VITTIME E TRIBUNALI

In Italia ,le donne vittime di abuso durante il corso della loro vita,secondo le più recenti statistiche, sarebbero circa 6 milioni,un numero allarmante che è,purtroppo, in costante crescita…

vittima

In Italia ,le donne vittime di abuso durante il corso della loro vita,secondo le più recenti statistiche, sarebbero circa 6 milioni,un numero allarmante che è,purtroppo, in costante crescita.Si registra,peraltro, un progressivo aumento degli omicidi in ambito familiare ed, in generale, un inasprimento delle condotte degli abusanti,che adottano modalità sempre più violente.Il 12% dei casi di stalking si traforma in omicidio ed il 71% delle vittime subisce violenza e minacce,che nel 50% dei casi si traduce in lesioni personali.

Ciò che ,tuttavia,l’ordinamento giuridico, i giudici e,prima di essi, la società ed,anzi,le vittime stesse non hanno recepito pienamente è che l’esplosione della violenza fisica non è altro che l’evoluzione delle modalità di distruzione posta in essere dai soggetti abusanti.

La violenza morale,sovente preludio di quella fisica, è punita dalla legge e dà diritto a forme di tutela e di risarcimento.Tuttavia ,vi è una difficoltà evidente ad identificarne i contorni prima di tutto da parte della vittima e conseguentemente da parte della legge. La condotta di colui che denigra con frasi sprezzanti e sorriso ambiguo,i silenzi, le prevaricazioni intervallati da momenti di tenerezza artatamente concepiti,i tradimenti multipli,le fughe e i ritorni ciclici,la colpevolizzazione ed il vittimismo teso a giustificare comportamenti che altrimenti non tollereremmo ,costituiscono violenza morale e come tale rappresentano una lesione ,oltre che alla nostra salute psichica e fisica,ai nostri diritti civili,che la legge e, prima di essa, la Costituzione, tutela.Ciò che rende identificabile la violenza è il disegno preordinato dell’autore che si concretizza non in atti isolati e sporadici,bensì in una modalità rigida che via via aumenta il livello di estrinsecazione.Il singolo gesto ,preso da solo,poco significherebbe ma acquista rilievo ,sanzionabile nella sua recidività.L’ordinamento giuridico è posto al di fuori dell’intimità della coppia o della famiglia ed interviene solo in casi estremi o se viene adeguatamente sollecitato.Tuttavia, le vittime,confuse dall’andamento altalenante ed ambiguo dell’abusante psicopatico,tendono non solo a non reagire ma anzitutto a non riconoscere l’abuso medesimo per molto tempo. La violenza morale è insidiosa ed imprigiona ,rendendo la persona incapace di reagire, nonostante ,precedentemente all’esperienza con l’aggressore ,fosse determinata ed equilibrata. Riconoscere nel partner un aggressore è assolutamente complicato.La psicopatia ed il narcisismo perverso ,che caratterizzano gran parte degli autori di violenza morale e fisica, è un argomento quasi sconosciuto.I sentimenti nutriti per l’abusanate,lo stato di prostrazione psichica in cui egli riduce le vittime e la mancata conoscenza del fenomeno ,sono tra le cause di incapacità di autotutela. Si pensi che sino al 1996 il reato di violenza sessuale era considerato dal diritto un reato contro la morale e non contro la persona:ciò aiuta a comprendere come vi sia un substrato culturale di tolleranza e minimizzazione della violenza familiare che solo in tempi recenti ha iniziato a mutare direzione.Non esiste nel nostro Paese una norma specifica che riconosca e punisca tali abusi; tuttavia ,va detto che la violenza morale viene punita e nelle cause di separazione ,essa è motivo di addebito; inoltre,nei casi più gravi può comportare la perdita della potestà genitoriale,se adeguatamente provata.Il comportamento dell’ex coniuge che non collabora ma anzi usa la prole per “punire” l’altro genitore,che ha un atteggiamento destabilizzante, può portare ad ottenere l’affidamento esclusivo dei minori,che oggi, è di solito,condiviso.Il problema rimane il quadro probatorio.Il problema rimane il ricatto e la minaccia che molte vittime subiscono nel caso in cui abbiano con il partner interessi economici,figli ecc..:le vittime hanno paura ,quando comprendono chi sia il partner ,hanno paura di ritorsioni e non sanno come difendersi .Per questo ritengo sia importante segnalare che ,in qualsiasi relazione con uno psicopatico,non appena si comprende la situazione e si decida di interrompere il rapporto,è necessario costruire una fuga sicura.Lo psicopatico tornerà o tormenterà, userà i figli, non restituirà denaro, si approprierà delle società in comune e,molto spesso,diventerà uno stalker.Come uscirne? Raccogliendo prove prima della fuga,stampando sms,mail,registrando conversazioni ,annotando episodi, individuando testimoni,blindando i beni . Lo psicopatico ritiene di poter fare alla vittima ciò che crede,si ritiene al di sopra della legge e considera la vittima debole e manipolabile.Nelle cause di separazione ed anche a conclusione delle stesse,diverrà perncioso nelle modalità di visita ai figli o indifferente ,scomparendo e riapparendo a suo piacimento.Per tali ragioni,le vittime dovranno rapportarsi con l’ex partner sempre per iscritto,non dovranno cedere alle provocazioni,preferibilmente dovrebbero interagire tramite un intermediario e,meglio,un legale. Egli ha bisogno di mantenere la maschera davanti al mondo e di fronte ad una posizione ferma del partner che ha raccolto prove sufficienti ad inchiodarlo, raramente varcherà il limite.

I Tribunali ,non essendo tipizzato il fenomeno, hanno,inoltre, necessità che il percorso di violenza morale venga ben delineato e provato. E’ necessario che l’informazione sia estesa e che le vittime possano, quando sono pronte ad allontanarsi dal carnefice,essere supportate psicologicamente e difese a livello legale da chi comprende il fenomeno, anche al fine di poter tutelare in modo appropriato gli eventuali figli.L’ordinamento giuridico prevede misure cautelariad hoc per gli abusi ed i maltrattamenti familiari (dal c.d obbligo di allontanamento dalla casa familiare ex art. 282 bis cpc, all’ordine di protezione contro gli abusi familiari ex art. 342 bis e 342 ter c.c., con cui si proteggono le vittime anche sotto il profilo economico). Un legale competente del settore specifico aiuterà ad apprestare una difesa tipica di questo genere di situazioni, che oserei definire anomale,in modo da colmare un vuoto legislativo. Lo psicopatico durante la relazione ,commette molti reati,dalla minaccia,alla violenza ,all’ingiuria e viola ,fra gli altri,uno dei principi cardine del nostro ordinamento :il neminem ledere ,da cui discende il diritto al risarcimento dei danni subiti.Le vittime ,defraudate emotivamente,a volte economicamente, sviluppano patologie connesse all’abuso subito, quali ansia,depressione,coliti,amenorrea, che ,ove provato il nesso causale,comportano il diritto al risarcimento.Lo psicopatico alla fine della relazione spesso continua a commettere reati. Difatti, se è vero che gli stalker non sono tutti psicopatici,è vero che un gran numero di psicopatici diviene uno stalker . Sebbene,inoltre ,la violenza in seno alla famiglia non sia prerogativa esclusivamente maschile,va detto che circa il 75% delle vittime è di sesso femminile,percentuale che sale addirittura al 90% in relazione al reato di atti persecutori di cui all’art. 612 bis c.p.,il cd Stalking. Introdotto con la Legge n.38/2009 e successivamente modificato nel 2013, il reato di stalking  è punito con la reclusione da sei mesi a 5 anni ed è perseguibile a querela della persona offesa. Ma chi è lo stalker? Ne proveremo a tracciare l’identikit , anche attraverso i dati raccolti nelle Procure e nei Tribunali, nonché nei profili delineati dagli psichiatri. Lo stalker ,almeno nel nostro Paese, nel 90% dei casi, è un uomo,la cui età si aggira tra i 40 ed i 50 anni,di classe media,affetto da un disturbo di personalità che, in ogni caso,nella maggior parte delle vicende, non gli impedisce di avere una vita professionale,sociale e sentimentale “nella norma” .Insomma lo stalker è una persona malata (bordeline o psicopatica,in genere) ma ,molto spesso,perfettamente mimetizzata in ambito sociale e, quindi, scarsamente riconoscibile .Il termine stalking deriva dal mondo venatorio ed indica “l’inseguire una preda”,espressione che ben evidenzia la cosificazione che l’agente fa della persona perseguitata, cui non viene riconosciuto il diritto di determinarsi in autonomia .Il 75% degli stalkerha,difatti, avuto una relazione sentimentale con la vittima,l’interruzione della quale fa scattare l’inseguimento e gli atti persecutori.E’ importante comprendere che integrano gli estremi del reato ,oltre agli appostamenti ed inseguimenti, tutti quegli atti finalizzati a limitare la libertà di scelta ,di determinazione, di privacy della persona cui sono diretti, tali da comportare l’insorgere di ansia e patologie connesse,modificazioni alla propria vita (quali cambiare strada di percorrenza,luoghi di frequentazione ecc.).La condotta punita è l’insieme reiterato di tali atti, tra cui vanno annoverati sms,telefonate,contatti sui social ecc..

Come abbiamo evidenziato, il 12 % dei casi di stalking si trasforma in omicidi ed il 71% alla condotta tipica di pedinamenti,appostamenti,telefonate , aggiunge l’esplosione della violenza e delle minacce.Ciò significa che 7 vittime su 10 non subiranno soltanto l’atteggiamento invasivo del soggetto ma anche la violenza diretta che, nel 50% circa delle vittime ,si tradurrà in lesioni personali.L’esame dei dati ci conduce ad una conseguenza :lo stalker colpirà fisicamente 6 vittime su 10 . E’ importante rilevare che solo il 12 % degli stalker denunciati vengono assolti e che ampia è anche la percentuale di vittime che ottiene il risarcimento del danno : bisogna non subire ma denunciare gli autori .E’ fondamentale estendere la conoscenza del fenomeno al fine di rendere consapevoli le vittime di essere tali e di fornire loro il supporto psicologico,legale e di protezione affinchè, iniziato il  CONTATTO ZERO ,inizi,ove necessario, pure la battaglia nelle Procure e nei Tribunali a difesa e riconoscimento dei propri diritti e di quelli dei minori eventualmente coinvolti in modo che finalmente giustizia sia loro resa.

Avv. Marina Marconato

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12 pensieri riguardo “VITTIME E TRIBUNALI”

  1. Grazie per questo articolo, in tribunale abbiamo bisogno di più giudici, avvocati e psicologi preparati a comprendere la violenza morale, purtroppo.

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  2. A me succede da settembre 2013con la madre di mio figlio in FINLANDIA e sono totalmente sprovvisto di aiuto e informazioni legali , quí ad Helsinki non potendo
    inoltre comunicare in finlandese.
    Mio figlio Theo Vittorio Pettersson
    ha da poco compiuto 3 anni.
    Sua madre Harriet Pettersson,
    ha sporto contro di me 7 false querele al fine di riuscire manipolare gli assistenti sociali
    mettendomi in cattiva luce
    con le autorità locali, riuscendo
    a gettare discreto in ogni mio tentativo di informare la protezione dei minori.
    Lei non rispetta neppure i diritti
    di visita di mio figlio stabiliti
    dal tribunale in data 8/2/2016
    non so davvero come fare per proteggere il diritto all’ infanzia di mio figlio ,per riuscire a farlo
    crescere in un clima di normale sviluppo emotivo, circondato
    da amore incondizionato

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  3. Io purtroppo oggi mi ritrovo ancora in una situazione particolare e non so come farlo capire e spiegarlo ad altri, per ricevere aiuto, mi spiego ho conosciuto uno che sembrava volermi bene, oggi solo so che è stata una truffa psicologica, perche per chi mi conosce non sono la stessa di prima, ero una ragazza solare, sensibile, oggi mi scherzano e nemmeno so riconoscere gli scherzi, oltre che ho paura di tutto, anche se gia sono separata per me è incredibile tutto oggi sentire tante bugie, imbrogli, autorità da parte di lui, come se lui è la vittima di tutto ed io avrei combinato chissa che cosa?, sempre si gira le cose a modo suo e chi lo sente parlare con una parola gli da la ragione, ma la verità, la realtà è tutto un’altra storia, io tratto di seguire avvanti ma ho paura per mie figli piccoli ancora, gia che di fronte ha tutti è solo la mia parola contro la sua, giusto come dice questo articolo io stessa non mi rendevo conto, come provare di fronte la legge? e infine che ci faccio con l’adebbito, io solo voglio tutelare mie figli.

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  4. Salve Dottoressa, vorrei un consiglio sul come comportarmi in caso di campagna diffamatoria da parte della mia ex.
    Premetto che non sono nuovo al pubblicare post sul suo blog, già lo scorso maggio ho parlato della mia esperienza in una relazione tossica.
    A distanza di mesi, mesi in cui ho intrapreso un percorso psicoterapeutico per uscire da un pesantissimo trauma bonding i cui sintomi sono, purtroppo, ben noti, la mia ex sembra abbia iniziato una nuova relazione (a tal proposito tutto mi dice che il nuovo partner sia uno dei tanti protagonisti delle triangolazioni subite, che a sua volta l’aveva rifiutata), ho notato che diversi suoi amici, incontrandoli, mi hanno tolto il saluto.
    Adesso il mio timore è che lei, la mia ex, possa avermi diffamato inventando accuse molto gravi sul mio conto.
    Oltretutto, non essendo io una persona “social”, non avendo né FB, né Instagram, né tanti altri social network, sono abbastanza “tagliato fuori” dai vasti giri di amicizie. Sono molto riservato e da sempre ho pochi amici ma buoni.
    Come devo comportarmi?
    Aggiungo anche che la mia ex, l’anno scorso ha ricevuto una deunca per diffamazione (poi ritirata) da una ragazza vistosamente distrutta psicologicamente, che oltre a lei ha denunciato sempre per diffamazione anche un’altra ragazza e un loro amico (ex della parte offesa) addirittura per stupro. Ricordo che la mia ex era molto preoccupata e temeva che io non le credessi. Quell’episodio ha alimentato in me moltissimi dubbi riguardo la sua sincerità. …
    Cosa posso fare?… Oggi so che lei è davvero capace di tutto, la sua malignità sembra non farle temere nulla.
    La ringrazio.

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    1. può controllare il suo profilo o farlo controllare da persone fidate al solo scopo di appurare se lei è menzionato ed in quali termini.Qualora vi fossero denigrazioni e lei fosse riconoscibile può denunciare per diffamazione aggravata

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      1. Credo che mi stia diffamando a voce, dato che non risulta avere Facebook, o se ce l’ha è sotto un altro nome.
        Non so davvero che fare, lei è molto furba e gode di un’aura di candore difficile da dissipsre.

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  5. Salve dottoressa,sono una moglie che ha da pochissimo capito di essere sposata con un narcisista maligno .Sono disperata ,non riesco nemmeno quasi più a pensare,vivere non vivo più e quello che è più grave di tutto è la distruzione che sta operando mio marito verso mia figlia piccola di 5 anni.Lei immagini dopo 12 anni di vita insieme a un soggetto simile.Mi sono sentita alleggerita solo quando lo psicologo di mio marito lo ha definito narcisista ,lui me lo ha detto e io mi sono documentata ed è stato come dopo anni di buio in un tunnel sia riuscita a vedere la luce nel fondo.Piu leggevo i tratti del maligno perverso e piu rivedevo quello che avevo vissuto e a cui pensavo nessuno mi avrebbe mai creduto.Poi parlando con lo psicologo lui ha confermato.Purtroppo però io non è che abbia risolto con la consapevolezza, è ovvio questo.Sto malissimo,ho dei forti sensi di colpa verso mia figlia,non vivo più lui mi ha fatto terra bruciata anche nel mondo dei bambini ,lei non immagina ed è impossibile sconfiggerlo o allontanarlo , l’ anno scorso ero riuscita a farlo stare molto dalla madre ,gli avevo buttato i vestiti fuori di casa anche se purtroppo lui veniva tutti i giorni per portare il cane fuori e… praticamente ha fatto Delle cose allucinanti ! Che me le ha fatte scoprire lui stesso provocandomi da quel momento uno stato di shock ,non mi alzavo dal letto ,non mangiavo non bevevo..poi sono dimagrita 20 kg in pochi mesi,le mestruazioni ormai mi.vengono ogni 2/3 mesi e vivo costantemente nel controllo ,nella tensione, nell’ansia ,scopro inganni bugie ,ma di basso rilievo poiché praticamente quando lui è fuori dal mio controllo lo lascio con la videocamera accesa …tutto questo per non danneggia rmi ulteriormente.Mi ha rubato tutti i miei ultimi risparmi ,ho scoperto migliaia di mail con gay,trans, pervertiti,incontri gay,incontri con donne mature ,centinaia di telefonate a tutti questi schifosi …una doppia vita ,una ricerca di una relazione nascosta … Il posto di lavoro era diventato una casa di appuntamenti gay,poi inganni bugie e tutto questo mentre io allattavo mia figlia e me ne prendevo cura e solo quello ! Perché sono disoccupata,mi ha fatto terra bruciata da anni che avevo solo un amica con le bimbe ….poi mi ha tentato di uccidere varie volte dalla scoperta di tutto questo,prima di questa doppia vita erano solo percosse poi sono diventati pugni in faccia, strozzamenti ,lividi evidenti pugni intesta calci nell’ inguine… Aggressioni non appena dicevo che me ne andavo con mia figlia…io fingo con gli altri,fingo con lui a.volte anche con me stessa mi illudo…che tra psicologi e consultorio familiare e la sua ammissione di colpevolezza su questi fatti lui possa cambiare e diventare un essere umano normale… Sto malissimo ,alle volte penso di suicidarmi per mettere fine a questa tortura con questo psicopatico da cui sono dipendente totalmente e da cui pendono le.donne anche mamme di bambini ,e basta anche un solo sguardo !! Mi sento tradita anche da loro ! Nessuno è solidale con me ! Anche lo psicologo prima di ascoltarmi diceva che io lo provocavo ,non mi credeva ,poi lui stesso ha fatto la diagnosi ed è preoccupato lui stesso…Vorrei un miracolo ,anche la sua morte per liberarmi di questa situazione…

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