I FIGLI DELLA VIOLENZA

Se dalla relazione sono nati figli, lo scenario peggiora ulteriormente. La vittima, infatti, resisterà più a lungo nell’errato, seppur comprensibile, convincimento che vi sia una famiglia da salvare, la vicinanza di un padre (o madre) da garantire ai bambini e ciò comporterà una più estesa esposizione di se stessa e dei figli alla disfunzionalità ed alla pericolosità dei comportamenti  violenti.

       

Figlio, avevi il mare negli occhi e mi guardasti immenso e fiero. Le tue parole hanno interrotto il suono del flauto magico ed il sole ha inghiottito la nebbia.

                                                                                                               M.M.

Il mondo in cui il narcisista maligno, o il soggetto violento in genere, trascina la propria compagna è un mondo intriso di bugie e mistificazioni, maschere e linguaggio contorto, comunicazioni artefatte, instabilità ed arroganza. La vittima non sempre è consapevole della prigione in cui è caduta, spesso tenta di salvare il rapporto, annaspa nell’intento di adeguarsi al modello di donna che lui pretende, soffoca la propria identità, viene schiacciata dalla morsa quotidiana degli svilimenti, dei silenzi, delle aggressioni verbali, fisiche, sessuali, dei tradimenti palesi e comunque negati.

Se dalla relazione sono nati figli, lo scenario peggiora ulteriormente. La vittima, infatti, resisterà più a lungo nell’errato, seppur comprensibile, convincimento che vi sia una famiglia da salvare, la vicinanza di un padre (o madre) da garantire ai bambini e ciò comporterà una più estesa esposizione di se stessa e dei figli alla disfunzionalità ed alla pericolosità dei comportamenti  violenti.

I danni derivanti da una relazione con un narcisista maligno sono stati ampiamente descritti negli articoli precedenti mentre si devono analizzare le ripercussioni devastanti che tali contesti abusanti operano nella psiche e nella vita della prole. (v. anche http://studiolegalemarinamarconato.it/violenza-psicologica-riconoscerla-difendersi/  https://contattozero.com/2017/03/26/la-violenza-dello-psicopatico-e-del-narcisista-perverso-2/

I bambini vengono solitamente strumentalizzati senza pietà dalla figura genitoriale violenta. Il genitore narcisista o comunque il soggetto disturbato, in costanza di rapporto con la compagna, adotta, in genere, due diversi schemi comportamentali: l’indifferenza o l’intrusione morbosa.

L’INDIFFERENZA

Il genitore narcisista maligno e il violento tendono a rimanere indifferenti alle esigenze emotive e materiali dei propri figli. I bambini vivono in un clima di costante trascuratezza psicologica, instabilità emotiva, in un clima contraddistinto dalla assenza del genitore che omette di partecipare alla sua vita. Questo tipo di comportamento si estrinseca nella mancata partecipazione agli eventi importanti quali colloqui con i docenti, recite scolastiche, performance sportive, vacanze, giochi condivisi. Il genitore sarà privo di attenzioni, può, sporadicamente, condividere brevi momenti con i figli, si lancia a volte in sermoni e prediche che gli danno l’idea che stia contribuendo alla sua educazione, può essere coercitivo ed autoritario e punitivo più per rafforzare il proprio potere che per assolvere alla funzione di cura, riversa sui bambini la propria rabbia e le proprie frustrazioni. Di fatto, il bambino lo avvertirà come un estraneo da temere o che gli provoca ansia senza, tuttavia, avere, data l’età, gli strumenti per comprendere cosa siano e come si elaborino le emozioni negative vissute. L’indifferenza si accompagna sovente alla incapacità di questi genitori di cogliere eventuali disagi, disabilità e deficit dei figli, ascrivendo taluni comportamenti inadeguati dei bambini non ad una problematica precisa, quale lo spettro autistico, la sindrome di Asperger, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, la dislessia, un disturbo d’ansia, ma alla incapacità dell’altro genitore, tacciato quale esagerato, visionario, assente. Per effetto del meccanismo della proiezione, che conduce ad addebitare agli altri proprie lacune o comportamenti disfunzionali, infatti, il genitore narcisista accuserà la compagna/o di azioni o omissioni commesse da lui stesso, quali la noncuranza o l’inadeguatezza del sistema educativo. Sono numerose le madri, ad esempio, che per prime e prestissimo si avvedono che un figlio manifesti un problema o un disagio, cogliendo immediatamente i primi segni del peggioramento inerente il funzionamento sociale e scolastico; il genitore-vittima chiederà all’altro genitore di approfondire la situazione mediante visite specialistiche, ricevendo spesso un fermo ed irremovibile diniego.

Il genitore narcisista e violento, fra l’altro, adotta un atteggiamento ambivalente alternando, così come fa nel rapporto di coppia, il volto buono al volto cattivo, soprattutto alla presenza di terze persone dinanzi alle quali ostenterà un calore, una affettività recitata e plateale che avrà come deleterio effetto quello di confondere ulteriormente i fanciulli. Maestri dell’inganno, insensibili ai sentimenti altrui, non vedono i loro figli o li vedono come mero prolungamento di se stessi.

L’indifferenza comporta un senso di abbandono nel bambino, crisi di nervosismo, di pianto, calo del rendimento scolastico. Se a tali carenze genitoriali uniamo il clima di violenza, sopraffazione, denigrazione agito contro la compagna/o, ben si comprendono i danni che ne scaturiscono. Sovente, questi ragazzi aneleranno le attenzioni del genitore mancante, lo inseguiranno, tenteranno di compiacerlo, elemosineranno l’amore, arrivando anche a rinnegare se stessi. Altre volte, invece, essi svilupperanno una ostilità verso di lui, ostilità che non gli sarà perdonata soprattutto durante la fase della eventuale separazione della coppia.   

 INTRUSIONE MORBOSA

Un altro meccanismo adottato è quello di invadere il figlio, di muoversi in modo costantemente opposto a quello dell’altro genitore, di assumere comportamenti anche fisici morbosi e petulanti, di elargire regali costosi, di non dare regole educative, di violare quelle date dall’altro genitore al fine di farlo apparire cattivo o peggiore. In fase di separazione della coppia, questi genitori tendono a dividere il letto con i figli anche se sono del sesso opposto ed ormai cresciuti, si inseriscono nelle chat con i loro amici, li confondono con comportamenti apparentemente adeguati e teneri ma, a ben vedere, piuttosto devianti. Il benessere del bambino è comunque trascurato ma in modo più subdolo, meno evidente ma non meno pericoloso. La gestione anche ordinaria diviene un incubo, vengono artatamente creati ostacoli, vengono criticate anche le scelte più irrilevanti, inventati i problemi. I bambini sono di fatto schiacciati nella mielosità, nella untuosità che ha solo la parvenza della affettività vera.

DANNI DERIVANTI DAL CLIMA VIOLENTO

La violenza non è soltanto quella delle aggressioni fisiche ma anche quella psicologica, invisibile ma devastante. E’ violenza, denominata violenza assistita, quella che subiscono i bambini allorquando siano costretti ad assistere ad episodi di violenza agita nei confronti di un familiare.  Secondo la definizione fornita dal CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia)in data 11.12.2003 nel congresso dal titolo “Bambini che assistono alla violenza domestica” : «Per violenza assistita intrafamiliare si intende qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figure di riferimento o su altre figure significative, adulte o minori; di tale violenza il/la bambino/a può fare esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo campo percettivo), indirettamente(quando il minore è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti». La Convenzione di Istanbul sottoscritta l’11.5.2011 e ratificata dall’Italia con Legge 27.6.2013 n. 77, codifica per la prima volta la violenza assistita affermando che “i bambini sono vittime di violenza domestica anche in quanto testimoni di violenze all’interno della famiglia”. Le conseguenze sono gravi e possono comportare l’insorgenza di disturbi, tra i quali il disturbo post traumatico da stress. La violenza assistita si realizza sia allorchè il minore assista fisicamente agli episodi violenti, sia quando ne ha percezione indiretta attraverso l’intuizione, in conseguenza di determinati fatti che succedono in casa, in sua assenza: le suppellettili, gli armadietti, le sedie rotti, i lividi della mamma, il fatto che è preoccupata, angosciata, terrorizzata, troppo silenziosa.

I fanciulli vivranno sensi di colpa e frustrazione, ritenendo inconsciamente di essere la causa degli scontri fra i genitori, della violenza del padre sulla madre e si autoaccusa di non saper difendere chi ne ha bisogno, provando un profondo senso di fallimento oppure adotterà comportamenti adultizzati di accudimento verso uno o entrambi i genitori o verso i fratelli, con la messa in atto delle strategie necessarie a proteggere la vittima (ad es., apre la porta di casa sempre quando suona il campanello o risponde sempre al telefono, per filtrare le comunicazioni del padre etc.) o avrà, come detto, comportamenti compiacenti verso il padre-carnefice, avrà la tendenza a mentire, si ammala spesso (simula la malattia o somatizza) e farà molte assenze, in classe sarà distratto ed apparentemente svogliato. Inoltre, può verificarsi che i maschi potranno emulare il padre, assumendo in futuro una modalità relazionale con la donna improntata alla violenza, al contrario le ragazze potranno ritenere normale l’uso della violenza nelle relazioni affettive. I bambini cresciuti in un ambiente domestico violento sono maggiormente esposti al rischio di aggressività poiché l’abuso porta una risposta cronica di stress e può portare al mancato sviluppo di controllo degli impulsi e della regolazione emotiva. Uno dei fattori di rischio di molti disturbi tra i bambini e gli adolescenti è proprio rappresentato da fattori ambientali, ossia dal vivere in un ambiente domestico violento, stressante. Tra i disturbi più frequenti si rilevano il disturbo d’ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo ed il disturbo da stress post traumatico. Uno dei sintomi di tali disturbi sono le crisi di rabbia che si manifestano ad esempio quando viene chiesto ad un bambino di separarsi da un genitore per andare a scuola, oppure possono manifestarsi allorquando ad un minore con disturbo ossessivo compulsivo si impone di non adottare il comportamento tipico, come lavarsi le mani continuamente o contare. Tra gli adolescenti esposti alla violenza il rischio elevato è quello di sviluppare un disturbo bipolare, bordeline, di ricorrere all’uso di sostanze stupefacenti, alcool, attività illecite o pericolose, abbandono scolastico, atti autolesionistici, ideazioni suicidarie, suicidio.

IL NARCISISTA MALIGNO E IL VIOLENTO NELLE CAUSE DI AFFIDAMENTO E NELLE SEPARAZIONI CONIUGALI

Lo scenario che si prospetta alle vittime di violenza domestica non è affatto consolante. La donna che subisca violenza psicologica o fisica giunge infine alla decisione di interrompere la relazione abusante e sovente è costretta a sporgere denuncia e parallelamente ad intraprendere in Tribunale il procedimento per disciplinare l’affidamento dei figli. Purtroppo, per cause di diversa natura, la violenza domestica, soprattutto quella psicologica, non viene riconosciuta o viene minimizzata e non rappresenta il parametro su cui basare le sentenze di affidamento. In spregio della normativa nazionale ed internazionale ( v. la Convenzione di Istanbul), il padre violento rimane per il Giudice, per gli assistenti sociali, per i CTU, comunque il padre cui garantire, al pari dei padri amorevoli e non violenti e disturbati, ogni diritto alla genitorialità. Il cd. diritto alla bigenitorialità, sancito nell’ordinamento italiano dalla L.54/06, non è, come dovrebbe, il DIRITTO DEL BAMBINO a mantenere rapporti con entrambi i genitori, ma è divenuto, in una visione adultocentrica, il DIRITTO DEL GENITORE AD AVERE IL BAMBINO, a qualsiasi costo.  I minori, che pure per legge, hanno diritto ad essere ascoltati nel processo che li riguarda, nella realtà sono strumentalizzati, non considerati e manovrati dal genitore violento e dal sistema. Qualora un minore si rifiutasse di frequentare un genitore a causa della violenza da lui subita, qualora lo vedesse come una figura pericolosa o comunque distante ed ostile, il genitore violento, incapace com’è di mettersi in discussione e di preservare la serenità del figlio, si scatenerà nel volerlo a tutti i costi, intraprenderà una guerra arrivando, in assenza di risultati favorevoli, a chiedere che sia trascinato lontano dalla mamma e condotto in casa famiglia. Il genitore violento:

a) manipola CTU, Giudici, assistenti sociali, mediatori, coordinatori genitoriali, presentandosi come un padre attento, positivo ed adeguato

b)  confonde inventando fatti, creando piccoli ostacoli, presentando querele per un nonnulla, agitando le acque sino a farle diventare torbide in modo da impedire ad un Giudice di vedere la realtà, allo scopo di mimetizzare la violenza da lui commessa con una mera conflittualità di entrambi i genitori; il risultato è che il Tribunale non emetterà provvedimenti limitativi riconoscendo la sua incapacità genitoriale  ed il pregiudizio che egli rappresenta per i minori ma adotterà disposizioni che siano rivolte ad entrambi i genitori. In tal modo, molte madri perdono l’affidamento dei figli, sono indotte a ritirare le denunce penali, non vedono tutelati i ragazzi dal genitore abusante cui sono riconosciuti diritto di visita, affidamento e spesso addirittura collocamento.

c) chiede l’affidamento esclusivo dei figli (allo scopo di non versare il mantenimento alla donna)

d) costringe ad interminabili procedimenti dai costi altissimi (una delle minacce più frequenti è “ io ti riduco sul lastrico, ti prenderanno per pazza, ti toglierò i figli”)

e) chiede che i figli siano condotti in casa- famiglia (per il famigerato reset, metodo utilizzato dai sostenitori della ex PAS, alienazione parentale, sindrome della madre simbiotica ecc) metodo definito di stampo nazista secondo una recente ordinanza della Cassazione, la n. la 13217 del 2021, che prevede il trasferimento coatto del bambino lontano dalla madre con interruzione quasi totale dei contatti. Si tenga presente che, almeno in Italia, quasi tutti i CTU, psicologi o psichiatri forensi sono sostenitori di questa teoria, pur sconfessata dalla comunità scientifica internazionale, dal Ministero della Sanità, dalla Cassazione, inensistente per il DSM V. Questi operatori contribuiscono a favorire, più o meno coscientemente, il genitore violento ed a non tutelare il miglior interesse del minore e della donna.

 Per ulteriori approfondimenti leggasi http://studiolegalemarinamarconato.it/alienazione-parentale-e-narcisismo-patologico-e-psicopatia-connubio-mortale/

f) non concederà deleghe per il ritiro a scuola di parenti e amici della madre, non darà in consenso per le terapie psicologiche necessarie per i figli ( danneggiati dalla violenza subita), costringerà i minori, ancorchè piccoli a lunghe videochiamate, preferite poiché sistema di controllo verso la ex compagna, non presterà il consenso all’eventuale trasferimento della madre e dei figli magari nella città di origine della donna o in luogo in cui ella può trovare un lavoro migliore, costringendola a patire la fame,  cambierà idea in mille occasioni, dalla scelta della scuola, al tempo pieno, alla baby-sitter, al catechismo, non rimborserà le spese straordinarie e spesso non verserà il mantenimento, pur godendo di redditi elevati.

g) denigrerà sistematicamente la madre davanti ai figli, farà loro leggere le carte del processo, riferirà di vere o inventate relazioni sentimentali della mamma, non darà regole educative così da apparire il genitore buono, inserirà presto la nuova compagna nel nucleo familiare cui delegherà i compiti di cura ed accudimento

SOLUZIONI E VIE DI FUGA  

Il modo per tutelare i figli di un narcisista violento è allontanarli dal contesto abusante il prima possibile. Tuttavia, l’interruzione della relazione costituisce un rischio, in molti casi anche per l’incolumità fisica delle vittime. E’ fondamentale organizzare il proprio allontanamento sia recuperando risorse finanziarie necessarie per sostenere il costo dei processi, sia gestendo le comunicazioni in modo appropriato. E’ imprescindibile rivolgersi a figure esperte in tema di violenza anche psicologica, che abbiano acquisito una formazione nell’area della psicologia per prevedere ed arginare le trappole, le manipolazioni, le provocazioni che questi soggetti utilizzeranno per punire e vincere. E’ di primaria importanza premunirsi di prove, registrazioni, testimonianze da allegare alle denunce e/o agli atti dei procedimenti di separazione. E’ spesso necessario seguire un percorso di terapia psicologica per elaborare i traumi ed i danni derivanti dalla violenza. Le vittime hanno inoltre bisogno di un sostegno morale, economico e sociale da parte di amici e parenti poiché il non sentirsi soli, il sentirsi compresi e creduti contribuisce in modo rilevante ad acquisire la forza che servirà per uscire dal labirinto in cui sono cadute.

Avv. Marina Marconato

Bibliografia: Le emergenze psichiatriche nei bambini e negli adolescenti, Edra Editore

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SONO TORNATA ANDANDOMENE

E’ in programma il progetto Sono Tornata Andandomene, ciclo di Webinar contro la violenza sulle donne ed i minori a cura dell’Associazione Mi chiamava Principessa . Il primo Webinar, disponibile anche su You Tube, IL LABIRINTO DELLA VIOLENZA E LE VIE DI FUGA, trasmesso in diretta Facebook nella pagina Mi chiamava Principessa il 22 novembre 2020, con relatrici l’Avv. Marina Marconato, la D.ssa Maria Serenella Pignotti, la D.ssa Federica Tomasi, la Sig.ra Antonella Penati, presidente della Associazione Federico nel cuore onlus.

E’ in programma il progetto Sono Tornata Andandomene, ciclo di Webinar contro la violenza sulle donne ed i minori a cura dell’Associazione Mi chiamava Principessa . Il primo Webinar, disponibile anche su You Tube, IL LABIRINTO DELLA VIOLENZA E LE VIE DI FUGA, trasmesso in diretta Facebook nella pagina Mi chiamava Principessa il 22 novembre 2020, con relatrici l’Avv. Marina Marconato, la D.ssa Maria Serenella Pignotti, la D.ssa Federica Tomasi, la Sig.ra Antonella Penati, presidente della Associazione Federico nel cuore onlus.

I temi trattati saranno tesi all’esame dei contesti violenti, dei segni distintivi della violenza psicologica, della violenza assistita subita dai minori vittime del familiare violento, delle anomalie del sistema istituzionale e giudiziario e delle ripercussioni psicologiche sulle vittime della violenza.

Il video del webinar

Narcisismo patologico, psicopatia e Alienazione Parentale: un connubio mortale

Lo psicopatico, il narcisista patologico ed, in generale, il soggetto disturbato, violento e distruttivo, per l’innata esigenza di dominare e  distruggere anche le persone di famiglia, commette assai frequentemente reati ed illeciti dai quali ci si trova costretti a difendersi.

 

donne abuso

anima spolpata da famelica bestia

a brandelli ridotta

mentre il buio muove altalene di filo spinato

aghi e catene stringono la morbida pelle

                                                                                                                      M.M.

Lo psicopatico, il narcisista patologico ed, in generale, il soggetto disturbato, violento e distruttivo, per l’innata esigenza di dominare e  distruggere anche le persone di famiglia, commette assai frequentemente reati ed illeciti dai quali ci si trova costretti a difendersi. Tali personalità sono pressoché anaffettive, prive di empatia, invidiose delle qualità altrui e delle relazioni che gli altri sanno costruire. Per tali ragioni e per un profondo desiderio malvagio di vendicarsi giungono a compiere atti terribili, maltrattano, vessano, picchiano o ledono la stabilità e serenità di chiunque abbia osato allontanarli o sfidarli o smascherarli. L’obiettivo è dominare o distruggere e per soddisfare questo intento non si fermano davanti a nulla, nulla li spaventa, né il rischio del carcere né la possibilità di fare del male addirittura ai propri figli.

Queste personalità fortemente danneggiate molto frequentemente si scagliano contro l’ex partner e, se vi sono figli in comune, essi diventano lo strumento di tortura utilizzato per colpirlo.

La violenza domestica è assai diffusa, il numero di donne abusate è elevato; l’arma preferita dal narcisista maligno o psicopatico, una volta chiusa la relazione, dopo il coltello, la pistola, le mani che serrano la gola, è ingaggiare una guerra al fine di togliere i figli alla madre.

Tale strategia fra l’altro ha un triplice vantaggio: distrugge la vita del partner, lo riduce a brandelli, lo rovina economicamente, socialmente, sentimentalmente e costituisce anche un risparmio economico, giacché se i figli sono collocati stabilmente presso di lui, viene meno l’obbligo al loro mantenimento, e, dulcis in fundo, tutto questo avviene per ordine di un Giudice, dietro la valutazione di un CTU ( perito psicologo o psichiatra nominato dal giudice), quindi sussiste un riconoscimento sociale e pubblico e formale alla situazione di allontanamento che rende il narcisista o lo psicopatico oltremodo tronfio, essendo alla base del disturbo anche la necessità di vincere. Poco importa se i bambini siano letteralmente strappati dalle braccia di una madre sana, la cui unica colpa sia aver denunciato o difeso e protetto il bambino, poco importa che il bambino subirà un trauma talmente profondo da essere difficilmente superabile, poco importa se si sentirà perduto, solo, terrorizzato. E’ bene rilevare che molti bambini sotratti alle madri avevano serie difficoltà ad interagire con il padre ( sovente già denunciato per violenza o abusi) e pur tuttavia non sono ascoltati, capiti, creduti e supportati; anzi, in spregio delle leggi internazionali ( la Convenzione di Istanbul ad esempio) o nazionali ed anzi costituzionali, sono trasferiti di forza in una casa famiglia per essere resettati dalla presenza materna e poi a volte consegnati al padre. Va da sé che difficilmente un genitore amorevole farebbe tutto questo al proprio figlio, giammai il papà di un bambino di 18 mesi o 8 anni vorrebbe che suo figlio fosse prelevato di nascosto da scuola o da casa, portato via mentre grida disperato, condotto in un luogo sconosciuto tra persone sconosciute a meno che questo non fosse assolutamente a protezione della sua incolumità fisica, perché maltrattato, torturato, violentato o fatto vivere nel degrado più nero.

Ma no, non sta accadendo questo oggi in Italia.

Oggi in Italia succede che in nome di un concetto che non esiste nel mondo scientifico nazionale ed internazionale, molti padri assenti, maltrattanti, vendicativi, malvagi, apparentemente normali, teneri, affidabili stanno cavalcando questo mostro denominato alienzazione parentale ( o ex PAS).

L’incontro tra narcisismo perverso e psicopatia, tra il violento e l’alienazione parentale sa di un connubio diabolico in cui questi due sposi burattinai si servono di marionette cioè di tutti coloro i quali, a causa di interessi meramente economici ( un bambino in casa famiglia frutta da Euro 100 e 400 al giorno), di incompetenza professionale, ottusità, di proprie frustrazioni o perché manipolati a dovere, per portare a compimento un gesto orribile: togliere un bambino ai propri affetti senza che ve ne sia una valida e reale ragione.

O meglio, la ragione esiste: distruggere, dominare, vincere.

Quante possibilità hai dato al soggetto che hai accanto? Quante volte le tue speranze sono state tradite e la violenza psicologica è, anzi, aumentata? Se sei stata ripetutamente tradita, lasciata pressoché sola in gravidanza, se le svalutazioni ed i silenzi hanno costituito gran parte della relazione, se si è sottratto ad ogni responsabilità verso la sofferenza che ti procurava, verso gli impegni assunti, qualora tu rimanga a disposizione per i figli, stai sbagliando. Cosa, infatti, ti fa credere che saprà assumersi la più grande delle responsabilità nella vita di un essere umano, cioè quella di essere genitore? Se lo psicopatico o narcisista maligno ha abusato di te, abuserà, almeno psicologicamente, anche dei tuoi figli, che vanno protetti. Lo psicopatico ed il narcisista maligno hanno rapporti fondati solo sul possesso ed il controllo, la manipolazione e la rabbia, il ricatto ( “se non fai ciò che dico ti abbandono e smetto di “amarti”) e stai pur certa che queste modalità verranno poste in essere anche verso i figli.

Ma chi è lo psicopatico? Come più dettagliatemnte descritto nel mio blog contattozero, narcisismo e psicopatia, lo psicopatico è un soggetto affetto da un disturbo deviante dello sviluppo, caratterizzato da una condizione di aggressività e dall’incapacità di provare emozioni.

Molti studiosi e ricercatori, avendo accertato che i soggetti che hanno tratti psicopatici presentano differenze cerebrali e modalità relazionali atipiche, avanzano l’ipotesi che essi rappresentino predatori intraspecie, presenti tra gli esseri umani “non psicopatici”, di stringere una relazione basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni.

Lo psicopatico utilizza menzogna ed inganno costantemente con tutti e se viene scoperto, cambia abilmente versione dei fatti. Nonostante possa aver fatto promesse ed assunto impegni con qualcuno, sistematicamente violati, può farne ancora, dando “la sua parola d’onore”.

Non prova alcun senso di colpa per i suoi gesti ma se gli occorre può fingere estremo rammarico e pentimento per manipolare l’interlocutore.
Allo psicopatico ed al narcisista perverso interessa soltanto avere ciò che vuole nel momento in cui lo vuole e per il tempo in cui lo vuole. E ciò che soprattutto gli preme è il potere, il sentire che tutto proceda come ha stabilito debba procedere. Egli, al fine di realizzare ciò, costruisce però un fantoccio che lo raffigura e lo fa muovere, parlare, vestire, mangiare come meglio si conviene a seconda del contesto e della persona che ha davanti in modo da sembrare esattamente come gli altri.
Mentire e respirare, per questa creatura sub-umana, son azioni che vanno all’unisono. In fondo, il suo meccanismo mentale è semplice, fisso e privo di guizzi.
Se gli esseri che lo circondano, gli umani, vedessero o sentissero cosa c’è dietro al fantoccio, se subito egli mostrasse loro il vuoto che c’è dietro le ossa e la carne che lo compongono, scapperebbero, lo rinchiuderebbero. Ma tutto questo non si vede, anzi, egli appare affascinante, lucido, buono e vittima della situazione.

Ad esempio, la vittima può essere convinta di avere una storia d’amore  con una persona difficile, con un passato doloroso, con un carattere schivo e freddo o burbero, o fragile e bisognoso; ella aveva ritenuto che la propria dedizione e cura, la pazienza e l’assecondare ogni sua volontà, avrebbe portato il grande cambiamento esattamente così come lui l’aveva persuasa a credere.

Tuttavia, un giorno, come un fulmine che incenerisce all’istante, succede qualcosa di assolutamente inconciliabile con le false credenze della vittima. In ogni relazione può accadere di scoprire o subire un tradimento o un gesto brutto ma nel caso in cui il partner sia uno psicopatico o narcisista maligno la questione è diversa, profondamente e sostanzialmente diversa, anche se la vittima ancora non lo comprende.

La vittima, attraverso la scoperta della menzogna, riesce ad intravedere il vero volto del suo predatore, il suo vuoto, la sua malvagità. Vede, per un attimo, il ghigno che era celato dietro il fantoccio montato ad arte. Ma la vittima non sarà creduta da nessuno, non le crederanno amici, colleghi, avvocati, giudici, periti.

Lo psicopatico ed il narcisista perverso non dicono bugie, sono una bugia che respira.

Alcuni di loro si atteggiano a poveri esseri a cui la vita ha riservato dolori e difficoltà, altri sostengono di aver paura ad amare creandosi un alibi perfetto alla mancanza di affettività ed empatia che sta alla base del disturbo di personalità di cui sono irreparabilmente affetti, altri ancora giustificano gli insulti, i silenzi, i rimproveri,  le persecuzioni, i pedinamenti, le percosse, sostenendo di amare così tanto da impazzire di gelosia, altri ancora si elevano a vostra guida suprema, ritenendosi migliori di voi che siete, a parer loro, incapaci di gestire la vostra esistenza, la vostra genitorialità, la vostra sessualità, la vostra professionalità . Alcuni, infatti, vi faranno credere e faranno credere alle istituzioni che siate stupidi/e, malati/e, instabili, noiosi/e, brutti/e e che il fatto di tenervi ancora sia un miracoloso gesto di grandezza che, tuttavia, dovrete pagare subendo la dominazione, la critica, le punizioni.

Lo psicopatico ed il narcisista perverso fingono di essere una brava persona, onesta e fedele, affidabile; finge che ti sosterrà, aiuterà, consolerà ed invece ti sta tradendo, colpendo, uccidendo giorno dopo giorno.

L’assenza di rimorso e l’empatia al grado zero-negativo tipiche del disturbo gli consentono, se scoperti, di mantenere una estrema lucidità che vi farà dubitare di aver visto ciò che avete visto, udito, saputo.

Nella strategia del manipolatore narcisista l’altro non deve essere distrutto subito ma deve essere sottomesso pian piano attraverso una lenta ma inesorabile deprogrammazione della sua identità affinché sia reso immobile e possa venir esercitato su di lui il controllo ed il potere Il narcisista indossa la sua maschera di fascino e carisma ed è capace di creare nell’altro adrenalina. Lo psicopatico ed il narcisista maligno sono attori perfetti, non appaiono esagerati o affettati, non si notano nei primi momenti stonature particolari, così come sostiene Hervey Cleckley, uno dei massimi studiosi di psicopatia, nel celebre libro “the Mask of Sanity”.

Cleckley ritiene che la loro loquacità, il fascino superficiale, così come la loro straordinaria capacità di mentire, li rendano lupi travestiti da pecore, “il più delle volte lo psicopatico sembrerà gradevole e farà un impressione positiva già dal primo incontro. Aperto ed accogliente, è facile parlare con lui. Né, d’altra parte, sembra porsi in modo artificioso, come se nascondesse qualcosa o come qualcuno che sta cercando di ottenere simpatia per uno scopo nascosto”.

Il narcisista perverso è affabile, ottimo conversatore, manifesta un interesse grande sia per l’aspetto esteriore che per quello interiore della preda e la pone apparentemente al centro della propria vita. Il perverso narcisista impone il proprio carisma per trattenere l’altro, per intrappolarlo nel labirinto di una relazione malata in cui il partner è trasformato in un oggetto, è cosificato e reso dipendente. In seguito, pur dilaniato da crescenti dubbi, si troverà al centro del labirinto e non troverà via d’uscita.

L’incontro tra questi pericolosi soggetti ed i sostenitori della PAS-Alienazione Parentale è devastazione allo stato puro

I professionisti sostenitori della PAS ideata da Gardner, oggi, trasformata nel nome ma non nella sostanza, nel concetto di Alienazione Parentale, si alleano sostenendo nelle aule di Tribunale che il maltrattante sia sano e capace ( per individuare la psicopatia serve un test specifico, mai utilizzato nelle CTU), buon padre magari e che l’altro genitore, solitamente la madre, sia esagerata, vendicativa, fuori di testa. Manipolazioni adottate dal narcisista maligno si sommano a manipolazioni, travisamenti, omissioni dei periti o assistenti sociali intenti a decretare che l’altro genitore alieni la figura del manipolatore e per questo il figlio ne vada allontanato.

La teoria della Pas venne sviluppata da Gardner nel 1985, che si basò sulle proprie osservazioni personali, e sull’attività di perito, spesso a favore di padri accusati di molestie nei confronti dei figli e non su studi scientifici. La teoria di Gardner non ha fondamento scientifico e prende, invece, le mosse da una personale visione delle donne e dei bambini e della pedofilia. La PAS rappresenta un pericolo serio per i minori abusati o per il coniuge maltrattato. Quest’ultimo per timore di vedersi affibbiare un’accusa di alienazione parentale e conseguentemente perdere i propri figli, che correrebbero il rischio di essere tradotti in casa famiglia o collocati proprio presso il genitore maltrattante, potrebbe essere indotto a tacere le violenze subite e a rinunciare a chieder giustizia.

La Pas, altrimenti detta sindrome di alienazione parentale, non è mai entrata nel Dsm e la Cassazione in una sentenza del 2013 ne ha recepito la infondatezza e lo stesso è avvenuto da parte del Ministero della Sanità. Tuttavia, la PAS o alienazione parentale da alcuni anni è entrata nelle aule dei Tribunali italiani nei procedimenti di separazione ed affidamento dei minori, determinando in questi casi un collasso della giustizia.

Il DDL Pillon è tra le proposte di legge che vorrebbe codificare tale sindrome e ciò comporterebbe una condanna certa dei bambini a vantaggio di genitori anaffettivi ed abusanti.

Se avete incontrato un manipolatore relazionale o un violento, se avete figli in comune, interrompete la relazione affidando la gestione della separazione o affidamento dei figli e la chiusura della storia con estrema cautela e, a partire dalle prime fasi, affidatevi SEMPRE a professionisti esperti o vi troverete in un inferno peggiore di quello in cui sinora avete vissuto

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La vittima del narcisista patologico e dello psicopatico: la caduta del velo nero

La vittima di una relazione violenta va incontro ad un mutamento del proprio essere.In particolare, le persone che nella propria vita hanno subito la presenza di un narcisista patologico o di uno psicopatico attraverseranno le fasi acute di dolore, di ansia, di incredulità. Saranno costrette prima o poi ad aprire gli occhi davanti ad una realtà atroce, che a lungo avevano rifiutato di accettare: che il soggetto fosse davvero malvagio, davvero consapevole del male che compiva, davvero incapace di sentire quell’amore che mimava così bene da farlo apparire vero, unico e grande.

                                                                                                                      caduta velo

Sorrido di me, del mio saper togliere ombre, del mio passo certo.

Sorrido di me, del mio occhio terzo, infallibile anche quando non vorrei

                                                                                                                                            M.M.

La vittima di una relazione violenta va incontro ad un mutamento del proprio essere.In particolare, le persone che nella propria vita hanno subito la presenza di un narcisista patologico o di uno psicopatico attraverseranno le fasi acute di dolore, di ansia, di incredulità. Saranno costrette prima o poi ad aprire gli occhi davanti ad una realtà atroce, che a lungo avevano rifiutato di accettare: che il soggetto fosse davvero malvagio, davvero consapevole del male che compiva, davvero incapace di sentire quell’amore che mimava così bene da farlo apparire vero, unico e grande.

Il verbo sembrare è forse quello che più descrive la relazione affettiva con i narcisisti patologici e gli psicopatici : sembrava amore, ma non lo era, sembrava dolce, ma non lo era, sembrava pentito ma non lo era, sembrava sofferente ma non lo era, sembrava una persona valida nel lavoro, ma non lo era, sembrava dolce con i bambini, ma non lo era, sembrava un collega disponibile, ma non lo era, sembrava affidabile, ma non lo era, sembrava gli piacessimo, sembrava potesse cambiare, sembrava…sembrava…sembrava.

Le persone coinvolte in una simile giostra sperimenteranno una sistematica erosione quotidiana della propria identità, autostima, capacità reattiva, capacità professionale, capacità patrimoniale. Questi soggetti disturbati, crudeli ed insensibili vanno dritti alla distruzione del malcapitato, senza sosta, senza ripensamento e senza scrupolo. I miglioramenti sono apparenti, i ripensamenti sono apparenti, le promesse sono poco più che barzellette.

Ciò che rende questo gioco al massacro più devastante è che sia assolutamente ben celato, invisibile agli altri, cosicché nessuno sembra dar retta alla vittima, pochi credono a ciò che stia vivendo e questo aumenta in modo grave il suo isolamento psicologico ed emotivo.

In ogni caso, presa coscienza di chi si abbia avuto di fronte, vissuto lo schock iniziale, cercato e trovato un supporto in terapeuti, gruppi di autoaiuto, amici illuminati, familiari affettivi, inizia il percorso di uscita dal tunnel della devastazione e della dipendenza affettiva. Mesi e mesi di sofferenza, mesi e mesi di passi avanti ed indietro, di autocolpevolizzazioni e rabbia e di timidi movimenti verso se stessi; una iscrizione in palestra dopo anni, un nuovo corteggiatore, una nuova modalità di porsi al lavoro, un reset delle proprie capacità professionali, la ricerca della propria interiorità. Si tratta di un viaggio lento, difficile ed anche pieno di speranza.

Poi, come descritto nell’articolo il velo nero della vittima, si è fuori, alla luce, finalmente fuori. Lo si vorrebbe gridare al mondo,ehi, ce l’ho fatta, puoi farcela anche tu”. Eppure, se ci si guarda allo specchio, si vede ancora un velo nero che avvolge il corpo, il cuore, l’anima.

Ma è proprio questo il destino delle vittime dei predatori e dei vampiri emotivi? Siamo certi che la migliore prospettiva di vita sia essersi liberati di loro o aver imparato a gestirli nei casi in cui per forza si è costretti a frequentarli ma tuttavia si debba indossare per sempre questo velo? Possibile che questa condizione sia il massimo che ci si possa aspettare ormai? Sarà vero che non si crederà più nei rapporti? Davvero si vivrà assestandosi sul grado di sufficienza, apprezzando che finalmente accanto a noi non ci sia più chi ci ha violentato psicologicamente o sessualmente? Il massimo scopo raggiunto è davvero che nessuno ci picchierà più, svuoterà il conto corrente, romperà i piatti per una minestra sciapa? Quindi, il futuro dei sopravvissuti sarà accontentarsi? Rinunciare ad esporsi? O possibile che, al contrario, saranno costretti ad inseguire ovunque la conferma al loro valore, buttandosi su qualsiasi essere gli dia attenzione? Possibile che continueranno a non scegliere chi è degno di loro?

La risposta è no. Non è detto. Non deve finire per forza in questo modo.

LA CADUTA DEL VELO NERO

Per alcune vittime, l’esperienza traumatica comporta un cambiamento positivo di rotta. Alcune iniziano percorsi nuovi che non immaginavano potessero nemmeno esistere. Esse sviluppano una creatività mai emersa prima, dipingono, scrivono, suonano, danzano. Altre trasformano l’incubo in una occasione per sostenere chi è ancora nel baratro. Scrittori, giornalisti, volontari nel sociale, un esercito che si muove rumoroso e saldo nel mondo, un esercito di sopravvissuti che ha guardato negli occhi la cattiveria, la malvagità, l’anaffettività e le ha vinte.

Le persone che hanno attraversato l’inferno di una relazione malata e che, una volta interrotto il circuito disfunzionale, non si sono rassegnate ad una non-vita, posseggono il terzo occhio e sanno vedere e riconoscere il vero volto delle persone, al di là della maschera.

Il terzo occhio non è quella tendenza iniziale a diffidare di tutto e tutti, il lieve stato di paranoia ed ansia che assale ad ogni nuovo incontro, ma è la acquisita capacità di saper attendere che il tempo disveli l’autentica natura delle persone e delle situazioni. Il terzo occhio è il risveglio dallo stato di crocerossina dei violenti, parassiti o dallo stato di principessa che vede in ogni rospo che sorride l’omino azzurro che la salverà.

La vittima senza velo nero sa che la dignità non può essere rinnegata, sa che non dovrà dipendere da nessuno e sotto nessun profilo, sa che è giusto affidarsi agli altri ma gli altri sono scelti con cura e che vi sono confini invalicabili.

La vittima senza velo nero sa che bisogna andar via, se è necessario, conosce ogni segnale, dà credito al proprio istinto come fosse un amico fedele.

E’ vero che non è possibile tornare indietro, che non è possibile riappropriarsi di quella persona che si era prima di aver incontrato il carnefice, ma non crediate che il dolore o la paura debbano inevitabilmente accompagnarvi o che avrete una esistenza grigia, piatta e triste.

Può essere invece il contrario: la vostra vita può cambiare in meglio.

Certamente, per molti sarà necessario un percorso di terapia psicologica, alcuni impiegheranno anni per ripulire dalle macerie lo scempio compiuto.

Sappiate però che si rinasce, ci si reinventa, ciascuno in base alle proprie attitudini. Un giorno, vi renderete conto di aver conosciuto qualcuno di importante che non avreste mai incontrato se non aveste vissuto quel dramma o accadrà qualcosa che non sarebbe mai avvenuto se non foste state chiuse nel labirinto e capirete, in quel preciso istante, capirete che lui/lei non ce l’hanno fatta a distruggervi, che siete più forti, e, ripensando al male sofferto, non proverete nulla se non un vago, lontano senso di fastidioso disgusto. Vi guarderete intorno e vedrete che ciò che vi circonda vi piace, sorriderete soddisfatte, ammirando ciò che di nuovo e vostro avete costruito e guardandovi allo specchio individuerete, nascosta in una piega sottile e quasi invisibile del viso, la violenza subita ma sarà una piega talmente piccola da scomparire inghiottita dall’onda calda del vostro nuovo sorriso.

Ecco, adesso  siete tornate da voi.

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Le bugie dello psicopatico e narcisista patologico

Lo psicopatico o il narcisista maligno sin da piccolo percepisce la propria diversità rispetto agli altri esseri umani.
Questi strani bipedi ridono davvero, piangono davvero, si preoccupano davvero, davvero temono le punizioni e conseguenze delle loro azioni.
Lui no.

tre facce

Vedo, finalmente vedo. Per quanto i miei occhi hanno riflettuto parvenza di una luce figlia del buio? Ma ora vedo e quasi mi rassereno.  M.M.

Lo psicopatico o il narcisista maligno sin da piccolo percepisce la propria diversità rispetto agli altri esseri umani.

Questi strani bipedi che lo circondano ridono davvero, piangono davvero, si preoccupano davvero, davvero temono le punizioni e conseguenze delle loro azioni.
Lui no.
Le anomali creature appaiono del tutto identiche a lui ma fanno cose assurde e ridicole, sono, infatti, capaci di compiere gesti senza altra utilità che far felice qualcun altro o, spesso, o rinunciano a fare o dire qualcosa che potrebbe dare un dolore ad un loro simile.
Lo psicopatico li osserva. Crescendo si stupisce sempre più nel rendersi conto che questi insopportabili noiosi individui tendono a fare ciò che hanno promesso, mantengono, insomma, la parola data.
Lo psicopatico e il narcisista maligno nota, inoltre, che il pianto di uno di loro crea un abbattimento negli altri.
A lui non accade nulla di tutto questo.
Ben presto comprende non soltanto di essere differente ma anche di quanto siano ridicole ed inutili queste modalità.
Infatti, allo psicopatico ed al narcisista perverso interessa soltanto avere ciò che vuole nel momento in cui lo vuole e per il tempo in cui lo vuole. E ciò che soprattutto gli preme è il potere, il sentire che tutto proceda come ha stabilito debba procedere. Egli, al fine di realizzare ciò , costruisce però un fantoccio che lo raffigura e lo fa muovere, parlare, vestire, mangiare come meglio si conviene a seconda del contesto e della persona che ha davanti in modo da sembrare esattamente come gli altri bipedi .
Mentire e respirare, per questa creatura sub-umana, son azioni che vanno all’unisono. In fondo, il suo meccanismo mentale è semplice, fisso e privo di guizzi.
Se gli esseri che lo circondano, gli umani, vedessero o sentissero cosa c’è dietro al fantoccio, se subito egli mostrasse loro il vuoto che c’è dietro le ossa e la carne che lo compongono, scapperebbero, lo emarginerebbero, lo rinchiuderebbero.
Allora, il circuito cerebrale che possiede concepisce alcuni strumenti utili alla mimetizzazione : imitazione, manipolazione, vittimismo, menzogna.
La bugia dello psicopatico e del narcisista perverso, quindi, non è esterna a sé come in tutti noi, non viene detta con difficoltà o per un obiettivo, ma è parte della sua stessa  struttura.
Per questa incredibile ragione, lo psicopatico può mentire anche senza un motivo o addirittura può mentire quando dire la verità sarebbe più vantaggioso.
Direi, anzi, che i narcisisti maligni sono riconoscibili proprio dal fatto che possano mentire anche nei casi in cui ciò non serva o sia controproducente.
La vittima del predatore, prima o poi, si troverà davanti a questa sconvolgente verità. Arriverà un giorno in cui  scoprirà ( o per caso o perché magistralmente indotta da lui a scoprirla) una menzogna talmente scioccante da ribaltare in modo sostanziale sia l’idea che si era fatta di lui/lei sia della stessa relazione sentimentale, sessuale, amicale, genitoriale o professionale.La bugia dello psicopatico e del narcisista perverso, quindi, non è esterna a sé come in tutti noi, non viene detta con difficoltà o per un obiettivo, ma è parte della sua stessa  struttura.
Ad esempio, la vittima può essere convinta di avere una storia d’amore  con una persona difficile, con un passato doloroso, con un carattere schivo e freddo o burbero, o fragile e bisognoso; ella aveva ritenuto che la propria dedizione e cura, la pazienza e l’assecondare ogni sua volontà, avrebbe portato il grande cambiamento esattamente così come lui l’aveva persuasa a credere.

Tuttavia, un giorno, come un fulmine che incenerisce all’istante, succede qualcosa di assolutamente inconciliabile con le false credenze della vittima. In ogni relazione può accadere di scoprire o subire un tradimento o un gesto brutto ma nel caso in cui il partner sia uno psicopatico o narcisista maligno la questione è diversa, profondamente e sostanzialmente diversa, anche se la vittima ancora non lo comprende.

La vittima, attraverso la scoperta della menzogna, riesce ad intravedere il vero volto del suo predatore, il suo vuoto, la sua malvagità. Vede, per un attimo, il ghigno che era celato dietro il fantoccio montato ad arte.

La psiche della preda subisce una effrazione violenta, riceve uno shock che porterà conseguenze emotive gravi. Difatti, solitamente, scatterà in lei il meccanismo della dissonanza cognitiva, cioè quell’alternarsi di immagini volto buono-volto cattivo che la condurrà sull’orlo della pazzia e che la renderà incapace di reagire immediatamente al torto subito chiudendo la relazione, insorgerà rabbia e stato depressivo, vivrà per mesi, a volte per anni, il circuito distruttivo del pensiero ossessivo di lui e dei più microscopici elementi della relazione, trascorrerà, cioè, ore ed ore ad esaminare mentalmente ogni singola frase, ogni singola parola dei messaggi ricevuti nella disperata quanto inutile ricerca di capire cosa sia successo alla promettente meravigliosa storia d’amore che crede di aver vissuto sino a quel momento.

Lo psicopatico ed il narcisista perverso non dicono bugie, sono una bugia che respira.

Alcuni di loro si atteggiano a poveri esseri a cui la vita ha riservato dolori e difficoltà, altri sostengono di aver paura ad amare creandosi un alibi perfetto alla mancanza di affettività ed empatia che sta alla base del disturbo di personalità di cui sono irreparabilmente affetti, altri ancora giustificano gli insulti, i silenzi, i rimproveri,  le persecuzioni, i pedinamenti, le percosse, sostenendo di amare così tanto da impazzire di gelosia, altri ancora si elevano a vostra guida suprema, ritenendosi migliori di voi che siete, a parer loro, incapaci di gestire la vostra esistenza, la vostra genitorialità, la vostra sessualità, la vostra professionalità . Alcuni, infatti, vi faranno credere che siate stupidi/e, malati/e, instabili, noiosi/e, brutti/e e che il fatto di tenervi ancora sia un miracoloso gesto di grandezza che, tuttavia, dovrete pagare subendo la dominazione, la critica, le punizioni.

Lo psicopatico ed il narcisista perverso finge di essere una brava persona, onesta e fedele, affidabile; finge che ti sosterrà, aiuterà, consolerà ed invece ti sta tradendo, colpendo, uccidendo giorno dopo giorno.

Ingannare non soltanto gli serve per poter sopravvivere ma gli procura un maligno divertimento giacché gli conferma la propria onnipotenza: pende dalle mie labbra, mi crede se le dico ti amo e pensare che non si è accorta che lo stavo contemporaneamente scrivendo anche ad altre due. Imbecilli queste, quanto le detesto.

L’assenza di rimorso e l’empatia al grado zero-negativo tipiche del disturbo gli consentono, se scoperti, di mantenere una estrema lucidità che vi farà dubitare di aver visto ciò che avete visto, udito, saputo.

Facciamo un’ipotesi: lo psicopatico ha una storia con una donna alla quale dice ti amo, riuscendo a ingannarla rispetto alle proprie intenzioni, promettendo un futuro e stabilità; nei momenti in cui ha necessità di allontanarsi per viversi altre storie, provocherà un litigio o fingerà di essere caduto in uno stato depressivo. Intanto, ha varie amanti, è iscritto a siti d’incontro ed hard (adorano la pornografia) e muove i fili di varie esistenze a suo piacimento. Tuttavia, la vittima inizia a nutrire dubbi, nota il cellulare spento o sempre posato a testa in giù sul tavolo, le improvvise sparizioni e quindi decide di controllare e scopre il mostro. Difatti, non scoprirà un tradimento comune ma l’inganno, la truffa emotiva. La vittima a quel punto reagisce, è furiosa, distrutta, scioccata e gli chiede, piangendo, gridando un chiarimento.

Lo psicopatico a questo punto potrà avere due reazioni differenti.

REAZIONE VITTIMISMO    

Lo psicopatico o narcisista maligno che non voglia ancora scartare definitivamente la preda metterà in atto una recita da oscar allo scopo di ottenere perdono.

Egli giustificherà le proprie nefande azioni richiamando alla memoria della vittima il suo,  vero o falso che sia,  passato di traumi ed abusi, ingiustizie e dolori subiti. Chinerà il capo, perderà fiumi di lacrime, lacrime vere, si lancerà nella scrittura di mail, messaggi mielosi e romantici che scardinerebbero le serrature del cuore più duro, si metterà in ginocchio, acquisterà anelli, case, mazzi di fiori. Userà i parenti ed amici propri o della vittima apparendo distrutto dal rimorso e dalla sofferenza, minaccerà lo sciopero della fame, minaccerà il suicidio, vi fornirà le password degli account (salvo crearne altri nuovi di nascosto), vi chiederà disperato una altra chance, una sola, solo un’altra chance. Indosserà magnifiche vesti, vi farà intravedere un futuro radioso, quello che tanto avete atteso ed alla fine vi convincerà. D’altra parte, direte a voi stesse chi non ha mai sbagliato nella vita? in fondo ha capito che mi ama! perdonare è segno di maturità e poi è così cambiato, stavolta è vero…! Ebbene, l’inganno nuovo è compiuto, il predatore gongola dietro le false lacrime, si sente Dio ora. Certo, pagherai a breve questo dispiego di energie che ha dovuto sprecare per ricondurti nel labirinto, sarai fra poco maggiormente insultata, tradita, umiliata, subirai silenzi più prolungati, ti lascerà tracce dei nuovi tradimenti in modo tu possa impazzire ma questo non lo sai ancora, come potresti sapere che esistano persone simili e che sia così proprio l’uomo/donna che ami? Eppure è iniziata la tua discesa all’inferno. Il carnefice ti toglierà tutto: dignità, serenità, lucidità, denaro. Le bugie si moltiplicheranno anche solo allo scopo di torturarti; lui sa bene che dopo essere stati traditi in qualche modo si rimane in allerta e quindi via via lascerà in giro i segni di nuove menzogne anche sciocche: “ sono a casa amore” ( invece è uscito con un amico, fatto in sé apparentemente banale ma  idoneo a far mantenere il tuo livello di stress elevato), farà una lenta ma inesorabile retromarcia da ogni promessa fatta, finché ti troverai davanti un’altra menzogna grave ed identica alla prima e crollerai. Questo gioco, questo girone infernale andrà avanti sino a quando o i cerchi del girone si stringeranno sempre più intorno alla tua gola e tu atterrerai sul pavimento dell’inferno oppure fino al momento in cui deciderai di interrompere la discesa e inizierai a risalire, escludendolo dalla tua vita.

REAZIONE VIOLENTA E PERSECUTORIA

Lo psicopatico ed il narcisista perverso a volte, se scoperti, possono avere reazioni violente. Le cronache registrano in tutto il mondo casi in cui donne (ma anche uomini) sono state colpite o verbalmente o socialmente o fisicamente a causa del crollo della facciata di sanità, onestà, affidabilità che queste spregevoli anime nere volevano mantenere.

Ci sono state persone uccise perché hanno scoperto che i partner non si erano laureati come avevano fatto credere, non erano ricchi come avevano fatto credere, non erano fedeli come avevano fatto credere.

A volte, se la compagna ufficiale scopre uno o più tradimenti, la reazione immediata o nel breve termine è estremamente violenta. Ci si aspetterebbe la reazione opposta, una reazione di tristezza, rammarico o paura. Invece, a volte, i predatori scattano colpendo  la vittima con insulti, minacce, sparizioni, derisioni. Altre volte,  lo psicopatico colpisce fisicamente o tormenta con atti persecutori la preda, riversando, in modo stavolta palese, l’odio tenuto nascosto fino ad allora. Agli occhi del burattinaio, la vittima che va in giro a raccontare chi sia il predatore o che lo guarda con disprezzo rappresenta un affronto insopportabile e pericoloso. Per lo psicopatico o narcisista patologico, la vittima non è altro che una delle pedine ed una pedina non può compromettere le fatiche che gli è toccato sostenere per costruire il proprio fantoccio. La pedina umana, quindi, va annientata. La scelta del sistema di annientamento dipende da molti fattori e si concretizza in un annientamento sociale, patrimoniale, genitoriale, psicologico o fisico.

Alcuni casi di cronaca riportano femminicidi di donne che avevano scoperto l’amante del partner e che, invece di essere eventualmente abbandonate come ci si aspetterebbe, vengono sorprendentemente uccise. Uccidere è l’atto estremo che un uomo può compiere e, ammettendo di non considerare  il connotato emotivo connesso all’evento, attesa la mancanza di empatia, però dovremmo considerare la paura delle conseguenze, il carcere e, in certi Paesi, il rischio della pena di morte. Come spiegare questo comportamento? Perché alcuni soggetti possono ferire gravemente, perseguitare, uccidere coloro che scoprono e fanno crollare il castello di carta di una relazione falsa quando già hanno la nuova vittima tra le mani? Perché sono psicopatici o narcisisti patologici e non tollerano che il loro fantoccio sia mostrato per quel che è, perché non riescono a vedere le persone come esseri viventi, ma li percepiscono come oggetti utili o inutili o dannosi ed eliminabili e perché non temono le conseguenze delle loro azioni,  non se ne curano.

La bugia, l’inganno sono l’impalcatura che tiene su lo psicopatico ed il narcisista perverso.

Se credi possa smettere di mentire è perché ancora sei una sua marionetta.

Figlia, genitore, moglie, amante, amico, qualsiasi ruolo lui abbia nella tua vita, non credergli.

Non credergli mai.

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata qualsiasi riproduzione, utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente blog, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, diffusione e distribuzione dei contenuti stessi mediante qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’autore Avv. Marina Marconato. I CONTENUTI DEL BLOG E DI OGNI ARTICOLO POSSONO ESSERE CONDIVISI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE CITANDONE L’AUTRICE E LINKANDO LA FONTE.

Lo psicopatico ed il mondo delle chat

Lo psicopatico o narcisista maligno è un illusionista. Sin da quando era piccolo, percependosi differente rispetto agli altri esseri umani, che gli apparivano come alieni, ha osservato ogni minima espressione facciale altrui, catalogandola nella propria mente come la corretta manifestazione corporea di una determinata emozione.

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Un interminabile film in cui gli attori recitano parvenze di movimento

                                                                                                                                 M.M.

Lo psicopatico o narcisista maligno è un illusionista. Sin da quando era piccolo, percependosi differente rispetto agli altri esseri umani, che gli apparivano come alieni, ha osservato ogni minima espressione facciale altrui, catalogandola nella propria mente come la corretta manifestazione corporea di una determinata emozione. Ha osservato che, quando un coetaneo rompeva un giocattolo di un altro, provocandone il pianto, i suoi occhi si spalancavano ed il capo si chinava, le mascelle si serravano per la vergogna e la paura di una punizione, le labbra si stringevano per il dispiacere di aver fatto un danno che, se fosse stato fatto a lui, avrebbe comportato un dolore. Lo psicopatico ha imparato a riconoscere quelle istintive espressioni che noi tutti assumiamo di fronte ad un nostro atteggiamento sbagliato e che ci causano un timore delle conseguenze ed una emozione verso il danneggiato, di cui avvertiamo le sensazioni, poiché siamo dotati di quella straordinaria qualità tipicamente umana che si chiama empatia.

Parimenti, lo psicopatico ha osservato che la felicità si dipinge sul volto, gli occhi stessi sorridono, la bocca si apre, il capo va in su. Ha avuto modo di verificare che, in certi contesti, al contrario, la postura deve essere mesta, come si fa ad esempio ai funerali o quando si apprende una brutta notizia o si ascolta un racconto doloroso, ha imparato che in questi casi, gli umani si stringono con calore delicato le mani, si abbracciano, piangono, tendono a parlare con tono basso, non toccano argomenti divertenti che risulterebbero fuori luogo. Lo psicopatico ha osservato per anni tutto questo, lo ha catalogato,selezionato ed ha imparato ad imitarlo alla perfezione. Solitamente dotato di una brillante capacità cognitiva, privo di ogni interferenza emozionale che molto spesso crea confusione, lo psicopatico ha sviluppato anche brillanti capacità di leggere le necessità psicologiche degli altri anche se esse non appaiono evidenti a livello superficiale.

Queste caratteristiche sono fondamentali perché questo predatore spietato possa sopravvivere in mezzo a noi senza essere emarginato, isolato, rifiutato e possa realizzare i propri obiettivi.

La società contemporanea è profondamente mutata in molti ambiti: culturalmente, grazie ad una libertà di pensiero ed azione che decenni fa era impensabile; sessualmente, atteso il riconoscimento del diritto anche delle donne, almeno in molti Paesi, a vivere e praticare il sesso slegato dal sentimento e dal legame matrimoniale; a livello tecnologico, anche con l’avvento di una macchina sensazionale: internet. Questa rete informatica consente la comunicazione a livello mondiale in modo simultaneo, permette di conoscere ogni argomento, consente di raggiungere persone sconosciute in ogni angolo del pianeta, e dà, qualora si voglia, la facoltà di azionare uno, due o più vite parallele col semplice movimento delle dita.

Non è arduo comprendere quanto questa risorsa possa attrarre ogni tipologia di individuo ma soprattutto quanto costituisca un terreno di caccia straordinariamente ricco per gli psicopatici.

Sul web, non è una novità, circolano, accanto a persone normali e sane, millantatori, guru di ogni specie, sciocchi, malati di solitudine, perditempo, ma anche pedofili e cacciatori seriali di anime e corpi.

Il mondo virtuale, le chat, i social ed i frequentatissimi siti di incontro, sono il mondo ideale per uno psicopatico.

Innanzitutto, lo psicopatico si annoia facilmente ed odia investire troppe energie nel perseguire i propri obiettivi: egli vuole tutto e lo vuole facilmente ed è esattamente questo che offre il mondo virtuale, cioè la possibilità di starsene comodamente seduti, senza spreco di denaro e con un investimento di energie minimo mentre si catturano le prede. In un mare pescoso come il web, il narcisista maligno ha la possibilità di mantenere integra la propria facciata di marito o fidanzato ufficiale, se questo è nei suoi piani, pur coltivando decine di relazioni parallele a distanza con persone sempre nuove cui può far credere qualsiasi tipo di realtà.

L’illusionista può indossare qualsiasi maschera, proporsi ora vincente ed affermato, ora pulcino abbandonato, ora simpatico allegrone, ora tenebroso e timido a seconda della malcapitata al di là dello schermo e della web cam. Lo psicopatico nel mondo virtuale si realizza in pieno, si muove perfettamente, essendo lui stesso un meccanismo virtuale che si è auto prodotto attraverso l’imitazione degli umani. In modo veloce e senza alcun rischio di compromettere gli altri compartimenti della propria esistenza che ha interesse a tenere in piedi, può inondare la preda in cerca di amore romantico, spesso disperatamente sola e già sfracellata da altre relazioni, di messaggi teneri che promettono una storia strabiliante ed intrigante, può farla sentire unica e regina attraverso frasi che riutilizza grazie al tasto copia-incolla del pc così che lo trovate nelle chat di meetic e di whatsapp, di messenger e badoo contemporaneamente impegnato in tre, sei conversazioni praticamente identiche e, in ognuna di esse, recitare la parte dell’uomo coinvolto ed incuriosito, timoroso perché deluso in amore o trascinante e spiritoso, a seconda della partner-chat dall’altro capo della tastiera e di fare tutto ciò mentre, magari, si trova in casa della amante del mondo reale che lo crede sul punto di lasciare la moglie, la quale invece aspetta il terzo figlio.

Certamente, il mondo dei siti e dei social è colmo anche di tipologie umane meno distruttive, è colmo del banale traditore o del sessuomane innocuo, o del perditempo derelitto ma una folla piuttosto folta di narcisisti perversi si nasconde dietro ai profili dei vostri contatti virtuali.

Nel mondo virtuale, inoltre, il narcisista maligno può fare molto agevolmente ciò che gli è necessario ad un certo punto di ogni relazione: sparire. Egli con un semplice click rimuove il vostro profilo, vi blocca, scompare, getta la maschera trattandovi come se non foste mai esistite (e difatti è proprio così) anche se il giorno prima vi faceva intravedere scenari da confetti e da amore tempestoso ed unico.

Lo sfruttamento sessuale infine è facilitato poiché le prede sono appositamente iscritte per cercare un partner, sono in vetrina, con foto a volte tristemente sexy o, nel caso in cui siano pescate dai social, si comprende che sono in cerca di amore e compagnia avendo abboccato velocemente. Inoltre, le perversioni sessuali possono essere manifestate subito poichè nel mondo virtuale tutto è veloce, si dice ti amo a persone con cui ci si scrive da pochissimo, si chiedono foto erotiche, di nudo, messaggi vocali spinti ( poi spesso messi in circolazione su altre piattaforme virtuali all’insaputa della preda)

L’abbondanza di elementi umani che espongono titoli di studio, professioni, stato di famiglia, inoltre, consentono anche di intercettare una preda giusta per spillare denaro e trovare una casa, pagare i debiti qualora questo fosse il suo intento.

Lo psicopatico avrà anche modo di insultare ed umiliare la partner, quando deciderà di scartarla, rinfacciandogli il fatto che era iscritta ai siti di incontro, fingendo di ritenerla dopo tutto una donna facile di cui non ci si possa fidare.

Anche i ritorni ciclici sono più semplici giacchè nel mondo virtuale si sa bene che a volte si scompare poi si riappare e così tutto sembra normale.

Può accadere che lo psicopatico riversi sui rapporti delle chat ogni forma di violenza psicologica e verbale o sessuale mentre appare a casa come il padre modello e marito invidiabile oppure l’esatto contrario, ossia può picchiare la moglie o maltrattarla moralmente e giocare all’uomo perbene in cerca di conforto ed affetto sul web, tanto che potrebbe scomparire dalla vostra vita prima che abbiate potuto scoprire qual’era il vero volto del vostro chat-man.

Bisogna che ognuno, però, si renda conto che il mondo virtuale non è il mondo reale, bisogna capire che il linguaggio virtuale è diverso dal reale, che si usano appellativi, tenerezze, che si esprimono emozioni che tuttavia non sono reali o meglio, lo sono in quell’istante in cui sono pronunciate; bisogna capire che sui siti ci sono uomini che giocano o che catturano prede e che non lo fanno come ve lo aspettate voi, lo fanno travestiti da agnelli, lo fanno recitando per bene, sembrando veri. E’ necessario che si acquisisca la conoscenza circa il linguaggio e le relazioni nate e vissute via chat e che non si confonda realtà e virtualità, così come è fondamentale essere consapevoli del fatto che avrete ottime possibilità di trovare un disturbato al di là dello schermo.

Una relazione autentica, sia di natura sentimentale che sessuale, si poggia su basi universalmente date: interesse ad incontrarsi, a guardarsi, a conoscersi di persona. Questa base si deve arricchire poi di altri irrinunciabili requisiti: coerenza tra parole e azioni, rispetto assoluto, assenza di ambiguità e queste caratteristiche non dovete aspettarvele dal chat-man ma dovete imporle voi a voi stesse onde evitare di cadere in relazioni insane o pericolose o semplicemente deludenti.

Sappiate, infine, che le grandi distanze di per sé costituiscono un rischio, poiché soggetti violenti o traditori seriali possono più agevolmente ingannare le prede e districarsi con facilità in storie varie mentre sono sul punto di convolare a nozze.

Abbiate anche rispetto e cautela verso voi stesse, evitate di comporre il vostro profilo con foto, postura e frasi da sex-symbol o fingendo una disinvoltura relazionale quando in realtà sapete bene che avete il cuore a pezzi o siete in cerca di amore e conforto perché così facendo attirerete predatori e soggetti senza scrupoli.

Viviamo, purtroppo, nell’era dell’immagine, allora imparate a far buon uso della vostra e sappiate che le immagini sono proiezioni non sempre di verità ma di una verità costruita a tavolino che si decide di trasmettere all’esterno per raggiungere obiettivi precisi.

In nessun rapporto confondete realtà e fantasia, finzione e autenticità, non vi accanite nel vedere a tutti i costi ciò di cui avete bisogno o scambierete qualsiasi disturbato per il principe azzurro.

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata qualsiasi riproduzione, utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente blog, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, diffusione e distribuzione dei contenuti stessi mediante qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’autore Avv. Marina Marconato. I CONTENUTI DEL BLOG E DI OGNI ARTICOLO POSSONO ESSSERE CONDIVISI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE CITANDONE L’AUTRICE E LINKANDO LA FONTE.

Il velo nero della vittima del narcisista patologico e dello psicopatico:come dissolverlo

Cosa accade dopo che la vittima è riuscita ad attraversare la parte più tortuosa del labirinto in cui il narcisista perverso e lo psicopatico l’avevano incastrata? Cosa accade quando ha ricevuto e sopportato i morsi dell’astinenza, quando ha tollerato senza impazzire l’assenza di respiro

donna veli

Il mio cuore non ha più crepe a cui gli artigli possano aggrapparsi

                                                                                                          M.M.

Cosa accade dopo che la vittima è riuscita ad attraversare la parte più tortuosa del labirinto in cui il narcisista perverso e lo psicopatico l’avevano incastrata? Cosa accade quando ha ricevuto e sopportato i morsi dell’astinenza, quando ha tollerato senza impazzire l’assenza di respiro che lo scarto violento del proprio carnefice ha determinato ?

In un articolo di questo blog (La vittima, 18 passi per dimenticare il narcisista perverso e lo psicopatico) e’ stata delineata la procedura emotiva e pratica che, messa in atto, conduce fuori dal tunnel di dolore, disperazione, caos psichico e deprogrammazione in cui ogni vittima versa. Ma cosa avviene subito dopo? La vittima è guarita del tutto? E’ tornata ad essere la persona che era prima di questa devastante esperienza? La risposta è no, o meglio, non ancora.
Sicuramente si è conclusa la parte più difficile del percorso di rinascita, la vittima ha attraversato l’Inferno e, nella maggior parte dei casi, c’è riuscita con le proprie forze, da sola.

E’ molto comune che le vittime non siano comprese nemmeno da parenti ed amici, è frequente che non riescano a spiegare correttamente quanto gravi siano stati gli abusi, quanto profonde siano state le ferite inferte in quel modo così sottile, subdolo, silente.
Le vittime vengono spesso ulteriormente biasimate da chi le circonda, i loro racconti, che ripetono eventi ricorrenti,  quasi sempre identici, saranno ascoltate con “sospetto” anche da chi le ama e che tuttavia non si capaciterà del perché il narcisista perverso o lo psicopatico non sia allontanato con fermezza e determinazione. Le vittime subiranno una colpevolizzazione (esplicita o tacita) e si tenderà a considerarle deboli, testarde, problematiche. Danno su danno, beffa su beffa, ingiustizia su ingiustizia.
Per il sentire comune e per molti terapeuti se un pugno crea una vittima, al contrario, un insulto ricevuto crea una immagine di donna senza midollo o con traumi irrisolti.

Una volta oltrepassata la soglia del labirinto infernale, sei fuori, alla luce. Tuttavia, un velo nero ti ricopre, lo senti sfiorarti i capelli, scivolarti sulle spalle, avvolgerti il seno, cingerti i fianchi e cadere giù, come fanno le braccia quando sono stanche, fino a coprirti le caviglie. E mentre cammini, sorridi, conversi con un’amica o sorseggi un caffè, lo senti questo velo che ti avvolge. Se osservi allo specchio il tuo volto ne percepisci la presenza che ti oscura. È come una coltre di cenere invisibile che rende spento il tuo volto. Non va via se colori le labbra di rosso, o indossi un abito lucente, ti rimane appiccicato addosso e non si solleva mai.
È ciò che trovi quando esci dal tunnel della prigionia. È ciò che ti attende all’uscita del labirinto. Macchiata di sangue ormai rappreso, i segni del carnefice impressi nella carne e lui, il velo nero. I tuoi occhi non perdono più lacrime, il dolore non ferisce più come una lama, non ti manca più il respiro per l’astinenza dal narcisista, tutto questo è terminato e nell’istante in cui è successo hai varcato la soglia dell’inferno e sei uscita.
Tutto tace, tutto è lento, fermo. E tu non sei più quella persona che eri.
Il velo che indossi è il segno del lutto che hai iniziato a vivere ora che puoi viverlo, ora che hai imparato di nuovo a respirare.
Concluso il tortuoso cammino che ti ha condotto lontano dal narcisista maligno o dallo psicopatico o da altra tipologia di soggetto abusante, ti senti la tristezza nelle ossa.

Ora cammini seguita dall’ombra del ricordo del carnefice, dei soprusi, delle speranze tradite, dell’ingiustizie subite. Hai capito e accettato che non riceverai risarcimento alcuno, che il manipolatore non pagherà molto probabilmente per il danno psichico che ti ha inferto e che, al contrario, continuerà indisturbato a vivere la sua vita.

Il velo nero è oggi il tuo vero compagno, anche se ne hai uno reale, anche se stai vivendo una relazione nuova, anche se il narcisista perverso era il tuo amante e, adesso, il rapporto col tuo partner ufficiale è migliorato. Nonostante questo, il tuo vero, unico compagno è il velo nero.

E ti chiedi: finirà mai? Quando?

La risposta è si, finirà ed arriverà il tempo in cui il velo nero si dissolverà per svelare e svelarti la nuova persona che sei diventata.

Ma dovrai tener presente alcune necessità che per te sono vitali.

CONTATTOZERO TUTTA LA VITA

Il narcisista patologico e lo psicopatico possono tornare, anche a distanza di molti mesi o anni. Il disturbo grave che li contraddistingue comporta che essi non abbiano una vera idea del tempo che passa: vivono qui ed ora, nella peggiore accezione del termine. Alcuni di loro erano convinti di amarti: ” ti amo (ma ti amo ora in questo istante, fra mezz’ora non proverò nulla e quindi potrò scomparire)“, ed ancora, cosi come ritengono di essere immortali e potenti anche da vecchi, nello stesso modo, se si trovano in un momento di assenza di preda o di noia, possono farsi vivi come se nulla fosse, con cortesi sms, o con patetiche finzioni di ridicola nostalgia “sei stata l’unica che io abbia amato, non ti ho mai dimenticato“, omettendo come in passato abbiano provato in tutti i modi a distruggerti la vita e, soprattutto, come ti abbiano scartato, rovinato la salute o abbandonata tra i debiti, senza alcuna pietà. E tu potresti cedere perché il circuito psicopatico, come sostiene il Dott. Hugo Marietan, si riattiva in brevissimo tempo.

La relazione con un narcisista patologico lascia segni indelebili ed in parte il trauma subito crea ferite profonde che tornano a sanguinare nel momento in cui si interagisce con loro. Il contattozero deve durare tutta la vita e mai essere interrotto proprio per questo motivo. Bloccare ogni accesso al telefono, mail e profili social serve ad evitare di cedere quando il tempo trascorso può farti credere che sei in grado di gestire la loro presenza.

Con il contattozero ti imporrai anche di non lanciare sguardi furtivi nel suo mondo fatto di foto con nuove fiamme e messaggi subliminali, esche per le ex vittime e per le potenziali.

RIMUOVERE LA RABBIA ED ACCETTARE DI LASCIARLO ANDARE

La rabbia è una emozione utile ed inevitabile, sveglia dall’illusione e smuove l’identità distrutta dal carnefice, ma deve avere un inizio ed una fine, altrimenti corrode, consuma e blocca. “Deve pagare per quello che ha fatto“, “la nuova compagna deve sapere che mostro sia, poverina, è mio dovere aiutarla“, “non posso dimenticare i danni che mi ha causato” sono tutti pensieri troppo invasivi che di fatto impediscono il movimento della vittima verso il suo futuro. Uno degli sforzi maggiori è lasciarlo andare. La rabbia impedisce questo: tiene il narcisista perverso incatenato nel cervello della ex preda.

Un terremoto crea disastri, distrugge case, famiglie, serenità economica ed affettiva, uccide. La relazione con un narcisista patologico ed uno psicopatico è paragonabile ad un terremoto: se sei ancora viva, devi ricostruire, probabilmente tutto o quasi tutto. Ed hai bisogno di vitalità ed energia per ricostruire: il lavoro, il corpo, la mente, i rapporti sociali e familiari e, spesso, anche il conto in banca; quindi non sprecare le tue energie in assurdi desideri di vendetta o nell’odio e meno che mai nella speranza di riaverlo.

Sei stata brava a uscire dal tunnel, eri diventata una “marionetta” e per questo non ti sarà stato facile, ma ciò garantisce che sei forte ed intelligente. Non dubitare di te e delle tue capacità come voleva lui e non ascoltare chi è lontano da queste esperienze, perché non potrà mai capire come si diventa marionette e quanto sia traumatizzante questa esperienza. La tristezza svanirà, piano piano.

SMITIZZATE IL FALSO DIAVOLO

Lo psicopatico è un essere misero, con un cervello deficitario, la neuroscienza lo sta accertando con sempre maggiore precisione. Egli ha scarsa reattività nella corteccia pre-frontale ed orbitofrontale di fronte ad immagini e parole cariche di impatto emotivo, ha una amigdala che non funziona correttamente (Simon Baron-Cohen e Adrian Raine), ha minore concentrazione di materia grigia in particolari aree del cervello. Lo psicopatico ed il narcisista perverso ripetono sempre le stesse frasi, inventano le medesime scuse, pronunciano insulti pressoché identici.

Guardateli bene questi cloni robotici che hanno un deficit nel circuito cerebrale che non recupereranno mai. La passione che sentivate era data dal vostro sentimento e dalla adrenalina scatenata dalle montagne russe emotive che vi costringevano a vivere, non dalla loro meravigliosa personalità. Ora guardate voi stessi allo specchio. E regalatevi un sorriso.

NON RINUNCIATE AI RAPPORTI SENTIMENTALI

L’autostima e la serenità si conquistano sia attraverso un lavoro con se stessi sia attraverso i rapporti umani con persone sane. All’uscita del labirinto non isolarti, coltiva amicizie, vivi flirt e non respingere nuove storie. Conviverai con un senso di estraneità quando sarai in mezzo alla gente, proverai noia in compagnia di altri uomini (o donne); non temere, sono gli effetti della relazione abusante, vai avanti comunque. La chiusura verso altri partner e’ dovuta a due fattori: 1) il trauma non superato genera terrore e paura di lasciarsi andare, è l’ultimo ” regalo” di questi esseri che, pur essendo scomparsi, hanno predeterminato la fine della vita affettiva della vittima; 2) la relazione con uno psicopatico, o narcisista perverso, genererà scariche di adrenalina attraverso l’alternanza di umore e false passioni e sesso “strano” e “ti amo-non ti amo” e triangolazioni, ecc.

Il rapporto con un uomo sano invece dà serenità e un senso di appagamento che la vittima, ancora drogata delle precedenti sensazioni forti, non riuscirà ad apprezzare, anche in questo dovrete riprogrammarvi, riabituarvi alla normalità. In questa fase di rinascita non cercate nuovi incontri sui social, che sono l’habitat dei predatori emotivi e dei play-boy: siete fragili e nuove delusioni comprometterebbero la guarigione definitiva.

TRAUMA E TERAPIA

Le memorie traumatiche si distinguono dalle memorie normali perché sono composte da immagini, sensazioni, comportamenti, sono immodificabili nel tempo e sono automaticamente portate alla luce con modalità particolari, come ad esempio tramite incubi e flashback.

Inoltre, mentre le memorie di eventi ordinari perdono chiarezza con il tempo, alcuni aspetti degli eventi traumatici sembrano fissarsi nella mente rimanendo inalterati.
Le memorie traumatiche variano da forme di “non conoscenza” in cui l’esperienza del trauma è  inaccessibile al ricordo ma permea le strategie di difesa e adattamento, a stati di dissociazione in cui il trauma viene rivissuto piuttosto che ricordato, a frammenti di ricordo decontestualizzati e apparentemente privi di senso, alla messa in atto di ripetizioni nelle relazioni oggettuali e nei temi di vita, per arrivare alla possibilità di racconto, testimonianza e elaborazione.

Laddove il ricordo può essere evocato consapevolmente e l’evento può quindi essere narrato, assistiamo a livelli diversi di padronanza del ricordo stesso, in rapporto al grado di presenza dell’Io osservante e di integrità delle sue funzioni sintetiche ovvero alla capacità di storicizzazione dell’evento.
Nella sua forma più drammatica, il ricordo traumatico riproduce gli eventi a cui si riferisce con estrema vivacità e chiarezza, tanto da renderli drammaticamente reali e presenti.
A volte si tratta di vere e proprie visioni quasi allucinatorie della scena traumatica, che il soggetto rivive con intensa e penosa partecipazione emotiva o di pensieri ossessivi relativi al trauma, che emergono in modo acuto ed intenso occupando interamente il campo della coscienza del soggetto, il quale non riesce in alcun modo a sottrarvisi; assai spesso, infine, di sogni o incubi ripetitivi che riproducono variamente l’atmosfera traumatica.

L’evento traumatico e l’impatto emotivo che ha avuto nella psiche del soggetto, attivano una serie di meccanismi difensivi, oltre alla dissociazione la rimozione e il diniego, finalizzati a ridurre la consapevolezza di un significato emotivo impossibile da sostenere.
Stanley Cohen scriveva: “La sofferenza rimossa non è veramente dimenticata rimane là da qualche parte, provocando distorsioni, stati patologici interiori e un comportamento simbolico generalmente deteriorato”.

Cercate aiuto nella psicoterapia qualora non riusciste a dissolvere il velo nero entro un ragionevole lasso di tempo. Laddove il dolore, la rabbia, il blocco, l’ansia, la chiusura verso la vita, l’ossessività nello spiare il carnefice, durino troppo, non esitate a rivolgervi ad un terapeuta esperto, cambiatelo se ne avete uno e non vedete risultati soddisfacenti.

Il velo nero ricopre la meravigliosa creatura che siete diventate, ricordatelo.

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I ritorni del narcisista patologico e dello psicopatico

Il narcisista patologico e lo psicopatico tornano sempre dalla vittima? Questo interrogativo è chiuso nel cuore di prede abbandonate con violenza improvvisa o indotte ad interrompere la relazione ed i contatti perchè ridotte allo stremo.

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Rimase immobile ad ascoltare il silenzio mentre maschere buffe comparivano da quel nulla a raccontar un amore malato.    M.M.

 

Il narcisista patologico e lo psicopatico tornano sempre dalla vittima? Questo interrogativo è chiuso nel cuore di prede abbandonate con violenza improvvisa o indotte ad interrompere la relazione ed i contatti perchè ridotte allo stremo.

La risposta è NO, il narcisista perverso e lo psicopatico non tornano sempre. Ogni ritorno ha come mortifero presupposto il SILENZIO, arma subdola e dolorosa che esamineremo in futuro, meritando una disamina specifica.

Il narcisista patologico (o maligno più correttamente) e lo psicopatico considerano gli altri esseri umani come meri oggetti da dominare e controllare. Il controllo e la dominazione sono ottenuti attraverso una iniziale fase di recitata amorevolezza, attenzione e falsa passionalità in modo da sollecitare, in futuro, la vittima ad accettare e sopportare la violenza morale e a volte fisica che subirà, nel vano e distruttivo tentativo di ripristinare il clima favoloso creato ad arte dal carnefice i primi tempi. Le dinamiche della relazione ben presto saranno tese alla distruzione della preda e, quindi, allo scarto finale, agito o indotto dal comportamento via via più intollerabile del perverso. Il narcisista maligno e lo psicopatico, come sappiamo, non hanno coscienza nè rimorso, non hanno memoria, non nutrono alcun attaccamento nei confronti dei loro oggetti, siano essi figli, amanti, coniugi, amici o colleghi. Il ciclo della idealizzazione-svalutazione-scarto è fisso e si ripete di continuo. Tuttavia, proprio come gli esseri umani sani reputano alcuni dei loro oggetti più utili rispetto ad altri, proprio come alcuni di essi sfuggono alle mode del momento, ed altri invece durano una sola stagione, come alcuni sono conservati per sempre nell’armadio o  sulla mensola e mai più utilizzati e vengono riesumati di tanto in tanto, fatti scorrere tra le mani, guardati per qualche minuto e di nuovo dimenticati nel loro ripostiglio, altri, invece, benchè siano stati ampiamente maneggiati per qualche tempo (tanto magari da logorarne le fattezze, si pensi ad un bel paio di scarpe o una borsa o una simpatica maglietta), non verrano mai più usati e saranno gettati via, cosi il narcisista patologico e lo psicopatico si comportano con i loro oggetti umani.

Purtroppo, questo è esattamente ciò che avviene alla vittima. I predatori, a causa di anomalie cerebrali, (danni alla amigdala, alla corteccia prefrontale, all’ippocampo, come attestano i più recenti studi)  che si ritiene a volte esplodano in presenza di fattori ambientali avversi  (clima ostile nell’infanzia, abusi morali o fisici ecc.),  non hanno capacità affettiva, non provano emozioni autentiche e profonde, non temono le conseguenze delle azioni deprecabili che compiono e non hanno limiti etici che possano guidarli nel raggiungimento dei loro scopi. Per tali ragioni, i perversi non sono in grado di stabilire relazioni che tengano conto degli altri come esseri umani: questi ultimi, per uno psicopatico, sono l’equivalente di un paio di pantaloni.

Naturalmente, un narcisista maligno o uno psicopatico può avere come obiettivo quello di avere una famiglia di facciata così l’oggetto-moglie (o marito) e l’oggetto- figli saranno conservati molto a lungo o per sempre; ma ciò non deve ingannare: uno psicopatico è psicopatico con tutti ed a loro, gli oggetti fissi, riserverà violenza, manipolazione, inganno, insulti, falsità, denigrazione, tradimenti, distruzione, anche per tutta la vita. Accanto alle vittime di serie A ( figli e partner ufficiali), vi è l’harem delle altre prede ( amanti, amiche, colleghi, familiari) ossia una serie variegata di marionette, ciascuna con un ruolo determinato, che costituisce il complesso delle vittime di serie inferiore B, C, D, E, F ecc..

Generalmente, più una preda è in basso nella scala ( insomma più l’oggetto umano è ritenuto poco valido ed utile) maggiormente manifesti saranno i maltrattamenti e disumani gli scarti. Difatti, la vittima di serie A, finchè rimane di serie A, sarà maltrattata aspramente ma alle fasi distruttive si alterneranno momenti di dolcezza, falso pentimento, promesse mai mantenute al fine di trattenerla. D’altra parte, anche noi esseri umani sani di tanto in tanto facciamo manutenzione agli oggetti che riteniamo debbano durare più a lungo (revisione auto, cambio olio, freni ecc.).

Ed i famigerati ritorni del carnefice come si collocano in questa scacchiera di morte?

Il narcisista patologico e lo psicopatico devono controllare i loro oggetti umani, detestano che essi si ribellino, detestano che siano felici altrove ma soprattutto detestano che tutto questo avvenga se non sono stati loro a decidere di eliminarli e gettarli tra la spazzatura ( o provocando appositamente la rottura da parte della vittima attraverso il rinforzo di violenza e tradimenti o  facendolo in prima persona V. articolo Lo scarto dello psicopatico e del narcisista patologico in questo blog).

Il numero dei ritorni e la modalita’ sono proporzionali alla posizione della vittima nella scala del perverso e al grado di distruzione raggiunto dalla preda (i carnefici preferiscono scomparire del tutto solo quando l’opera di disintegrazione psichica sia terminata), oltre che, naturalmente, dalla appetibilità delle nuove prede.

Il ritorno presuppone una scomparsa. La scomparsa momentanea assolve a due funzioni: serve al narcisista maligno ed allo psicopatico per potersi trastullare con altri oggetti umani nuovi o ripescati ed anche per determinare asservimento, disperazione, ansia, sospensione ed attesa nella vittima che, con assoluta certezza, accoglierà più e più volte il predatore a braccia aperte.

Ma questo gioco perverso non dura all’ infinito: arriva il giorno in cui il manipolatore che ci sta distruggendo non farà più ritorno. Lo attenderete, certe che il balletto solito preveda il suo riavvicinamento, eppure egli non tornerà.

La vittima, se inizialmente, prova sollievo dall’allontanamento di una persona che semina tensioni e dolore, col trascorrere dei giorni si pone in attesa più o meno consapevole. In qualche modo è forte dei precedenti ritorni del narcisista, in qualche modo è stata corrotta dalle parole vacue che le sono state dette, è prigioniera dei melliflui ” ti amo”, dei ” sei mia/mio”, è stordita dalle emozioni burrascose del rapporto che le hanno fatto credere, nonostante tutto, nonostante le accanite letture sulla psicopatia, sul narcisismo maligno, nonostante le bugie e le violenze, le sparizioni e la sofferenza patita, che la relazione non può davvero terminare.

Fra l’altro, le prede che hanno ascoltato le storie di altre vittime e che hanno letto libri o articoli degli esperti, hanno appurato che questa tipologia di carnefice torna sempre e quindi esse si pongono in trepidante attesa. Niente di più sbagliato. Se è vero che i narcisisti tendono per qualche tempo a farsi sentire, ad inviare sms o mail tanto per mantenere in stato di asservimento la vittima, se è vero, inoltre, che molti tornano e, qualora notino un allontanamento dell’ex partner, possono arrivare a piangere, giurare amore eterno, minacciare il suicidio, inventarsi malattie gravi, è parimenti certo che altri non lo fanno e scompaiono nel nulla. Ma attenzione: anche chi tra i narcisisti patologici mette in scena il copione dell’innamorato pentito scomparirà’ nel nulla da un giorno ad un altro. Sappiate che tutto è stato pianificato son dall’inizio, sappiate che quelle volte in cui scompariva lasciandovi nella disperazione e poi improvvisamente compariva di nuovo come se nulla fosse accaduto, sappiate che quei mediocri, stitici gesti gettati la’ di tanto in tanto attraverso i social, un like ad un post, un messaggio apparentemente banale, intriso di “come stai? Spero bene” o di  “sappi che non ho mai voluto farti del male“, sono configurabili come ritorni- non ritorni, sono il mangime per uccellini e servono per iniettare veleno ed indurvi a credere che vi stia pensando, che sia legato a voi. Nulla di più errato. E’ una precisa strategia manipolatoria, adottata in serie, tesa a tenervi inchiodate al suo carro, trascinate nel nulla.

Strategia perversa sono i primi ritorni, quando ce ne sono, e strategia perversa l’ultimo, il non ritorno finale, quello più pericoloso per la vostra vita.
Sappiate che ogni ritorno e’ falso, il narcisista sa che è transitorio, e’ consapevole che vi sta ingannando mentre vi dice “ non ci lasceremo più ” perché già sta architettando la prossima fuga; e’ conscio di mentire per sfidare se stesso e gloriarsi della sua capacità di farvi capitolare dopo tutti i soprusi solo con due paroline. Strategia.
Non fate il confronto con altre vittime, sentendo di non contare nulla perché da loro torna e da voi no, a loro scrive a voi no, perché tutte le prede degli psicopatici e dei narcisisti perversi sono destinate ad essere distrutte o gettate via e più tardi accade più devastanti saranno i danni psichici ed emotivi riportati.
E non attendete il ritorno. Il tempo scorre via ed ogni istante trascorso ad ascoltare il tic tac dell’orologio rappresenta un inno alla sua crudeltà ed una celebrazione della vostra morte. Non rimanete sospese ad aspettare un cenno o ad esaminarlo se vi viene dato.

L’ultimo dei colpi di coda del predatore è la scomparsa finale, quasi a sorpresa, l’effetto taglio chirurgico del partner, il quale è destinato, se non compie un serio percorso di rinascita e guarigione, a rimanere in stato di shock e sospensione.

I pensieri sono la’ spalmati, incollati al carnefice; percorrono le vie impervie delle conversazioni malate, si incastrano nel groviglio dei “ perché ” senza risposta , si fanno ansiosi nelle attese vane, si colorano nei ricordi di quelle rappresentazioni teatrali che mimavano il suo amore, volano alto nel riflettere sulle illusioni create ad arte, sulle lacrime di falso pentimento , sui “ ti amo” o ” non ti dimenticherò “ che altro non sono che AMI lanciati nel vostro cervello perché rimaniate in perenne attesa, sospesi .
La sospensione. Cercano la sospensione della vita altrui. Rimanere sospesi vuol dire morire lentamente poiché la vita non può sospendersi, non può fermarsi. Un fiore ha un ciclo che non si arresta mai , se si ferma muore .
Al centro di innumerevoli vittime appese ai fili del nulla, vittime sospese nel vuoto, nell’attesa del ritorno o nel rimpianto dell’amore, o nel terrore del futuro o nel ghiaccio dei ricordi, al centro di tutto questo c’è il carnefice narcisista perverso che si guarda intorno compiaciuto ed accresce sempre più la folta schiera di anime distrutte.
Tagliate i fili, cadete a terra, anche se la caduta farà male, sappiate che vi sveglierà e riprenderete il battito vitale.

 

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata qualsiasi riproduzione, utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente blog, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, diffusione e distribuzione dei contenuti stessi mediante qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’autore Avv. Marina Marconato. I CONTENUTI DEL BLOG E DI OGNI ARTICOLO POSSONO ESSSERE CONDIVISI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE CITANDONE L’AUTRICE E LINKANDO LA FONTE.

GASLIGHTING-il narcisista patologico e lo psicopatico

Il termine gaslighting deriva dal film “Gaslight” del 1944, in cui un uomo manipola la moglie, portandola sull’orlo della follia. Difatti, l’uomo, volendo sbarazzarsi della moglie, inizia a far sparire oggetti ed a creare corto circuiti con le lampadine, negando poi ciò che la donna gli narrava tanto che ella, riponendo fiducia in lui, comincia a convincersi di vedere cose inesistenti. E questo è esattamente ciò che compie il narcisista perverso e lo psicopatico: gaslighting.

 

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Rimango ferma nel caos di note stonate.              M.M

 

Il termine gaslighting deriva dal film “Gaslight” del 1944 che narra la vicenda di un uomo che manipola la moglie, portandola sull’orlo della follia. Difatti, egli, volendo sbarazzarsi della moglie, inizia a far sparire oggetti ed a creare corto circuiti con le lampadine, fingendo di non credere poi a ciò che la donna gli riferiva, tanto che ella, riponendo fiducia in lui, comincia a convincersi di vedere cose inesistenti. E questo è esattamente ciò che compie il narcisista perverso e lo psicopatico: gaslighting. Essa è una delle tecniche di asservimento ed abbassamento delle difese e della capacità reattiva della preda posta in essere quale strategia per paralizzare, sfruttare, distruggere ed infine, scartare la vittima senza che ella si ribelli in modo efficace. Scrive Salvadori ” è una violenza insidiosa, sottile, non se ne percepisce l’inizio ; non si tratta di una deflagrazione d’ira che almeno è subito identificabile. E’ una sottile lama di ghiaccio , è una violenza gratuita e persistente che reiterata può annullare la persona che ne è bersaglio”  (Salvadori-2008). 

Come sostengono studiosi quali la Hirigoyen e Filippini, tale forma di abuso consiste in una sistematica azione tesa a usurare l’esistenza psico-fisica dell’altro. Il gaslighter prima seduce, corteggia, adula e successivamente, una volta conquistata la fiducia, inizia a destabilizzare la personalità della vittima ed a disintegrare l’autostima, creando una vera e propria sudditanza psicologica.

Il narcisista perverso e lo psicopatico, attraverso il gaslighting, negheranno fatti avvenuti o affermeranno che siano accaduti eventi mai verificatesi; inizieranno a sostenere di aver pronunciato frasi mai dette o dichiareranno di non aver mai affermato discorsi o narrato fatti invece precedentemente asseriti tanto che la vittima correrà un serio rischio di veder compromessa la propria salute mentale.

Prima fase- la vittima ancora ha sufficiente fiducia nella propria memoria o percezione e così tenta di far ragionare il perverso narcisista, è incredula, stordita, perplessa. Cominciano anche i discorsi distorti:  “il discorso deve essere distorto perchè la vittima non capisca quale processo distruttivo sia in corso e perchè venga confusa sempre più. Il black-out delle informazioni reali è essenziale per ridurre la vittima all’impotenza” ( Hirigoyen 2000)

Seconda fase- inizia la difesa, anche inconscia, della vittima, che discute animatamente con il narcisista maligno, lo contrasta e cerca disperatamente di persuaderlo, investirà ogni risorsa psichica ed emotiva per migliorare la relazione e riportarla ad autenticità e verità; ma, a questo punto, il narcisista o lo psicopatico adottano il silenzio, la violenza verbale, le sparizioni, la triangolazione e la vittima si colpevolizzerà, avrà  paura dell’abbandono e cederà.

Terza fase- la vittima rischia la depressione, la salute mentale e fisica. Ella comincia a rendersi conto che ogni tentativo è vano, che la storia non decolla, perderà fiducia in se stessa e finirà per credere che ciò che le viene propinato dal suo carnefice sia vero, autentico, giusto e meritato. La discesa verso l’inferno,a questo punto, è diventata velocissima.

Questa potente e pericolosa tecnica viene utilizzata a schema fisso, unitamente alla triangolazione (leggi articolo sul blog), al trattamento del silenzio (scomparsa improvvisa del carnefice, blocco sul telefono, assenza di risposte) ed alla violenza psicologica ( vedi articolo sul blog) (insulti, critiche sprezzanti, isolamento, gelosia, controllo). Non è facile capire di esser vittima del gaslighting poiché esso si verifica in modo graduale e quasi impercettibile. La maggior parte delle ex vittime, una volta compreso il disturbo dello psicopatico o narcisista maligno e raccolto informazioni sul gaslighting, non saprà, tuttavia, collocare esattamente nel tempo l’inizio dell’abuso e non ricorderà tutti gli episodi collegati a questa subdola tecnica.

Il gaslighter utilizzerà questo sistema anche in questioni insignificanti, apparentemente insignificanti: vittima “amore ho preso i pasticcini per tua madre, mi hai detto che li adora” gaslighter “io non ti ho mai detto che a mia madre piacciono i pasticcini! ma scherzi?? anzi ha il diabete, non capisco come fai a non ricordare del diabete, ne abbiamo parlato a lungo! magari i pasticcini piacciono alla madre del tuo ex o del tuo amante! Ovviamente, il narcisista patologico aveva davvero riferito alla vittima che sua madre adorava i dolci e mai le aveva parlato del diabete. Conversazioni come queste, ripetute su argomenti vari, a fissi intervalli temporali, creano nella vittima, senza che se ne renda conto, uno stato confusionale, una sfiducia nelle proprie capacità di percezione, memoria ed osservazione, sfiducia di cui non ha piena coscienza ma che si radica, tuttavia, sempre più in lei.

Chiunque può essere suscettibile di tale pratica, in quanto abbastanza diffusa tra abusanti, dittatori, narcisisti e leader di sette.

Tale forma di abuso viene “dosata” lentamente, così che la vittima non possa rendersi conto del lavaggio del cervello che sta subendo.

Le persone che utilizzano il Gaslighting inoltre dicono palesemente bugie, ma sono molto abili a mascherarle. Il manipolatore tende a “ribaltare le carte in tavola”; si ha così la percezione che tutto quello che è stato riportato non corrisponda al vero, in quanto l’obiettivo è quello di instillare il dubbio per rendere la vittima instabile.

Successivamente i manipolatori tendono a negare quanto detto, e anche se la vittima ricorda benissimo le parole o la circostanza, loro continuano a negare con l’obiettivo di portare la vittima a mettere in discussione la propria realtà. Più questo ciclo si perpetua, più la vittima inizia a dubitare di sé accettando la realtà dell’altro.

Gli abusanti sono anche molto abili nel colpire quanto ciò che si ha di più caro; ad esempio, essi sanno quanto possano essere importanti i figli o la propria identità, pertanto queste possono essere una delle prime cose che attaccano.

In presenza di figli, iniziano ad accusare l’altro di essere un incapace e di non meritare quei bambini.

Mettono in atto una sorta di “terrorismo psicologico” al fine di smantellare le sicurezze di base, con l’intento di rendere l’altro vulnerabile.

Come può la preda non rendersi conto di ciò che le sta accadendo? Come può non essere consapevole del gaslighting, della triangolazione, della violenza? Per comprenderlo chiedo aiuto ad un aneddoto : quello della rana bollita.

Il fenomeno della rana bollita risale ad una ricerca condotta dal John Hopkins University nel lontano 1882. Durante un esperimento, alcuni ricercatori americani notarono che lanciando una rana in una pentola di acqua bollente, questa inevitabilmente saltava fuori per trarsi in salvo. Al contrario, mettendo la rana in una pentola di acqua fredda e riscaldando la pentola lentamente ma in modo costante, la rana finiva inevitabilmente bollita. Questo esperimento descrive esattamente il modo in cui funziona anche il nostro sistema nervoso.

Ogni qualvolta introduciamo un cambiamento radicale nella nostra vita, il nostro cervello, come la rana nell’acqua bollente, cerca disperatamente di ritornare nella sua zona di comfort, annullando ogni nostro tentativo di cambiamento. Pertanto, se violenza, tradimenti, bugie, gaslighting fossero subito palesi, evidenti e molto intensi le vittime fuggirebbero. Al contrario, per ottenere un cambiamento duraturo, per minare pian piano le reazioni sane di fuga, il narcisista maligno e lo psicopatico adotta l’unica tecnica realmente efficace che consiste, inizialmente, nell’introdurre piccoli cambiamenti, piccoli microtraumi, ma in modo costante.

Nel breve periodo, questi piccoli cambiamenti sono impercettibili per il nostro sistema nervoso, ma nel lungo termine avranno determinato la nostra paralisi. E come accade nell’esperimento della rana, la vittima, quando si accorgerà di ciò che sta subendo da tempo, sarà cosi debilitata, danneggiata e prostrata da non riuscire a compiere il salto dalla pentola bollente. Inoltre, rammentiamo che i manipolatori alternano violenza a momenti di lode gratificante e ciò aggiunge un ulteriore senso di confusione nella preda in relazione a ciò che percepisce e ricorda.

Il narcisista perverso e lo psicopatico farà,inoltre, credere agli altri che voi siete pazzi e metterà in discussione la vostra sanità mentale in modo da provocare un allontanamento degli altri da voi. Contemporaneamente, vi dirà che tutti coloro che vi stanno intorno, come amici o parenti, siano bugiardi e questo produce nuovamente una messa in discussione della vostra realtà.

Come difendersi? attraverso l’informazione. All’inizio, dovrete annotare quante più affermazioni e conversazioni possibili e questo non allo scopo di metterlo davanti all’evidenza, poiché da mentitori patologici, negherebbero comunque, bensì per non perdere la vostra lucidità. Il perverso vuole ricorriate esclusivamente a lui, vuole la vostra distruzione psichica, vuole controllare la vostra mente.

Ed allora, frasi quali:

” Me lo hai detto tu non ricordi?”

” Mi hai frainteso, avrai capito male”

“Ne abbiamo parlato un sacco di volte e non lo sai più?”

“Tu non hai memoria!”

“Sei grassa! (magra, brutta, ignorante, incapace, ecc..)”

 “ Non sai fare niente! Non ne fai una giusta!”

“ Ma come non ti ricordi! Me l’hai detto proprio tu!”

“ Questo non me l’hai mai detto! Te lo sarai immaginato!”

“ Le tue amiche sono stupide come te!”

“ Se ti lascio rimarrai sola per tutta la vita!”

“ Tu non sei nessuno!”

Io non dico bugie, sei tu che immagini certe cose”

sono pronunciate al preciso scopo di farti dubitare di te stessa e di non farti avvertire le incongruenze e l’insanità di una relazione che ti sta letteralmente massacrando. Il tuo carnefice sta usando contro di te una crudele tecnica manipolatoria chiamata gaslighting.

 E’ una delle armi invisibili preferite dei manipolatori e violenti psicologici. E’ la forma di violenza psicologica più subdola, non lascia ferite sul corpo bensì lividi nell’anima. Il gaslighter può essere un partner, un familiare, un collega, un capo o un amico.

Il gaslighter è colui che altera la tua percezione della realtà, ti porta a credere che una menzogna sia la verità, che un episodio che ricordi perfettamente sia soltanto frutto della tua immaginazione, ti farà credere di non ricordare una cosa che in realtà non è mai successa, fino a farti credere di essere diventata pazza, tutto con l’unico vile obiettivo di distruggere la tua capacità di giudizio, sviluppare un’insicurezza di fondo e fare in modo che tu dipenda da lui; questa crudelissima strategia manipolatoria può causare conseguenze psicologiche anche gravi nella vittima.

Nel dettaglio,le diverse tecniche di gaslighting sono le seguenti:

Negazione: quando il narcisista maligno o psicopatico gaslighter rifiuta di ascoltare o fa finta di non capire ciò che dici.

 “Me lo hai già detto 100 volte, non voglio ascoltare questo di nuovo”.

 Contrapposizione: quando il gaslighter mette in dubbio i ricordi di situazioni ed eventi della vittima, anche quando la vittima ricorda ogni singolo dettaglio dell’accaduto.

“Non è così, non è vero! Tu non ricordi mai niente,stai perdendo colpi”

Blocco/Deviazione: quando il gaslighter cambia discorso e sposta l’attenzione su un argomento ben lontano da quello su cui si stava discutendo; quando il gaslighter mette in dubbio pensieri ed emozioni della vittima.

 “Queste idee folli te le ha suggerite (un amico, familiare, collega, ecc.)?”

“Te lo sarai immaginato!”

Banalizzazione: il gaslighter sminuisce le emozioni della vittima e banalizza i suoi bisogni emotivi.

“ Tu sei ipersensibile”

“Non ti arrabbierai di nuovo per cose di poco conto?”

sei molto suscettibile su questo argomento a causa dei tuoi irrisolti traumi infantili” (magari in caso di tradimenti)

 Dimenticanza/Rifiuto: il gaslighter fa finta di aver dimenticato fatti accaduti e/o nega di aver fatto determinate promesse alla vittima.

 “Questo l’hai inventato tu!”

“Io non so di cosa tu stia parlando”

Queste dinamiche disfunzionali diventano una spirale che condurrà la vittima al centro dell’inferno della depressione e confusione mentale.

Il gioco è fatto. Lo psicopatico e il narcisista perverso, in fase iniziale, finito il love bombing, userà sarcasmo e critiche raramente e “innocentemente” ma con il passare del tempo le critiche e svalutazioni diventeranno più crudeli e insistenti. Tuttavia, la preda, piegata dal gaslighting, spaventata dal trattamento del silenzio, che ha già ricevuto ( anche se per poche ore o giorni), resa timorosa dalla colpevolizzazione (“tu non mi ami, non mi capisci, se mi amassi faresti così…, non mi faresti pressione…, vestiresti così…ti occuperesti di più di me”) e non fidandosi più delle sue percezioni della realtà e della sua memoria, la vittima farà sempre più affidamento sul suo partner rafforzando così una spirale da cui non sarà facile uscirne.

 Per sottrarsi a questa violenza occorre rendersi conto che si è vittime della stessa, prestare attenzione ai campanelli di allarme, annotare le frasi sopra indicate e se si ripetono frequentemente valutare l’interruzione immediata della relazione e dei contatti ; come ogni tecnica disfunzionale adottata dal perverso, anche questa ripete uno schema fisso e questo è, per la vittima consapevole, un vantaggio.

Bisogna,inoltre, ripristinare la fiducia in se stessi anche se è stata duramente danneggiata. Ora che sei cosciente del fatto che si tratta di una strategia di manipolazione e che il problema non sei tu, le tue emozioni e la tua memoria, ogni volta che sei bersaglio di un attacco del gaslighter ricorda che è solo una tattica di abuso mentale.

Ricorda che le tue emozioni e i tuoi sentimenti sono validi e veri, che certe espressioni vengono usate dal gaslighter solo per ferirti, fidati della tua memoria, tu sei capace di ricordare ciò che è successo, ciò che hai visto e sentito perfettamente.

Secondo la Dott.ssa Robirn Stern i sintomi nelle vittime di gaslighting sono i seguenti:

  • Metti in dubbio te stessa costantemente
  • Chiedi a te stessa: “Forse sono io ad essere troppo sensibile?”- più volte al giorno
  • Ti senti spesso confusa e pazza
  • Ti scusi sempre con il tuo partner
  • Non riesci a capire perché non riesci ad essere felice
  • Cerchi spesso delle scuse per giustificare i comportamenti del tuo partner ad amici e familiari
  • Senti che qualcosa sia sbagliato, che c’è qualcosa che non va ma non sai bene di cosa si tratta
  • Cominci a mentire per evitare di essere svalutata e sminuita
  • Hai problemi nel prendere piccole decisioni
  • Senti che in passato eri una persona diversa- più sicura di te stessa, più felice, più risolutiva
  • Ti senti persa e infelice
  • Ti senti come se non riuscisse a fare niente di buono
  • Ti chiedi se sei una “buona” partner

Fidati di te. Fidati della tua memoria. Fidati delle tue sensazioni. Fidati delle tue intuizioni. Fidati del tuo dolore: se soffri è perché qualcuno ti sta facendo soffrire. Fidati delle tue ferite: se le hai è perché qualcuno ti sta ferendo. Fidati della tua rabbia: se ne hai è perché qualcuno ti sta facendo arrabbiare. Fidati della tua confusione: se ti senti confusa è perché qualcuno vuole confonderti.

Fidati di te stessa sempre.

Fidati di te stessa, maggiormente di quanto tu possa fidarti di qualcun altro.

 

 

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La triangolazione del narcisista patologico e dello psicopatico

Lo psicopatico ed il narcisista perverso adottano molteplici modalità di manipolazione, asservimento e distruzione psichica ed emotiva della preda, sia essa un partner, un figlio o un genitore.

E’ bene comprendere che anche la prima fase di  idealizzazione ed apparente amorevolezza dello psicopatico o narcisista perverso, chiamata love bombing, è una modalità pre-fissata in modo strategico e,pertanto, assolutamente falsa e recitata.

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Fu una giostra senza luci senza fate cavalli e re e tu, guardiano del nulla, creavi incantesimi per far brillare il mortale marchingegno.

M.M.

 

Lo psicopatico ed il narcisista perverso adottano molteplici modalità di manipolazione, asservimento e distruzione psichica ed emotiva della preda, sia essa un partner, un figlio o un genitore.

E’ bene comprendere che anche la prima fase di  idealizzazione ed apparente amorevolezza dello psicopatico o narcisista perverso, chiamata love bombing, è una modalità pre-fissata in modo strategico e,pertanto, assolutamente falsa e recitata.

Uno dei sistemi utilizzati e’ la triangolazione. Cos’è la triangolazione?
È un sistema di manipolazione molto potente. È un metodo sadico e perverso utilizzato dal narcisista patologico per manipolare due soggetti che lui osserva compiaciuto. Qual’e’ lo scopo che soddisfa attraverso questo strumento infernale? Il rifornimento narcisistico  ed il divertimento, ovvero le due finalità che si propone di raggiungere sempre e che muovono ogni sua decisione.

Si da’ poca importanza a questa forma di manipolazione la quale, invece, provoca molto spesso un dolore intenso nella preda e ne mina, nel profondo, la struttura emotiva e la saldezza psichica. Una volta prodotto l’innamoramento, una volta stabilito l’aggancio, scatta la TRIANGOLAZIONE. Lo psicopatico la utilizza in modo da generare la gelosia, suggerendo, facendo intravedere altri interessi. Da una parte c’è il partner, dall’altra lo psicopatico con una terza persona, che può essere davvero esistente o fittizia. Si faccia attenzione tuttavia al fatto che ex prede, nuove prede e potenziali prede erano presenti anche durante la prima fase di idealizzazione ma lo psicopatico o il narcisista perverso ritenevano importante  e funzionale nasconderle. Nelle fasi successive, quelle  di svalutazione violenza e scarto indotto, al contrario, diviene necessario far intravedere alla partner cosa stia accadendo, al fine di generare angoscia, ansia, paura, attaccamento,  dominazione ed anche ( forse questo è l’aspetto più orrendo) al fine perverso di trasformare la vittima in un essere teso, geloso, isterico, iper controllante, nervoso o addirittura, indurlo al tradimento, operando in tal modo la ” corruzione” della sua identità onde farla divenire, a parere del manipolatore, simile alla sua. Il narcisista patologico e lo psicopatico adottano la triangolazione in modo indiretto e la vittima non comprende che ciò che si produce è appunto una manipolazione.
Questa attitudine a flirtare del manipolatore (tenendo sempre vive le ombre delle ex, presentando o suggerendo persone che potrebbero essere future candidate) produce nella vittima una maggiore dipendenza, una sensazione che si confonde con la gelosia patologica ma non lo è perchè e’ COMPLETAMENTE INDOTTA, e’ un artificio creato ad arte. Come lo psicopatico ed il narcisista maligno usano il sistema dello SCARTO INDOTTO (vedi articolo sullo scarto in questo blog ) così determinano, attraverso la triangolazione, una gelosia ed un controllo INDOTTI. La vittima assume atteggiamenti ossessivi, patologici e si percepisce come malata, strana; il suo capo le parla e lei non accolta, i figli la chiamano e lei non ascolta, la sua amica le racconta un problema e lei, ancora, non riesce ad ascoltare giacche’ nella sua mente c’è solo lui e quell’altra o il timore dell’altra. Il perverso, di contro, a tratti finge di tollerare i suoi controlli dall’altro accusa il partner di sfiducia, si lagna di esser messo sotto pressione, si erge a vittima soffocata ed incompresa sia di fronte a lei sia di fronte ad amici, parenti e nuove o vecchie fiamme. Queste ultime, convinte di essere migliori della vittima e di rivestire un ruolo di comprensione e sostegno, dei quali il narcisista e lo psicopatico non possono fare a meno, rimangono agganciate. Esse non sanno che lo psicopatico stesso a volte consegna le password di mail o profili alla vittima per indurla a rimanere ” amore non ho fatto nulla ” oppure ” ho sbagliato ma tu sei così diversa sempre arrabbiata ed io ero esausto e… Ho sbagliato ma ti amo non posso perderti. Ecco tieni le password, controlla il cellulare così tornerai a fidarti di me “… In realtà, il perverso, che non cambia ed anzi rinforza la dose di triangolazione, crea ancor più confusione e spinge la vittima a spendere il suo tempo in minuziosi ed estenuanti controlli. Ecco, il piano è’ perfetto, la strategia vincente: il predatore ottiene una vittima sempre più dipendente, destrutturata, corrotta, angosciata che compie gesti esagerati, crea falsi profili per spiarlo, chiama incessantemente, e’ tormentata dai sensi di colpa e disposta a sopportare qualunque nefandezza pur di tornare alla sensazione di sicurezza mentre egli si assicura altre creature adoranti che, inconsapevoli di essere bambole o bambolotti dell’harem, si elevano a protettrici  e protettori; inoltre, tutto ciò genera situazioni esplosive, ricche di dramma, pathos e colpi di scena e tanta adrenalina che lo aiutano a vincere la noia (temutissima emozione), e ad ottenere un elevato rinforzo narcisistico. In più, quando gli servirà indurre lo scarto e liberarsi della vittima, basterà aumentare  la messinscena della triangolazione perché ella, sfinita e disgustata, chiuda il rapporto o aumenti l’ossessivo controllo producendo la chiusura della relazione da parte di lui che si fingerà esausto e maltrattato anche dinanzi agli altri, resi spettatori e marionette. 

Il burattinaio e’ soddisfatto : per questo lui adora la triangolazione.
Nell’epoca dei social, delle chat, dei profili artatamente costruiti sui siti di incontro, nell’epoca consacrata a whatsapp, a Facebook, ove ogni apparizione e sparizione  di se’ può essere preordinata a tavolino, il narcisista perverso o lo psicopatico  (che tendono sempre ad ottenere molto con lo sforzo minimo) possono fare triangolazione muovendo un solo dito ( un like al posto giusto può catturare una nuova preda e far impazzire la vecchia, una foto accanto ad una donna può essere pubblicata e scatenare mesi di rabbia e paura)  per avere il controllo. In questa fase, che può durare anni,  ritroviamo una caratteristica centrale di questo tipo di relazioni con psicopatico: la vittima si trasforma in un detective o in una spia, controlla ovunque, in ogni rete sociale che lo psicopatico sta utilizzando per organizzare la triangolazione, crea al pari di lui, ma per ragioni tristemente diverse, falsi profili al fine di capire COSA SUCCEDA REALMENTE. Questo non accadrebbe in una relazione normale, non accadrebbe nemmeno se il partner normale stesse tradendo. Perché ? Perché un partner non psicopatico o narcisista patologico, ancorché scorretto, non userebbe la triangolazione. Un soggetto normale tradirebbe nascondendo bene il tradimento per non essere scoperto e per non ferire oppure, se  fosse un playboy senza scrupoli non si preoccuperebbe di nasconderlo ma, appunto, tutto apparirebbe chiaro, lineare e la vittima avrebbe modo di avere un quadro preciso davanti agli occhi, non scatterebbero i controlli ossessivi, l’ansia, la paranoia, non trascorrerebbe le ore spiando il perverso, trascurando tutto il resto, figli, casa, lavoro, amici e se stessa ma vedrebbe la realtà e si allontanerebbe.   Lo psicopatico invece vuole indurre la vittima a sentire sempre in pericolo la relazione senza essere sicura di nulla, vuole portare la vittima a dubitare delle sue percezioni anche perché il perverso giura amore e fedeltà ( mentre si fa vedere perennemente on line) : è terribile perchè la vittima non sa che questo è un gioco perverso esclusivamente costruito per manipolarla e distruggerla. La vittima si trasforma,  da persona fiduciosa, tranquilla, in una persona che sta costantemente in stato di allerta ed accumula un livello di stress che, spesso, la fa ammalare. Tutto questo e’  il prodotto del lavoro meticoloso dello psicopatico.”

Il narcisista perverso e lo psicopatico usano la triangolazione anche in altri rapporti. Sovente, il narcisista manipola uno o tutti i figli contro il partner per evitare che divorzi da lui. Dira’ che una separazione sarà devastante per i figli ed a loro però dirà che l’altro genitore e’ responsabile della crisi e della separazione. Molti a questo punto si sentono in colpa e non si separano. Al narcisista non importa di fare soffrire i figli con questa tattica, lui vuole solo ottenere i suoi risultati e vincere su di te. Se il perverso e’ tuo genitore manipolerà tuo fratello o sorella contro di te e tra voi si scatenerà una lotta per avere l’attenzione e quella accettazione sospirata che non avrete mai.

La triangolazione con alcuni membri della tua famiglia avviene o lamentandosi di esser trattato male dai tuoi parenti o facendo la vittima davanti ai suoi. Se è separato, il manipolatore dirà che i suoi figli non accetterebbero una nuova figura, relegandoli al ruolo di eterno amante.

La triangolazione nell’ambiente di lavoro è molto comune. Può essere che il narcisista o lo psicopatico manipolino la storia col tuo capo per guadagnarsi una promozione, prendersi il valore di quello che hai fatto tu, oppure svalorizzando, disprezzando, o incolpandoti degli errori in un lavoro di gruppo. Lo farà in un modo molto sottile per fare in modo che il capo creda a questa cosa

Molti narcisisti maligni o psicopatici, se gli conviene per raggiungere un obiettivo che gli sta a cuore ( riconquistare una preda, ottenere uno sconto di pena ad esempio) vanno in terapia, qualcuno si sottopone anche alla terapia di coppia. Se il tuo partner è un narcisista maligno non fare terapia di coppia perché non servirà a nulla ed anzi manipolerà entrambi . Devi andare a fare terapia da sola e da chi ha esperienza di manipolazione relazionale. Il narcisista maligno o lo psicopatico col suo incanto superficiale può triangolare e ammaliare il terapeuta.

La triangolazione rende le vittime caricature di se stesse, le immerge in pensieri ossessivi, timori angoscianti, le trasforma in pessime madri, pessime lavoratrici, pessime amiche. La triangolazione rende le vittime ridicole, inducendole a creare profili falsi, a pubblicare immagini o post sui social colmi di messaggi subliminali che ostentano una falsa e poco credibile felicità o che mostrano apertamente la rabbia ed il dolore. La triangolazione accende lo stress e pone in uno di iper vigilanza perenne, costringe a vivere settimane, mesi, anni nello stato di allerta.

La triangolazione infine insegnerà alle vittime la sfiducia e la paura che porteranno anche nelle future relazioni.

Questa forma di violenza, come tutti gli altri strumenti di tortura psichica, e’ una delle armi  del  burattinaio perverso,  cioè di colui o colei che, sin dal principio, ha deciso di distruggervi, recitando l’amore.

 

 

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