado di riconoscerlo. Non sono tutti brillanti e di successo, ci sono psicopatici brutti, insignificanti, vagabondi e marginali; altri manifestano soltanto  in ambito privato le  perversioni e quindi, fatta eccezione per la vittima complementare, appaiono come persone comuni.

Sul piano psicopatologico va fatto cenno al narcisismo maligno (Kenberg, 1984), una particolare condizione di natura patologica che presenta caratteristiche primitive sadiche e paranoiche che sono parte dei tratti psicopatici e si fondano sullo stesso substrato psichico.

Robert D. Hare  è ritenuto uno dei massimi esperti di psicopatia; secondo lo studioso, gli psicopatici sono “predatori intraspecie che usano fascino, manipolazione, intimidazione e violazione per controllare il prossimo e soddisfare i propri egoistici bisogni; mancando di morale ed empatia, riescono freddamente a prendere e a fare ciò che vogliono, violando norme e divieti sociali senza il minimo senso di colpa o rimpianto” (Without Conscience, 1998, Guilford Press). Hare propone una tipologia basata sulla sua vasta ricerca sugli psicopatici, che si dividono in tre categorie. La prima è quella degli psicopatici primari, considerati dall’autore i veri psicopatici. Normalmente essi non si presentano come soggetti violenti, ma appaiono socievoli, affascinanti e verbalmente esperti. Si presentano dunque come individui calmi e padroni di se stessi; essi però sono crudeli, manipolativi, egoisti e menzogneri (Levenson, Kiehl, Fitzpatrick, 1995). Questi individui sono ottimi attori e riescono a suscitare emozioni nei loro interlocutori. I crimini che scelgono di commettere sembrano riflettere la loro immaturità e la loro totale mancanza di rispetto sia per i sentimenti personali che per la salute altrui (Bartol, 1995). Gli psicopatici secondari hanno invece severi problemi emozionali; la loro delinquenza viene attribuita all’isolamento sociale che li caratterizza (Bartol, 1995). Sebbene lo psicopatico primario sia il vero psicopatico, sono gli psicopatici secondari a venire più frequentemente in contatto con la legge. Infine, gli psicopatici dissociali mostrano comportamenti aggressivi e antisociali che hanno appreso nell’ambito del loro ambiente evolutivo.

Gli psicopatici cominciano a esprimere la loro psicopatia fin dall’infanzia e dalla adolescenza e non cambieranno in seguito. Lo psicopatico non impara dalle esperienze e ancora meno della cultura. Durante l’infanzia i tratti psicopatici si rilevano nella crudeltà su animali o altri bambini, disprezzo per le gerarchie scolastiche, aberrazioni comportamentali, che sono di solito “smorzate” da insegnanti e familiari con il pretesto di “problemi emotivi” o “cattiva educazione”.

Uno psicopatico si riconosce per le sue modalità nella vita affettiva, o meglio, per la distorsione della stessa; egli infatti non crea legami significativi con nessuno e sfrutta gli altri a proprio vantaggio.  Il vero psicopatico non si preoccupa delle conseguenze della azioni che compie, nemmeno se vanno a danno della propria famiglia e non accetta la responsabilità dei propri gesti. Egli ritiene che in fondo le vittime meritino il suo comportamento. Lo psicopatico è freddo, impulsivo ed incapace di immedesimarsi negli altri (assenza di empatia) tanto da, conseguentemente, risultare privo di rimorso, anche allorché commetta le azioni più ignobili. Infatti, soltanto chi è in grado di sentire o immaginare il dolore che un essere umano prova vivendo certe situazioni, prova senso di colpa. Tuttavia, ciò che rende estremamente pericoloso per la società questo predatore è una caratteristica, che fa passare in secondo piano gli aspetti che invece farebbero scappare chiunque: la sua notevole capacità di affascinare e manipolare le vittime. Quello che succede, addirittura con gli psicopatici che hanno commesso i più efferati crimini, è che alla fine di una interazione con loro, li si considera “simpatici”, così come ammettono numerosi criminologi e psichiatri. Essi hanno l’abilità di sviare i discorsi e di utilizzare una forma comunicativa priva di significato ma ipnotizzante. Dopo pochi minuti di conversazione, lo psicopatico confonde l’interlocutore più attento e lo porta a dimenticare quale fosse l’argomento che gli stava a cuore per condurlo esattamente dove voleva lui. Se a questa capacità si unisce l’intenzione primaria che muove lo psicopatico, cioè lo sfruttamento dell’altro (a livello economico o sessuale o di rifornimento affettivo) e la sua abilità nel leggere i punti deboli altrui per trarne vantaggio, appare chiara l’elevata pericolosità di questi soggetti, dai quali è molto difficile difendersi.

Gli psicopatici rivendicano il totale asservimento e attenzione della vittima ed usano ogni strumento per ottenerla, dalla violenza alla menzogna, al vittimismo.

Gli psicopatici primari generalmente non sono violenti fisicamente, sono chiamati “psicopatici di successo”, cioè i predatori migliori, coloro i quali sono riusciti nell’intento di confondersi  tra gli altri esseri umani, perfettamente mascherati  “da brave persone”, affabili, gentili, calmi ed equilibrati, inseriti socialmente, sembrano normali e si presentano molto bene mentre invece sono totalmente incapaci di emozioni, ingannano e manipolano gli altri, vittimizzano le prede che usano e poi gettano via senza pietà.

Gli psicopatici secondari, invece, hanno una psicopatia più evidente, commettono più reati e vengono arrestati più frequentemente; sono molto violenti, crudeli e commettono delitti efferati senza provare il minimo turbamento.

Gli psicopatici dissociali (o antisociali) sono delinquenti abituali ed hanno appreso questa modalità dall’ambiente circostante, provano maggiore empatia e capacità relazionale. Infatti, la psicopatia pura è considerata la parte maligna del disturbo antisociale.

Robert Hare nel 2003 mise a punto una versione di un suo precedente test, tutt’oggi ritenuto, su scala mondiale, uno degli strumenti più attendibili per misurare i livelli di psicopatia in un individuo. Questo test, utilizzato in molte parti del mondo da psichiatri, ricercatori e criminologi è denominato PCL-R, è formato da 20 items a cui può essere assegnato un punteggio di 0 se il soggetto non presenta la caratteristica descritta, 1 se la presenta in parte, 2 se invece la possiede. Il test, attesta l’abilità e abitualità nel mentire degli psicopatici, viene somministrato in unione con interviste a parenti e col supporto di documenti ed è valido anche se si escludono fino a 5 items (ad esempio quelle riguardanti il carcere se la persona non vi è mai stata):

  • Loquacità/fascino superficiale
  • Senso di sé grandioso
  • Bisogno di stimoli /propensione alla noia
  • Bugia patologica
  • Impostore/manipolativo
  • Assenza di rimorso/senso di colpa
  • Affettività superficiale
  • Insensibilità/assenza di empatia
  • Stile di vita parassitario
  • Deficit del controllo comportamentale
  • Comportamento sessuale promiscuo
  • Problematiche comportamentali precoci
  • Assenza di obiettivi realistici a lungo termine
  • Impulsività
  • Irresponsabilità
  • Incapacità di rispettare la responsabilità delle proprie azioni
  • Numerosi rapporti di coppia di breve durata
  • Delinquenza in età giovanile
  • Revoca della libertà condizionale
  • Versatilità criminale

Mentre le persone normali hanno un punteggio pari a 5, chi raggiunge i 29-30 punti ha forti tratti psicopatici, chi ottiene oltre i 30 è considerato uno psicopatico puro.

Lo psicopatico cattura le prede fingendosi affabile, autentico, sicuro e moralmente corretto o tenero e bisognoso di cure, modulando queste facce a seconda del tipo di vittima che ha davanti; difatti, il predatore ha capacità di captare le fragilità inconsce delle vittime per attirarle, sfruttarle, distruggerle ed infine eliminarle dalla sua vita. L’assoluta mancanza di empatia e rimorso fa sì che questi individui passino a nuove prede ripetendo lo stesso ciclo senza provare alcuna emozione e resettando totalmente il vissuto precedente. Gli studiosi parlano di proto-emozioni degli psicopatici cioè di emozioni molto primitive e superficiali che si esauriscono nel giro di poco tempo. Quindi, anche nei rari casi in cui provano una qualche forma di attaccamento verso qualcuno, questo attaccamento svanirà in tempi record e non impedirà la messa in atto di comportamenti psicologicamente o fisicamente  violenti.

Si comprende bene che questi tratti appartengono ad un essere umano totalmente diverso dagli altri. In cosa è diverso lo psicopatico? Le ricerche di neuropsicologia hanno indagato la struttura morfologica del cervello dello psicopatico ed hanno confermato che esso ha delle diversità rispetto a quella delle persone non psicopatiche. Attraverso la brain imaging (risonanza magnetica) si è appurato che vi sono differenze in regioni cerebrali come amigdala e corteccia orbitofrontale. Il compromesso sistema di funzionamento in queste regioni comporterebbe una minore reattività allo stress, alla paura ed alla sensibilità verso la punizione. Altra differenza che le ricerche hanno attestato è una diversa concentrazione di due ormoni, il cortisolo (minore negli  psicopatici rispetto alle persone normali) ed il testosterone (maggiore negli psicopatici), ormoni che influenzano la risposta efficiente alla emotività degli psicopatici.

Sono stati condotti studi che hanno quindi dato risposta scientifica a quella caratteristica che contraddistingue il soggetto psicopatico: la sua mancanza delle normali risposte emozionali. Ricerche psicofisiologiche hanno misurato l’attività della pelle e del cuoio capelluto: la conduttanza cutanea. Gli psicopatici hanno ridotte risposte di conduttanza cutanea a stimoli come forti rumori o suoni che in soggetti normali dovrebbero indurre allarme o paura.

Inoltre, gli psicopatici non fanno differenza nell’elaborare parole emotive neutre da parole cariche affettivamente (ad esempio “padella” e “amore”), i tempi di reazione sono identici nei due casi, mentre un soggetto normale impiega più tempo nelle parole con un significato emotivo. Un’altra differenza è la mancata laterizzazione degli emisferi durante i discorsi, per cui il discorso dello psicopatico è rapido, impreciso quasi schizofrenico. Lo psicopatico non integra emozione con cognizione, in presenza di stimoli negativi, ad esempio l’immagine di una mutilazione, egli rimane impassibile. Sembra che lo psicopatico abbia un deficit nelle aree del cervello preposte alle decisioni morali, per questo, di fronte a scene di violenza, il suo cervello si attiva molto blandamente. In pratica, lo psicopatico non sente la sofferenza altrui, non empatizza e quindi non se ne preoccupa.  

Sebbene gli studi stiano accertando la differenza genetica tra gli psicopatici e le persone normali, tuttavia, alcuni geni sono influenzabili dall’ambiente; cioè, qualora vi fosse un ambiente favorevole sin dall’infanzia, un soggetto che presenta geneticamente i tratti psicopatici potrebbe sviluppare la sua psicopatia oppure far rimanere silenti quei geni, .

Lo psicopatico ha una scala di valutazione che non corrisponde con la scala di valutazione generale. Non perché egli sia all’oscuro dei criteri di valutazione generale, ovvero delle leggi, non ha un deficit cognitivo, ma mette i suoi valori prima dei valori etici e legali condivisi dalla collettività; se ha un obiettivo, cerca di raggiungerlo. Il costo di base non è importante, ciò che conta è ottenere il risultato, pagando però il minor prezzo possibile.

L’oggettivazione dell’altro è una modalità tipica del loro agire, essi tolgono agli altri esseri umani il riconoscimento di essere umano: l’altro esiste solo per essere sfruttato come un oggetto. Quindi lo psicopatico farà all’altro ciò che si fa con un oggetto, lo  utilizzerà fino a quando gli sarà utile senza dare problemi, poi lo dimenticherà o lo getterà via,  o lo distruggerà.

La psicopatia crea ingenti danni sociali ed economici, genera immani sofferenze nelle persone che entrano in contatto con chi è affetto da questo disturbo. Gli psicopatici in famiglia o a capo di aziende o, addirittura a capo di nazioni (Hitler e Stalin per esempio) generano dolore, disastri, traumi.

Ci auguriamo che l’informazione da un lato e la ricerca dall’altro possano contribuire un giorno a ridurre tali danni.

Riconoscere uno psicopatico vuol dire avere la possibilità di recidere con lui ogni legame, senza cedere all’illusione di cambiamento. Chi, purtroppo, non può tagliare i contatti, deve imparare, tramite le tecniche di contromanipolazione, a gestirlo senza farsi risucchiare dal suo circuito.

Se incontri uno psicopatico, non tentennare, allontanati senza fissarlo, senza ascoltarlo e non voltarti più indietro.

Psicopatia- Andrea L. e Adrian Glenn- Giovanni Fioriti Editore

Psicopatia-Steano Ciulla- Università degli Studi di Palermo-2010

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