LA VIOLENZA DELLO PSICOPATICO E DEL NARCISISTA PERVERSO

La relazione con un narcisista maligno o con uno psicopatico è destinata a trasformarsi in una discesa verso l’inferno. Conclusa la fase dell’idealizzazione, si aprirà …

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volli tener stretta la morte e danzar con lei

seguendo la musica di infernali note

Volli sfidar la morte per mutar l’orrore in odorose viole.

Ma più del desiderio

poté l’intenzione oscura di carpir del fiore ogni più sacro e segreto

splendore” M.M.

La relazione con un narcisista maligno o con uno psicopatico è destinata a trasformarsi in una discesa verso l’inferno. Conclusa la fase dell’idealizzazione, si aprirà il secondo atto di quella tragica farsa che è il rapporto sentimentale o interpersonale che ha deciso di vivere con voi.

Mentre ti sta tradendo ,ti sentirai dire che “ se non ti fidi è un problema tuo” , ti ripeterà che sei incapace. Ti porterà a dubitare di te stessa, verrai deprogrammata, offesa e umiliata costantemente. Ti porterà allo stremo. Ti griderà contro orrende parole che ascolterai piangendo, inerme. Ti spingerà, camminerà per strada lasciandoti indietro, ti osserverà con disprezzo e sarcasmo e tu alla fine inizierai a credere che abbia ragione, che non vali nulla , che forse sei pazza, incapace, brutta o puttana. E quando ti avrà gridato il suo odio se ne andrà, lasciando il silenzio a ferirti in ogni istante. In quel silenzio crederai di affogare, di soffocare e spererai in un ritorno, spererai che possa avvicinarsi di nuovo, non ricorderai distintamente i tormenti che ti ha inflitto, perché nulla ti fa più male quanto l’essere diventata invisibile. Allo psicopatico la violenza serve per poter dimostrare controllo e potere e dopo sta bene. In determinati periodi si allontanerà per dedicarsi ad altre vittime.  Ma sa che lo stai aspettando, piegata e contorta nella tua vita piena ormai di macerie e solitudine, quelle che lui ha creato. E tornerà e tu sarai ferma dove ti ha lasciato, con i segni del tempo e del dolore che hanno inciso e deturpato la tua carne un tempo bellissima.  Te lo presento: è il tuo carnefice.

La fase della svalutazione inizia in modo subdolo e quasi impercettibile. Naturalmente, se la vittima assistesse al cambiamento integrale del partner si allontanerebbe immediatamente ed il predatore perderebbe l’oggetto prescelto abbastanza presto. Ma lo scopo del narcisista patologico e dello psicopatico è lo sfruttamento delle qualità della vittima e la realizzazione di un rapporto di totale dominio e controllo; l’amore della preda, la dipendenza dall’aguzzino,  la corruzione del suo carattere, il riuscire ad indurla a compiere atti che abbassano la sua dignità e le sue iniziali qualità umane, l’enorme dolore che sa di provocare, gli recano  una soddisfazione ed un nutrimento del quale non può fare a meno.

Critiche velate e bastone e carota Questo pericoloso soggetto non può permettersi di sbagliare strategia. Freddo predatore intraspecie, lo psicopatico ed il narcisista patologico inizieranno a svalutare la vittima lentamente e solo allorquando essa sarà stata privata della capacità di decisione, di discernimento, quando sarà dipendente, nel momento in cui ogni aspetto della sua esistenza vacillerà, allora il narcisista perverso abbasserà la maschera e scaricherà ogni forma di abuso e violenza morale e psicologica e, a volte , fisica, sulla vittima, la quale, paralizzata e deprogrammata grazie a mesi di manipolazione, rimarrà immobile a subire attacchi alla sua identità via via più violenti.

La svalutazione, come abbiamo detto, inizia in modo latente, con sguardi di disprezzo, mutismo, freddezza, allusioni destabilizzanti, osservazioni scortesi che, tuttavia, da parte della vittima difficilmente vengono ricondotti ad una strategia premeditata e violenta. Essa tenta di scusare, un po’ incredula, il narcisista maligno, nel quale ancora vede il principe azzurro o l’uomo sofferente ed un po’ complicato da aiutare. In via parallela, lo psicopatico alterna momenti, sempre più rari, di dolcezza e vicinanza, con atteggiamenti incomprensibili e scostanti. Siamo al c.d. periodo del bastone e della carota: la preda viene ora considerata ora ignorata o criticata senza che vi sia una plausibile spiegazione né dell’uno né dell’altro comportamento.

Il predatore, con lo sguardo freddo, la osserva trasformarsi, divenire ansiosa e angosciata, tesa e distratta in qualsiasi altro ambito della propria vita.

Comunicazione paradossale. Iniziano i discorsi paradossali, adottati ad arte dallo psicopatico per annichilirla: la comunicazione paradossale consiste nell’esprimere a livello verbale una cosa e tuttavia a livello non verbale viene espresso l’opposto. Così la preda comincia a trascorrere ore a riflettere su ciò che avesse voluto intendere il perverso, sul perché dica una cosa e ne faccia un’altra opposta, ma non può trovare risposta alcuna, giacché l’unica risposta vera sarebbe che lui le sta facendo violenza psicologica. Vani risultano i tentativi della vittima di avere spiegazioni, di ricevere chiarimenti, il narcisista non risponderà, eluderà le domande, si chiuderà nel silenzio o attaccherà la preda “ma cosa mi tormenti? Cosa ho fatto di strano? Non ti sta mai bene nulla?”,sei insopportabile!”, lasciandola nella incertezza. Peraltro, la vittima, da un lato, percepisce la distanza emotiva del partner dall’altro teme di esserne responsabile, inizia così a subire passivamente gli attacchi del maltrattante che la colpevolizza di essere petulante, di non essere più leggera e solare come all’inizio.

Triangolazione A questo punto si intravedono le triangolazioni, altro strumento dell’arsenale di manipolazione e distruzione del narcisista patologico: egli la mette in competizione con altre figure femminili. Pur vantando la più pura fedeltà, ovviamente falsa, il perverso lascerà indizi, avrà telefoni cellulari perennemente attaccati addosso, suonerie spente o riceverà o scriverà sms ad ore strane  o farà cenni espliciti ad altre donne siano esse ex partner o nuove conoscenze, che asserisce di avere come semplici amiche. E la vittima vive ormai nell’ansia e nel timore di essere abbandonata, cercherà di prodigarsi e di pesare ogni parola ogni gesto allo scopo di non scatenare nello psicopatico la freddezza o la critica o l’abbandono per una donna migliore di lei. Naturalmente, il narcisista patologico ha sempre tradito ed anzi ha un vero harem a disposizione fatto di ex, di nuove conquiste e di future prede che tiene d’occhio, essendo per lui la seduzione questione di pura sopravvivenza; tuttavia, a questo stadio la vittima ancora non ne è consapevole.

Violenza manifesta Queste modalità distruttive, che rendono la preda dipendente affettivamente e priva sempre più delle risorse psichiche, emotive e sociali che possedeva prima della relazione, diventano più manifeste. Lo psicopatico o narcisista perverso ha bisogno di riversare, di proiettare la negatività sul partner; inoltre, per lui sostenere a lungo la maschera è impossibile.

Siamo giunti, quindi, alla violenza morale apertamente agita. La vittima è ormai trattata in modo esplicito come fosse un oggetto, viene usata sessualmente come una discarica, viene criticata per i suoi capelli, per il suo fisico, per gli abiti che sceglie, per come tiene la casa o come cucina: del seduttore affascinate non è rimasto nulla. Lo sguardo di ghiaccio o ipnotico, la voce fredda, il tono tagliente, sono le uniche manifestazioni riservate alla preda. I rarissimi momenti di tregua e falsa delicatezza sono concessi per evitare il crollo della vittima. Gli insulti divengono molto pesanti, le proiezioni (come gli scatti di gelosia assurdi del narcisista patologico che invece sta tradendo davvero), le improvvise sparizioni gettano nel caos e nella disperazione la preda che, paralizzata, subisce un colpo dietro l’altro senza difendersi ed anzi, paradossalmente, attaccandosi morbosamente al suo aguzzino.

La bugia patologica. Tutti gli esseri umani si sono trovati a mentire ma per lo psicopatico  mentire è come respirare, è un sistema di vita. Lo psicopatico ed il narcisista patologico mentono a chiunque senza preoccuparsi minimamente di essere scoperti o della possibile sofferenza che possono provocare. La bugia è una modalità presente in ogni sua relazione. La menzogna e l’inganno dello psicopatico sono fredde, premeditate, congegnate alla perfezione e strategiche ed assolvono alla funzione di consentirgli di realizzare i propri obiettivi. La bugia viene raccontata in modo sereno, convincente, il partner viene guardato fisso negli occhi, il tono è tranquillo; persino quando le sue menzogne vengono scoperte, lo psicopatico ed il narcisista negano l’evidenza, generando  rabbia, incredulità e insicurezza nella preda che alla fine finisce per credergli. Come sostiene il Dott.  Marietan “lo psicopatico mente con tutto il corpo, è un attore eccellente, dice le sue menzogne con assoluta naturalezza, può fingere tenerezza, solidarietà, pentimento, può piangere a comando” .

Lo psicopatico ed il narcisista patologico hanno sempre molte cose da nascondere, dal conto in banca che prosciugano a vostra insaputa, a doppie triple quadruple vite sentimentali parallele, a titoli di studio inesistenti. L’inganno esiste sin dall’inizio della relazione, il perverso crea ad arte una rete fittissima di bigie le quali, se vengono intraviste dalla vittima, determinano in lui esplosioni di rabbia o sarcasmo (“ ma cosa stai insinuando? Non stai bene, vedi lucciole per lanterne! stai diventando paranoica!”

Vittimismo. Un’altra arma frequentemente utilizzata è il vittimismo. Lo psicopatico si erge a vittima dei traumi infantili , verso i quali, in realtà non prova alcuna emozione reale, che sono strumentalizzati per suscitare la compassione della preda e l’insorgere in lei di tendenze latenti dell’atteggiamento egoico della crocerossina : l’“io ti salverò”  miete più vittime di una bomba atomica, perché porta la vittima a subire ogni forma di angheria pur di salvare e guarire l’abusante.

Il narcisista patologico e lo psicopatico, se è necessario al fine di realizzare la strategia, piangono singhiozzando, proferiscono giuramenti, minacciano il suicidio, “la mia vita senza di te non ha senso, sento il cuore andare in mille pezzi; so di aver sbagliato, forse avevo paura di amare , non sono mai stato amato, ma sono cambiato. Se non vuoi darmi un’altra chance, lo capirò, voglio solo il tuo bene, ti amerò per sempre, perdonami amore mio”. Queste frasi in un empatico innamorato provocano una destabilizzazione mostruosa, mantengono vivo il legame, lo fanno sentire in colpa per non dare una possibilità a chi, sì, gli ha fatto molto male ma che sembra ora mettersi in discussione. L’empatico sa mettersi nei panni dell’altro e sa capire cosa si provi ad avere il cuore a pezzi ed essere disperato, sa che tutti sbagliano e crede che tutti possano cambiare in meglio. Per queste ragioni gli darà chance, che, naturalmente, in brevissimo tempo, porteranno la situazione a livelli peggiori di prima.

Gaslighting La violenza del narcisista patologico si attua prevalentemente attraverso la comunicazione. Mira alla distruzione della autostima e della personalità della vittima. Uno degli strumenti più utilizzati e pericolosi, capace di far perdere il senno alla preda , è il gaslighting. Il termine venne coniato dal un film degli anni ’50 Il termine deriva da un’opera teatrale del 1938 Gas light e dagli adattamenti cinematografici del 1940 e 1944  (quest’ultimo conosciuto in Italia come Angoscia ): la trama tratta di un marito che cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente, e insistendo che la moglie si sbaglia o si ricorda male quando nota questi cambiamenti. Il titolo origina dal subdolo affievolimento delle luci a gas da parte del marito, cosa che la moglie accuratamente nota ma che il marito insiste essere solo frutto dell’immaginazione di lei. Il manipolatore relazionale, infatti,  compie affermazioni false che minano la percezione della realtà del partner e della sua capacità mnemonica. Lo psicopatico sposta oggetti negando di averlo fatto, sostiene di aver detto frasi mai dette, imputa discorsi alla vittima che essa non ha mai pronunciato. “ Possibile che non ricordi? Ho messo le chiavi ne cassetto eri davanti a me e tu mi hai visto! (e non è vero)” oppure “ ti ho detto che sarei andato alla riunione ecco perché ho spento il cellulare, prima di uscire te ne ho parlato!” ( e non è vero). E’ una tecnica molto pericolosa ed insidiosa che pian piano contribuisce a far si che la preda non si fidi più di se stessa, dei suoi ricordi, della sua capacità di giudizio e percezione.

Silenzio altro strumento di violenza e manipolazione è l’uso del silenzio. Lo psicopatico non risponde ai messaggi pieni di sofferenza e speranza o risponde dopo ore ed in modo freddo; si nega al telefono, rinvia appuntamenti oppure scompare completamente. Alla vittima sembrerà di impazzire, come se le avesse tolto la voce, la possibilità di esistere. Piegata dalla dipendenza affettiva e dalle torture agite sino a quel momento, la preda non avrà reazioni di difesa, non vedrà nel manipolatore il suo aguzzino, starà così male da augurarsi soltanto che possa tornare e, nel momento in cui lo farà, lei accetterà ancora a lungo ogni sorta di violenza morale pur di non vederlo sparire ancora. Naturalmente, la violenza attuata dal silenzio è una strategia ben strutturata ed assolve a tre funzioni: asservire e dominare la vittima; concederle una tregua dai colpi ricevuti affinché essa recuperi un po’ di energia, senza la quale non potrebbe nutrire lo psicopatico e renderla docile alla successiva dose di violenza. Inoltre, il silenzio concede al manipolatore spazio di azione maggiore per occuparsi delle altre prede ( in fase di idealizzazione o svalutazione).

Ma come può un essere umano compiere un simile scempio su un’altra persona? E perché? La risposta la fornisce Robert Hare, uno dei massimi studiosi di psicopatia “ gli psicopatici sono predatori  intraspecie che usano fascino, manipolazione, intimidazione e violazione per controllare il prossimo e soddisfare i propri egoistici bisogni; mancando di morale ed empatia, riescono freddamente a prendere e a fare ciò che vogliono, violando norme e divieti sociali senza il minimo senso di colpa o rimpianto”.

Le caratteristiche della personalità psicopatica infatti sono egoismo, egocentrismo, desiderio di controllo delle situazioni “ad ogni costo”, anaffettività, cattiveria e mancanza di segni di rimorso, mancanza di empatia. Gli altri, nella visione di questi soggetti, sono ridotti a “cose” da utilizzare esclusivamente per la soddisfazione ed il raggiungimento dei loro obiettivi. Molto interessante è il profilo neuroanatomico dello psicopatico: attraverso studi effettuali con la MR (risonanza magnetica) è stato visto che alti punteggi di psicopatia sono correlati con significative riduzioni di materia grigia nella corteccia temporale anteriore, orbito frontale mediale e laterale, frontopolare sinistra e la regione del sulcus temporale superiore. Rispetto al funzionamento degli emisferi cerebrali sappiamo che nella maggior parte delle persone è l’emisfero destro a svolgere un ruolo dominante nei processi emotivi; alcune ricerche hanno dimostrato, invece, che negli psicopatici nessun lato del cervello è dominante nelle emozioni. Inoltre, i processi cerebrali responsabili delle emozioni in questi soggetti non sono concentrati, ma distribuiti e da questo deriva la vita affettiva superficiale e povera degli psicopatici. (Hare, La psicopatia, 2009). Gli psicopatici possono essere trattati? A tal proposito, sono esplicative le parole dello stesso Hare: “Non sprecate il vostro tempo. Nulla di ciò che potrete fare cambierà qualcosa”. Ed ancora: “Cosa curare? Non soffrono, non hanno un basso livello di autostima e neppure sono insoddisfatti del proprio comportamento.  Immaginate – se è possibile – di non avere una coscienza,  nessun senso di colpa o rimorso, non importa quello che fate, non ha senso limitarsi per il benessere degli estranei, amici, o anche per i membri della famiglia. Immaginate di non provare vergogna, non una sola volta in tutta la vita, non importa quale tipo di azione egoista, dannosa, o immorale abbiate compiuto.

Fate finta che il concetto di responsabilità vi sia sconosciuto, immaginate che anzi esso sia un inutile fardello che altri sembrano accettare senza discutere come sciocchi creduloni e che, all’occorrenza, potete strumentalizzare questa tendenza per raggiungere i vostri fini.

Ora aggiungete a questa strana fantasia, la possibilità di poter nascondere ad altre persone il vostro trucco psicologico. Dal momento che tutti ritengono semplicemente che la coscienza sia universale e posto che gli esseri umani proiettano sugli altri le proprie qualità e pulsioni, nascondere il fatto che si è senza-coscienza è quasi senza sforzo.

La vittima dello psicopatico e del narcisista patologico non si è mai confrontata con altri che avessero il suo sangue freddo. L’acqua di ghiaccio nelle vene è così bizzarro, così completamente al di fuori della loro esperienza personale, che raramente indovinerà chi si cela dietro la maschera di normalità. In altre parole, essi sono invisibili al mondo e soprattutto alla preda che li ama.

A questo punto si può fare qualsiasi cosa ed anche quando il comportamento violento e distruttivo verrà a galla il narcisista perverso sarà in vantaggio rispetto alla maggior parte delle persone, le quali, avendo comunque una coscienza, empatia e senso di colpa non potranno ricambiare la malvagità subita .

Gli esseri umani sono stati abituati a pensare che tutti  cerchino di  fare  bene e di essere buoni e giusti e onesti. E così, molto spesso, non ci prendiamo il tempo di usare la dovuta diligenza al fine di determinare se una persona che si è inserita nella nostra vita sia una brava persona.

E’ stato spesso notato che gli psicopatici ed i narcisisti patologici  hanno un netto vantaggio sugli esseri umani con coscienza e sentimenti perché non hanno coscienza e sentimenti. La coscienza ed i sentimenti sono legati ai concetti astratti di “futuro” e “gli altri”. Si tratta di “spazio-temporale”. Possiamo sentire la paura, la simpatia, l’empatia, la tristezza, e così via, perché possiamo immaginare in modo astratto, il futuro in base alle nostre esperienze passate, o anche solo “concetti di esperienze” in una miriade di varianti. Siamo in grado di “prevedere” come gli altri reagiranno perchè siamo in grado di “vedere noi stessi” in loro anche se sono “là fuori” sono “altro da noi”. In altre parole, non soltanto possiamo identificarci con gli altri spazialmente – per così dire -ma anche temporalmente – nel tempo. Lo psicopatico non sembra avere questa capacità. I narcisisti perversi e gli psicopatici “possono imitare i sentimenti, ma gli unici veri sentimenti che sembrano avere – la cosa che li spinge e li induce ad agire diversi drammi per effetto – è una sorta di “fame predatoria” per quello che vogliono. Vale a dire, si “sentono” bisogno / vogliono, l’amore, sostiene Hare  . “Per di più, questa prospettiva “bisogno / volere” postula che solo la “fame” dello psicopatico è valida, e tutto e di più “là fuori”, al di fuori dello psicopatico, non è reale se non in quanto ha la capacità di essere assimilato al psicopatico come una sorta di “cibo”. “Può essere utilizzato o può fornire qualcosa?” è l’unica questione su cui lo psicopatico sembra essere interessato. Tutto il resto – tutte le attività – è indirizzato a questa unità.” continua Hare. In breve, lo psicopatico e il narcisista sono predatori. Se pensiamo alle interazioni dei predatori con le loro prede nel regno animale, possiamo arrivare a una certa idea di ciò che sta dietro la “maschera di sanità mentale” dello psicopatico. Proprio come un predatore animale, adotterà tutti i tipi di finzione al fine di inseguire la preda, tagliarla fuori dal gregge, avvicinarsi a lei e ridurre la sua resistenza, anche assumendo l’aspetto (la maschera) elaborato in modo tale, con  composti di parole e apparizioni – bugie e manipolazioni – che riesca ad  attrarre e mangiare  le sue prede.

La fase della svalutazione può durare settimane, mesi o anni. I danni alla autostima ed alla identità della vittima sono terribili e spesso comportano l’insorgenza del trauma da narcisismo patologico o trauma da stress, patologie psicosomatiche e depressione.

La vittima proverà rabbia e vergogna  per aver consentito allo psicopatico di distruggerla e soltanto in seguito ricostruirà il puzzle della strategia attuata dal predatore e riconoscerà tutti i comportamenti adottati in questa fase come VIOLENZA .

Tuttavia, il riuscire a non negare la violenza subita e perdonarsi per non essere riusciti ad allontanarsi dal carnefice in tempo sono i presupposti per la completa guarigione e per la rinascita.

R.D. HARE, La psicopatia. Valutazione diagnostica e ricerca empirica, traduzione italiana a cura di V. CARETTI, A.SCHIMMENTI, Roma 2009.

Crimen et Delictum, IV (November 2012)

International Journal of Criminological and Investigative Sciences-Eleonora Alemanno

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